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La meditazione rallenta l’invecchiamento del cervello

Meditare fa bene al cervello, e tiene alla larga l’invecchiamento cognitivo. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.

La meditazione rallenta l’invecchiamento del cervello

Meditazione e cervello: esiste un legame? La risposta sembra essere si, stando a quanto emerso da una nuova ricerca secondo cui, proprio la meditazione potrebbe rappresentare un ottimo metodo per ridurre al minimo il rischio che, con l’andare avanti degli anni, il cervello cominci a perdere alcune delle sue capacità funzionali. Il nuovo studio in questione è quello condotto dai membri della University of California – Los Angeles, i quali, sulla base di precedenti ricerche, dalle quali era emerso che le persone che meditano presentano una minore atrofia nella materia bianca del cervello dovuta all’età, hanno cercato di scoprire se questa pratica potesse rivelarsi benefica anche per preservare la materia grigia del cervello.

Per rispondere alla domanda, gli esperti hanno dunque esaminato l’associazione tra età e materia grigia, confrontando i dati relativi a un campione di 50 persone che meditavano da molti anni, e 50 che non praticavano la meditazione. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una scansione utilizzando una risonanza magnetica ad alta risoluzione.

Ebbene, stando a quanto emerso, sembra che con l’avanzare dell’età le persone di entrambi i gruppi hanno mostrato una perdita di materia grigia, ma i ricercatori hanno scoperto che tra coloro che meditavano, il volume di materia grigia non era diminuito tanto quanto era avvenuto invece per le persone che non avevano mai meditato.

Ci aspettavamo dei piccoli effetti situati in alcune delle regioni che erano state precedentemente associate alla meditazione.

spiegano gli autori dello studio, pubblicato on line su Frontiers in Psychology

Invece, ciò che abbiamo effettivamente osservato era un effetto diffuso della meditazione, che comprendeva le regioni in tutto il cervello.

Insomma, mentre negli ultimi anni la ricerca scientifica si è concentrata perlopiù nell’identificare i fattori che aumentano il rischio di svilupare malattie mentali e declino neurodegenerativo, la nuova ricerca vuole adesso indicare quali potrebbero essere le giuste iniziative per migliorare la salute cerebrale.

Dal canto loro, i ricercatori sottolineano comunque che per il momento non è stata ancora identificata una connessione causale diretta fra meditazione e conservazione della materia grigia nel cervello. Molti altri fattori possono infatti entrare in gioco, come ad esempio le scelte di vita, tratti di personalità, differenze cerebrali genetiche e quant’altro, per cui non rimane che sperare che vengano condotte ulteriori ricerche in proposito.

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