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Variante indiana del Covid: cosa sappiamo?

Cosa sappiamo in merito alla Variante indiana del Covid? E' più contagiosa o più letale? Ecco cosa spiegano gli esperti

Variante indiana del Covid: cosa sappiamo?

La variante indiana del Covid è più contagiosa o più letale? Ed è in grado di sfuggire all’effetto del vaccino? Di fronte alle immagini giunte dall’India, dove si registrano migliaia di morti al giorno e dove la situazione è drammatica, non possiamo fare a meno di porci simili domande. Soprattutto dal momento che anche in Italia sono stati identificati dei casi (pochi) di questa particolare variante.

Ma cosa sappiamo in merito alla nuova mutazione? Al momento non molto. Quello che è emerso dalle analisi condotte è che la variante indiana (B.1.617) contiene in sé due mutazioni, ovvero E484Q e L452R. Si tratta di mutazioni già note, che però compaiono per la prima volta insieme.

Per l’esattezza, secondo gli esperti la prima mutazione (E484Q) potrebbe aumentare il tasso di contagiosità della malattia, mentre la seconda potrebbe invece permettere al Covid di sfuggire all’effetto dei vaccini. Al momento, tuttavia, si tratta solamente di ipotesi.

La nuova variante è stata scoperta lo scorso Ottobre in India, e da allora ha avuto una scarsa diffusione al di fuori del Paese.

Ma allora cosa sta succedendo in India? Secondo Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il dramma che ha colpito il Paese non dipende dalla variante.

Il motivo è che, nel momento in cui i contagi sono calati, il virus è stato lasciato libero di correre, togliendo tutte le restrizioni. Quanto sta accadendo dunque era totalmente atteso.

Variante indiana del Covid in Italia: cosa sappiamo?

Tornando alla situazione in Italia, una delle domande più comuni riguarda l’efficacia dei vaccini contro le nuove mutazioni. Insomma, il vaccino Pfizer è efficace contro le varianti? E che dire degli altri vaccini, come il Moderna e l’Astrazeneca? A rispondere a questa domanda ci pensa il Ministro Speranza, che riferendosi in particolar modo alla mutazione indiana avrebbe spiegato che non ci sono ancora dati certi.

Dove si riscontrano elementi di maggiore debolezza nella capacità di contrasto alle varianti, le compagnie farmaceutiche e gli scienziati sono già al lavoro per avere nuovi vaccini. È una sfida tra il virus che muta e la comunità scientifica, la vinceremo ma abbiamo bisogno di gradualità. La scelta di stringere gli arrivi dall’India è per un atteggiamenti di grande cautela e precauzione.

In attesa di nuove informazioni sulle varianti e sul loro grado di contagiosità, è importante non abbassare la guardia e continuare a indossare le mascherine Ffp2 o chirurgiche in modo corretto, per proteggere la nostra salute e quella delle persone che ci circondano.

via | Corriere
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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