Dal ricordo di quella tragedia è importante imparare a riconoscere anche le odierne espressioni violente che vengono dalla paura per chi viene considerato distante o diverso, come può accadere nel caso dei migranti.
I pregiudizi non si basano sui fatti, ma sono espressioni di opinioni comuni che non cambiano anche se i fatti dicono altro. È sempre un atteggiamento negativo di chiusura e di rifiuto nei confronti di chi appartiene a un gruppo che non è il nostro. In psicologia gli stereotipi sono proprio gli aspetti sui quali si fonda il pregiudizio: false credenze legate a quella che viene considerata una minoranza. Un processo psicosociale che porta alla discriminazione di chi non è come noi, di chi è diverso da noi. Sfociando in atti di violenza inauditi. Come è stata la Shoah.
Anna Ancona, Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, spiega:
Riflettere sulla Shoah e sullo sterminio nazista è un’occasione per mettere in guardia da ignoranza, discriminazione e intolleranza etnica, soprattutto in un momento storico caratterizzato da un clima socio- culturale che favorisce un atteggiamento di chiusura, inducendo “paure dell’altro, del diverso”, come nel caso dei migranti. L’immigrazione rischia di essere identificata come la causa di insicurezza e malessere, minaccia della stabilità economico-sociale ed essere associata a un pericolo che deve essere evitato o addirittura eliminato. Messaggi che innescano la paura di essere aggrediti, la rabbia per non essere difesi e un senso di grande sfiducia verso le istituzioni, creano una situazione adatta alla nascita di avversioni e risentimenti xenofobi.
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