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Coronavirus, 1 italiano su 10 è entrato a contatto con il Covid-19

1 italiano su 10 è entrato già a contatto con il Coronavirus: ecco cosa dice l'ISS sull'epidemia di Covid-19 in Italia.

Coronavirus, 1 italiano su 10 è entrato a contatto con il Covid-19

L’Istituto Superiore di Sanità dà la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere. Il 90% degli italiani non è immune al Coronavirus, quindi chiedere la riapertura di tutte le attività produttive prima del 4 maggio, giorno in cui scadrebbe il lockdown in Italia, non è possibile. L’ISS chiede cautela e si rivolge a quei governatori (in primis Fontana della Lombardia, seguito però a ruota dai colleghi di Veneto, Piemonte e Sicilia) che chiedono di poter riaprire le aziende prima della data prevista dal governo centrale.

Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, in occasione di una recente conferenza stampa della Protezione Civile spiega:

Al momento c’è uno studio di sieroprevalenza per indagare quante persone sono venute a contatto col virus e capire qual è la circolazione. Ci sono stime variabili da regione a regione ma in generale il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus, dunque il target è molto lontano. Quindi non c’è un golden standard.

Se l’ISS chiede cautela, sono molte le Regioni che vorrebbero spingere sull’acceleratore, proponendo altre task force che potrebbero pensarla diversamente dagli esperti interpellati da Palazzo Chigi per affrontare l’emergenza e dettare le linee guida per arrivare finalmente in fase 2. Veneto, Piemonte e Sicilia chiedono di non andare oltre la data del 4 maggio. Zaia, governatore del Veneto, spiega che “se ci sono i presupposti di natura sanitaria dal mondo scientifico, dal 4 maggio o anche prima si può aprire con tutto“. Mentre Cirio dal Piemonte aggiunge: “Parlare di normalità sarebbe imprudente, ma credo che il 4 maggio si possa iniziare una nuova normalità. Aspettare a braccia conserte che il virus se ne vada per ripartire come prima è il più grande errore che si possa fare. ripartire in sicurezza è il grande sforzo di responsabilità e di lungimiranza che la politica tutta deve fare“. Stessa posizione anche per la Sicilia, anche perché nella regione si trovano “in una condizione epidemiologica diversa da quella di altre regioni“.

Fontana in Lombardia chiede di ripartire il 4 maggio rispettando le quattro D e magari suddividendo il lavoro su 7 giorni anziché su 5 con orari diversi per evitare l’affollamento dei mezzi di trasporto pubblico.

Foto iStock

Via | Il Sole 24 Ore

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