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Coronavirus in Africa: le azioni per affrontare la pandemia

Di fronte a una situazione allarmante come quella che stiamo vivendo, come viene affrontato il rischio di contagio da Coronavirus in Africa? Ecco cosa spiegano i membri dell'organizzazione Azione contro la Fame.

Coronavirus in Africa: le azioni per affrontare la pandemia

Il mondo è stato purtroppo chiamato ad affrontare una situazione che mai ci saremmo augurati di dover affrontare. L’emergenza Coronavirus sta ormai coinvolgendo tutti i Paesi, dalla Cina all’Italia, dalla Spagna agli Stati Uniti, fino ai Paesi come l’Africa o il Sudamerica. Ma in che modo si sta cercando di contenere il possibile contagio della malattia in questi Paesi?

A rispondere alla domanda è Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame, organizzazione che si batte contro la malnutrizione nel mondo, e che sta operando in prima linea per contenere la diffusione del virus.

Ma in che modo l’organizzazione si sta muovendo per affrontare l’emergenza?

I nostri team, perlopiù costituiti da operatori locali, hanno reagito con prontezza per far fronte alla crisi sanitaria che rischia di colpire, adesso, 821 milioni di persone. Si tratta di uomini e donne in Africa, Medioriente, Africa e Sudamerica che già soffrono di fame e di forme gravi di malnutrizione. Penso anche ai più piccoli che presentano sistemi immunitari compromessi a causa di una scarsa alimentazione. Ricordo che, nel mondo, muoiono ogni anno 5,3 milioni di bambini sotto i 5 anni, quasi la metà solo per malnutrizione.

Per affrontare la situazione nel miglior modo possibile, sono state quindi poste in atto misure di protezione volte ad evitare che i volontari possano essere esposti al contagio (e a loro volta contagiare quindi anche le comunità).

Ci siamo messi subito a disposizione delle autorità locali per promuovere azioni specifiche a supporto dei sistemi sanitari. Riteniamo cruciale il rafforzamento delle strutture locali: la strada è quella di implementare i nostri programmi di nutrizione e sicurezza alimentare con specifiche attività di carattere igienico-sanitario.

In passato sono state già affrontate altre emergenze, come quella di Ebola nell’Africa occidentale, le epidemie di colera nello Yemen e ad Haiti. La situazione attuale rende quanto mai palese la necessità di affrontare il rischio di trasmissione dei virus nelle comunità più vulnerabili e nei campi profughi, dove si registra un perenne sovraffollamento, e dove la distanza sociale è senza dubbio un obiettivo difficile da raggiungere.

Come se ciò non bastasse, in molte zone del mondo bisogna fare i conti anche con altri fattori non semplici:

Le autorità locali dovranno integrare pienamente tutti gli attori umanitari nelle risposte nazionali per garantire l’effettivo dispiegamento di operazioni efficaci nella lotta contro la pandemia. In Paesi come lo Yemen o la Nigeria settentrionale, la nostra capacità di rispondere all’epidemia dipenderà, per esempio, anche dalla volontà delle autorità locali e dei gruppi armati di permetterci di lavorare in modo indipendente e imparziale.

Per poter portare avanti il suo lavoro, l’associazione “Azione contro la Fame” si rivolge anche alla solidarietà dei donatori, chiedendo sostegno per aiutare i Paesi meno ricchi, in modo da uscire insieme e uniti da questa emergenza mondiale.

Foto di stokpic da Pixabay

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