Benessereblog Salute Malattie Cos’è un trombo e come si riconosce?

Cos’è un trombo e come si riconosce?

Trombo: cos’è e come fare a riconoscerlo? Scopri cosa bisogna sapere su questo problema di salute e come affrontarlo

Cos’è un trombo e come si riconosce?

Fonte immagine: Pixabay

Sentiamo spesso parlare di trombosi arteriosa e di trombosi venosa, ma esattamente, cosa è un trombo? E come si forma? Un trombo è una massa solida formata da globuli rossi, da piastrine, globuli bianchi e da fibrina, ovvero una proteina plasmatica che provoca la formazione dei coaguli di sangue. Questa massa si forma a causa di alterazioni del flusso sanguigno, a causa di cambiamenti nell’endotelio dei vasi sanguigni oppure in seguito a meccanismi alterati della coagulazione sanguigna.

Il trombo può formarsi sia all’interno dei vasi che all’interno del cuore, e in tutti i casi può avere delle conseguenze molto gravi per il paziente.

In questo articolo vedremo quali sono i diversi tipi di trombi, come vengono classificati, quali sono i sintomi da non sottovalutare e come affrontare la situazione per prevenire il rischio di gravi conseguenze.

Dove si formano i trombi?

Come abbiamo visto, un trombo può formarsi nei vasi sanguigni, e più esattamente nelle vene (si parlerà in questo caso di trombo venoso) o nelle arterie (trombo arterioso). Inoltre, il trombo può formarsi anche a livello cardiaco. Qualunque sia la sede di formazione del trombo, questo rappresenta un serio rischio, poiché può rallentare o anche ostruire la circolazione sanguigna, o potrebbe staccarsi dall’area in cui si è formato per raggiungere altre parti del corpo, causando di conseguenza un’embolia (ad esempio un’embolia polmonare).

Leggi anche il nostro approfondimento dedicato alla flebite e alle differenze tra trombosi e flebite.

Quali sono le cause dei trombi?

Cause dei trombi
Fonte: Pixabay

Ma come viene un trombo o coagulo? In realtà le possibili cause dei trombi sono riassunte nella cosiddetta triade di Virchow, e consistono in tre fattori ben precisi, ovvero (embolo, trombo e coagulo non sono proprio la stessa cosa):

  • Alterazioni dei fattori di coagulazione
  • Stasi venosa (causata da un prolungato periodo di immobilizzazione)
  • Lesioni dell’endotelio, ovvero il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, linfatici e del cuore.

Le alterazioni della coagulazione (o ipercoagulabilità) rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di trombi venosi. In base ai tre fattori che compongono la triade di Virchow, appare dunque chiaro che gli elementi che aumentano il pericolo di sviluppare queste tre particolari condizioni possono essere considerati dei fattori di rischio per lo sviluppo di trombi.

Di conseguenza, fra le possibili cause di questa condizione possiamo annoverare:

  • L’assunzione di alcuni tipi di farmaci
  • Un prolungato periodo di immobilizzazione
  • Obesità o sovrappeso
  • Diabete mellito
  • Alcuni tipi di tumori
  • Colesterolo alto
  • Vizio del fumo
  • Uno stile di vita inattivo.

Diverse tipologie di trombi: venoso o arterioso

I trombi vengono classificati generalmente in base al “luogo” in cui si sviluppano. In tal senso, parleremo dunque di trombi arteriosi e trombi venosi (e di conseguenza di trombosi arteriosa e venosa), a seconda che la sede interessata sia una vena o un’arteria. Vediamo nello specifico quali sono le differenze fra i primi e i secondi.

Trombo arterioso

I trombi arteriosi si formano all’interno delle arterie, e sono generalmente definiti “trombi bianchi” per via del loro colorito bianco-grigiastro. Tale colorazione è collegata essenzialmente alla composizione del trombo, che in questo caso sarà particolarmente ricco di piastrine.

I trombi arteriosi possono formarsi in qualsiasi arteria del nostro corpo, ma si trovano più spesso in quelle cerebrali, nelle coronarie e nell’arteria femorale, vale a dire l’arteria che attraversa la coscia, si sviluppa dietro al legamento inguinale e arriva fino al ginocchio.

Trombo venoso

Come puoi intuire dallo stesso nome, il trombo venoso è quello che si forma nei vasi sanguigni venosi (ovvero le vene). Diversamente dal trombo arterioso, questo tipo di trombo ha una forma più allungata e viene anche chiamato “trombo rosso”, poiché è prevalentemente costituito dai globuli rossi. Questi tipi di trombi sono generalmente collegati a una maggiore predisposizione all’ipercoagulabilità, e si presentano più spesso – ma non esclusivamente – negli arti inferiori.

Altre classificazioni: trombi murali, ostruttivi, parietali e “a cavaliere”

I trombi vengono inoltre classificati anche in base alle dimensioni e alla porzione di vaso sanguigno che occludono. In tal senso, distingueremo dunque i trombi murali, quelli parietali, i trombi a cavaliere e i trombi ostruttivi. Ma in cosa differiscono esattamente? Vediamo quali sono le principali caratteristiche e differenze.

Trombo murale

Quando si parla di trombo murale, si indica un trombo che aderisce alla parete del vaso in cui si forma, senza però occluderlo del tutto. Simili condizioni si verificano in genere nei vasi di grosso calibro (ad esempio nel lume dell’aorta) o nelle cavità del cuore. Generalmente la formazione di questo genere di trombi è favorita dalla presenza di anomalie cardiache, come aritmie (alterazione del ritmo cardiaco, che risulta quindi irregolare), infarto del miocardio o da lesioni al miocardio.

Trombo ostruttivo

In tal caso, come è facilmente intuibile, si tratta di un trombo che occupa l’intero lume del vaso sanguigno interessato. Ciò significa che il vaso risulterà completamente ostruito, con le immaginabili conseguenze che una simile situazione può comportare.

Trombi parietali

Anche in questo casi si tratta di trombi che occludono solo parzialmente la parete del vaso sanguigno. È tuttavia probabile che questi trombi crescano, dando origine a un’occlusione, specialmente se non dovessero essere identificati e trattati per tempo.

Trombi a cavaliere

In questo caso, i trombi si sviluppano a livello di una biforcazione vascolare.

I sintomi della trombosi cerebrale, della trombosi emorroidaria e della cosiddetta trombosi agli occhi: ecco tutto quello che dovresti sapere.

Come capire se c’è un trombo?

In realtà il trombo, di per sé, non da particolari sintomi. I disturbi più evidenti si manifestano quando il trombo blocca o riduce la circolazione sanguigna. Gli effetti fisici di un trombo dipendono dunque dalla localizzazione nel corpo e dalle sue dimensioni. Un trombo venoso (ad esempio in caso di trombosi alla gamba) può comportare lo sviluppo di trombosi venose superficiali o profonde (a seconda che il coagulo si sia formato nelle vene superficiali o in quelle profonde).

La trombosi venosa profonda può, a sua volta, provocare un’embolia polmonare, qualora il trombo dovesse distaccarsi e andare a ostruire un’arteria polmonare.

I sintomi della trombosi venosa

In presenza di una trombosi venosa profonda, potresti notare i seguenti sintomi:

  • Pesantezza dell’arto
  • Aumento di volume della zona colpita
  • Sensazione di dolore di intensità variabile (da lieve a intenso)
  • Pelle arrossata o di colore scuro-brunastro
  • Sensazione di calore sull’area interessata.

I sintomi della trombosi arteriosa

Un trombo arterioso può causare conseguenze come ischemia, infarto e ictus. Se il trombo si è formato all’interno del cuore, si verificherà la cosiddetta trombosi cardiaca, che a sua volta può comportare lo sviluppo di complicazioni, danni a carico del miocardico ed embolia (evento che ha luogo se e quando il trombo si “stacca” dal sito di origine).

In caso di trombosi arteriosa, i sintomi sono spesso improvvisi e molto intensi, tanto da richiedere un immediato intervento medico. Il sintomo principale è una forte sensazione di dolore.

Scopri tutti i sintomi della trombosi.

Trattamento

Trattamento dei trombi
Fonte: Pixabay

Prima di vedere quali sono le possibilità di trattamento, cerchiamo di capire che fine fanno i trombi una volta che si sono formati. In realtà i possibili esiti sono diversi.

Ad esempio, il trombo potrebbe crescere di volume, aumentando così il rischio di una possibile occlusione dei vasi, oppure una parte di esso potrebbe staccarsi dalla parete e viaggiare nel circolo sanguigno, dando così origine alla cosiddetta “embolia”.

In alcuni casi il trombo potrebbe sciogliersi grazie all’azione dei farmaci fibrinolitici, il cui compito è quello di stimolare la formazione della plasmina, un enzima che protegge l’organismo proprio dalla formazione di eventuali trombi.

Ma a questo punto, cosa fare se si ha un trombo? Il trattamento consigliato dal medico potrà essere sia di tipo farmacologico che di tipo chirurgico. Abbiamo visto che farmaci anticoagulanti (eparina) e antiaggreganti piastrinici possono aiutare a prevenire la formazione di trombi, mentre i farmaci fibrinolitici (o trombolitici) permettono di eliminare un trombo che si è già formato.

Qualora non fosse possibile intraprendere un trattamento di tipo farmacologico, lo specialista potrà consigliare un approccio di tipo chirurgico, attraverso un intervento di trombectomia per asportare il trombo venoso o arterioso.

Scopri cos’è la flebotrombosi e le differenze tra flebotrombosi e flebite.

Cosa devi sapere sui trombi

Un trombo è una massa solida composta da globuli rossi, da piastrine, globuli bianchi e fibrina. Questa massa (o coagulo) può ostruire parzialmente o totalmente la circolazione sanguigna, provocando delle conseguenze gravi che possono differire a seconda che si tratti di un trombo venoso o di un trombo arterioso. Il primo, è un coagulo che si forma nei vasi sanguigni venosi, mentre il secondo si forma nelle arterie.

In entrambi i casi, si tratta di una condizione da non sottovalutare (per questo è bene conoscere bene i sintomi della trombosi), poiché se ignorata potrebbe portare a gravissime conseguenze per la salute del paziente.

Hai mai sentito parlare, invece, della Sindrome di Leriche e della Sindrome da anticorpi antifosfolipidi?

Seguici anche sui canali social

Altri articoli su Trombosi