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Trombosi e flebite sono la stessa cosa?

Trombosi e flebite sono la stessa cosa? Scopri quali sono le differenze e quando è il caso di consultare un medico

Trombosi e flebite sono la stessa cosa?

Fonte immagine: Foto di Narupon Promvichai da Pixabay

Flebite e trombosi sono la stessa cosa? E se non lo sono, quali sono le principali differenze da conoscere? Spesso, quando si parla di trombosi, si tende a utilizzare anche il termine “flebite” come se si trattasse della stessa condizione. In realtà, nonostante ormai sia diventata un’abitudine molto diffusa e comune, queste due parole non sono l’una sinonimo dell’altra. Insomma, non sono la stessa cosa.

In questo articolo vogliamo dunque vedere quali sono le differenze fra queste due condizioni, in quali casi si parla di tromboflebite e quando una trombosi può aumentare il rischio di conseguenze molto gravi, come ad esempio l’embolia polmonare, mettendo in serio pericolo la vita del paziente.

Cos’è la flebite?

Quando si parla di “flebite” si intende un’infiammazione della tonaca intima di una vena, ovvero una struttura della parete di un vaso sanguigno. In campo medico, ricordiamo che il suffisso “ite” indica proprio la presenza di un’infiammazione acuta, per cui lo stesso vale questo termine.

Questa condizione può avere diverse cause. Può essere provocata, ad esempio, da un accesso vascolare e dallo sfregamento degli aghi sulle pareti venose (si parlerà in tal caso di flebite meccanica) o può essere provocata da alcuni farmaci (flebite chimica) o da batteri che accedono attraverso flebo o altri strumenti medici (flebite batterica, detta anche infettiva o settica).

L’infiammazione va inoltre distinta in flebite superficiale (ovvero quando interessa i vasi venosi che si trovano immediatamente al di sotto della cute) e flebite profonda (che colpisce invece i vasi che si trovano più in profondità).

I sintomi della flebite

Ma quali sono i sintomi della flebite? I disturbi causati da questa condizione sono generalmente quelli tipici di un’infiammazione, e cioè:

  • Arrossamento
  • Eventuale presenza di grumi duri e dolorosi sottopelle (sintomo che si verifica generalmente nelle flebiti superficiali)
  • Dolore
  • Sensazione di calore sulla zona interessata
  • Gonfiore
  • Difficoltà nel movimento: ad esempio, se ad essere colpita è una vena degli arti inferiori, potresti sperimentare delle difficoltà a camminare.

In molti casi può essere associata a una trombosi. Ciò non accade sempre. Alcune persone possono infatti sviluppare flebiti senza la presenza di coaguli. Vediamo più nel dettaglio cosa avviene esattamente.

Cos’è una trombosi venosa?

Flebite trombosi
Fonte: Foto di Narupon Promvichai da Pixabay

Quando si verifica una trombosi venosa, con un trombo o più trombi che ostruiscono una o più vene? I trombi sono dei grumi o dei coaguli di sangue che si formano all’interno dei vasi sanguigni e che bloccano o rallentano la circolazione sanguigna con conseguenze anche molto gravi. La trombosi venosa profonda è considerata la terza malattia cardiovascolare più comune (esiste anche una malattia che popolarmente è chiamata trombosi agli occhi), e può interessare anche le arterie, che hanno il compito di portare sangue ricco di ossigeno ai tessuti. In tal caso si parlerà di trombosi arteriosa, un evento molto grave e preoccupante, poiché potrebbe causare conseguenze come infarto del miocardio, morte delle cellule dell’organo colpito o un ictus cerebrale ischemico (scopri di più sulla trombosi cerebrale).

Tornando alla trombosi venosa, questa può interessare tutte le vene del nostro corpo. Generalmente ad essere colpite sono tuttavia quelle degli arti inferiori, soprattutto in coloro che soffrono di vene varicose alle gambe (sintomi della trombosi alla gamba, leggi qui).

Corrono maggiori rischi anche i soggetti anziani, le persone che soffrono di malattie cardiache, i fumatori e coloro che sono in sovrappeso. Ad aumentare il rischio di trombosi sono inoltre condizioni come una gravidanza, l’assunzione della pillola anticoncezionale o la terapia ormonale sostitutiva in menopausa.

Conosci la differenza tra trombosi arteriosa e venosa? Ti spieghiamo noi quello che devi sapere nel nostro approfondimento su Benessereblog.

Come capire se hai una trombosi?

In molti casi la trombosi venosa può essere asintomatica, ma non per questo è meno preoccupante o grave. Se e quando presenti, i sintomi della trombosi consistono generalmente in:

  • Dolore e gonfiore
  • Arrossamento
  • Perdita di colorito della pelle
  • Senso di pesantezza nell’arto interessato
  • Sensazione di calore nella parte interessata.

Puoi sviluppare una trombosi soprattutto se soffri di condizioni mediche che influenzano la coagulazione del sangue o se non ti muovi per molto tempo, ad esempio in seguito a un intervento chirurgico o (in casi molto rari) anche a causa di un lungo viaggio in macchina o in aereo. In casi del genere è però molto probabile che tu abbia già dei fattori di rischio considerevoli (approfondisci di più nel nostro articolo sulla triade di Virchow).

In presenza dei sintomi elencati, parla immediatamente con il medico o rivolgiti al Pronto Soccorso. Il trattamento della trombosi prevede la somministrazione di farmaci volti a ridurre la coagulazione del sangue e a renderlo quindi più fluido (eparina).

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Quando si parla di tromboflebite?

In alcuni casi, l’infiammazione della vena (flebite) può essere associata alla presenza di un trombo. In un caso del genere, se la vena interessata è superficiale, parleremo di “tromboflebite superficiale“. In caso contrario, ovvero qualora la vena interessata dovesse essere profonda, si parlerà di “tromboflebite profonda”.

Quest’ultima condizione è meglio nota con il nome di “trombosi venosa profonda” (TVP), e si tratta di una condizione molto grave e potenzialmente mortale.

La TVP colpisce più frequentemente le grandi vene degli arti inferiori (ovvero di gambe e cosce), ma può interessare in realtà ogni vena profonda del corpo, comprese quelle degli arti superiori.

(Scopri di più, invece, sulla trombosi emorroidaria: cause, sintomi e cure. Il nostro approfondimento su Benessereblog potrebbe interessarti).

I sintomi della trombosi venosa profonda

In molti casi la trombosi venosa profonda può essere asintomatica. Quando presenti, i sintomi variano in base alle vene colpite. Fra i più frequenti si segnalano:

  • Dolore toracico e difficoltà respiratorie (affanno): questi sintomi si verificano in caso di emboli (che possono essere costituiti da frammenti di trombo, anche perché emboli, trombi e coaguli non sono la stessa cosa) che arrivano al polmone
  • Gonfiore agli arti superiori o inferiori, a seconda della vena colpita.

La trombosi venosa profonda è un evento molto grave, poiché fra le possibili conseguenze vi è quella di andare incontro a un’embolia polmonare. Ma come può verificarsi questa condizione?

Scopri cosa si intende per flebotrombosi e le differente tra flebotrombosi e flebite.

Embolia polmonare e trombosi venosa profonda

Fonte: Foto di kalhh da Pixabay

In poche parole, l’embolia polmonare è un evento medico causato da un’ostruzione di un’arteria del polmone che provoca a sua volta un accumulo di materiale (generalmente si tratta appunto di un trombo o di altre sostanze).

Nello specifico, in caso di trombosi venosa profonda, un frammento di coagulo può staccarsi ed essere trasportato nei vasi sanguigni, arrivando al cuore e – quindi – nel circolo polmonare, fino ai polmoni. Qui i vasi si suddividono via via in rami sempre più piccoli, e la presenza di un embolo potrebbe causare un’ostruzione. Tutto ciò può provocare sintomi come:

  • Affanno e improvvisa fame d’aria
  • Dolore toracico molto simile a una coltellata che diventa più lancinante quando si fa un respiro profondo o mentre si tossisce
  • Sensazione di stordimento
  • Tosse secca
  • Presenza di catarro con tracce di sangue
  • Accelerazione del battito cardiaco
  • Perdita di coscienza.

Se non trattata tempestivamente, l’embolia polmonare può peggiorare nel tempo e avere esiti mortali.

Trombosi e flebite sono la stessa cosa? Cosa devi sapere

A questo punto, facciamo un piccolo riassunto. Abbiamo visto, innanzitutto, che trombosi e flebite non sono la stessa cosa. Esiste infatti una significativa differenza fra trombosi e flebite. Rivediamo insieme in cosa differiscono.

La flebite è un’infiammazione della tonaca intima della vena, e può colpire sia i vasi profondi che quelli superficiali. Questa condizione può essere causata da svariati fattori, come la presenza di batteri (flebite batterica o infettiva), un accesso vascolare (flebite meccanica) o la somministrazione di alcuni farmaci (flebite chimica).

Per riconoscere una flebite è importante sapere quali sono i sintomi, ovvero:

  • Dolore
  • Arrossamento della parte
  • Sensazione di calore
  • Gonfiore.

In alcuni casi (ma non sempre) la flebite può essere associata a una trombosi. Quest’ultima è una condizione che si verifica quando dei trombi (ovvero dei grumi o coaguli di sangue) rallentano il flusso sanguigno e ostruiscono una o più vene. Questa patologia può colpire le vene (trombosi venosa) o le arterie (trombosi arteriosa). Anche la trombosi venosa può interessare tutte le vene del corpo, ma nella maggior parte dei casi tende a colpire quelle degli arti inferiori.

In caso di trombosi venosa profonda (ovvero quando si formano dei coaguli di sangue all’interno delle vene profonde), il rischio maggiore è quello di andare incontro a conseguenze gravi come l’embolia polmonare, in cui un frammento di trombo può staccarsi e arrivare – attraverso il flusso sanguigno – ai polmoni, con conseguenze potenzialmente fatali per il paziente.

Tra le arteriopatie ostruttive croniche esiste anche la Sindrome di Leriche: scopri di più nel nostro approfondimento di Benessereblog.

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