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Vaccino Pfizer seconda dose: protezione fino a 6 mesi

Vaccino Pfizer seconda dose, efficacia fino a sei mesi dopo la somministrazione e protezione anche dalle varianti: la conferma dell'azienda

Vaccino Pfizer seconda dose: protezione fino a 6 mesi

Quanto dura la protezione dopo la seconda dose del vaccino Pfizer? E questo particolare vaccino riesce a proteggere anche dalle varianti del Covid-19 che si stanno sempre più diffondendo in Italia e nel resto del mondo? Nel nostro Paese ci troviamo nel bel mezzo della campagna vaccinale, ma in un clima di incertezza come quello che abbiamo respirato nelle ultime settimane non possiamo fare a meno di domandarci quanto e per quanto tempo saremo protetti dopo la somministrazione del vaccino.

In particolar modo, nelle scorse ore sono emerse nuove informazioni in merito al vaccino Pfizer. Le aziende Pfizer/BioNTech hanno infatti da poco rilasciato una nota congiunta, spiegando che gli effetti del vaccino dopo la seconda dose possono durare per un periodo di almeno sei mesi dalla somministrazione.

In tema di efficacia dei vaccini anti Covid contro le varianti, le aziende fanno inoltre sapere che il Pfizer garantisce una protezione del 100% contro la variante sudafricana del coronavirus (B.1.351).

Vaccino Pfizer: quanto è efficace negli adolescenti?

Molti si domandano se il vaccino mRNA BNT162b2 (Comirnaty), meglio noto come Pfizer-BioNTech, sia efficace anche per proteggere la salute dei giovani e dei giovanissimi. Ebbene, l’azienda fa sapere che il vaccino potrebbe essere considerato efficace anche nella fascia di età che va dai 12 ai 15 anni. Perlomeno questo è ciò che è emerso dal trial clinico condotto su un campione di circa 2-300 giovani.

Attualmente il vaccino è consigliato solo per chi ha superato i 16 anni di età e solo per l’uso di emergenza. Tuttavia, secondo gli esperti sarebbe sicuro ed efficace al 100% nel prevenire la malattia sintomatica anche nei soggetti più giovani. Fra i 12 e i 15 anni di età, la vaccinazione avrebbe infatti innescato una risposta immunitaria persino più forte rispetto a quella registrata nei giovani adulti.

I dati saranno sottoposti all’attenzione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense nelle prossime settimane.

via | AdnKronos, Ansa
Foto di Alexandra_Koch da Pixabay

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