Nuove ricerche internazionali confermano che un mese senza alcol migliora salute fisica e mentale. I risultati
L’iniziativa del Dry January, che invita a rinunciare all’alcol per un mese, continua a raccogliere consensi a livello globale. Nel 2024, ben 9 milioni di persone hanno aderito a questa sfida, promossa da Alcohol Change UK, organizzazione impegnata nella sensibilizzazione sui rischi legati al consumo di bevande alcoliche.
Nuove ricerche condotte da un team internazionale, con esperti della Brown University di Providence e dell’Università di Buffalo, hanno ora approfondito gli effetti di un’astinenza di 30 giorni, confermando benefici concreti e duraturi per la salute fisica e mentale.
Benefici fisiologici e psichici di un mese senza alcol
La revisione di 16 studi selezionati tra oltre 90 pubblicazioni scientifiche, pubblicata su Alcohol and Alcoholism, ha evidenziato che smettere di bere per un mese comporta significativi miglioramenti della funzionalità epatica, della pressione arteriosa e della sensibilità all’insulina. Questi risultati sono stati confermati da monitoraggi clinici effettuati su partecipanti di diverse età e condizioni.

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Non solo parametri clinici: i soggetti coinvolti hanno riportato aumenti nella capacità di concentrazione, un incremento dell’energia complessiva e una perdita di peso senza dover adottare diete restrittive. L’alcol, infatti, oltre a fornire calorie “vuote”, tende a stimolare un maggior consumo di cibo e a ridurre la qualità del sonno, influendo negativamente sul recupero e sulle capacità cognitive.
«L’alcol è comunemente associato al divertimento e a momenti sociali, ma in realtà è un depressivo del sistema nervoso centrale», spiega Megan Strowger, PhD e autrice principale dello studio, attualmente ricercatrice post-dottorato all’Università di Buffalo. «Eliminare questa sostanza per un periodo, anche breve, permette al cervello di stabilizzarsi, migliorando umore, felicità e salute mentale».
Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca riguarda l’impatto del Dry January sul consumo di alcol successivo. I dati indicano che chi si astiene completamente per 30 giorni tende a ridurre significativamente l’assunzione di bevande alcoliche anche nei mesi successivi. Chi invece riduce il consumo senza eliminarlo totalmente mostra comunque miglioramenti apprezzabili.
Questi risultati suggeriscono che il Dry January non è solo una sfida temporanea, ma può rappresentare un’occasione per riflettere sul proprio rapporto con l’alcol e avviare cambiamenti duraturi nello stile di vita. Megan Strowger sottolinea che l’iniziativa ha il potenziale di estendersi oltre i confini britannici, con studi futuri che potrebbero coinvolgere diversi Paesi per valutare effetti ancora più ampi.
Un dato significativo riguarda la riduzione di due proteine, il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) e il fattore di crescita epidermico (EGF), entrambe coinvolte nella proliferazione tumorale. La diminuzione di questi fattori suggerisce un potenziale effetto protettivo nei confronti di alcune forme di cancro.
Anche il microbioma intestinale migliora sensibilmente, favorendo un equilibrio che può influenzare positivamente i comportamenti legati al consumo di alcol. Recenti studi indicano che anche soggetti con consumo cronico e danni intestinali possono recuperare in poche settimane.
L’obiettivo è trasformare il “non posso bere” in un “non voglio bere”, aumentando autonomia e consapevolezza. Matt Field, professore di psicologia all’Università di Sheffield, sottolinea come il supporto esterno e la partecipazione a iniziative collettive aumentino significativamente la probabilità di mantenere un consumo moderato o nullo.

Come smettere di bere alcolici - (benessereblog.it)











