Benessereblog Salute Thailandia, calciatori intrappolati nella grotta: l’importanza del supporto psicologico

Thailandia, calciatori intrappolati nella grotta: l’importanza del supporto psicologico

Stanno tutti bene i piccoli calciatori rimasti intrappolati in una grotta in Thailandia. Fondamentale, ora, il supporto psicologico.

Thailandia, calciatori intrappolati nella grotta: l’importanza del supporto psicologico

Stanno tutti bene i calciatori rimasti per giorni intrappolati in una grotta in Thailandia. Dopo il loro salvataggio sono stati subito ricoverati in ospedale, dove tutto sommato sono stati trovati in buone condizioni. Hanno trascorso due settimane al buio e oggi rischiano di essere feriti dal ritorno alla luce solare. Un disturbo che dovrebbe passare in un paio di giorni, come confermato da Mario Stirpe, presidente Irccs ‘Fondazione G.B. Bietti’ di Roma all’Adnkronos. Ma a preoccupare, ora, è il risvolto psicologico di questa terribile esperienza.

I giovani calciatori thailandesi sono rimasti bloccati per giorni all’interno di una grotta. I soccorritori hanno fatto tutto il possibile per trovarli, prima, e trarli in salvo, dopo, nonostante le condizioni decisamente difficoltose che hanno affrontato. Purtroppo uno dei soccorritori non ce l’ha fatta. Un’esperienza decisamente traumatica per loro, per questo hanno bisogno del massimo supporto, come sottolineato da Claudio Mencacci, past president della Società italiana di psichiatria.

Secondo il medico è

importante attivare il prima possibile le terapie psicologiche focalizzate sul trauma, e non costringere i ragazzi a dormire. Indurre il sonno infatti può fissare di più nella memoria il trauma, mentre farli parlare può aiutare a ridurre la ‘fissazione’ e ‘sciogliere’ più facilmente le esperienze stressanti che hanno vissuto.

Per evitare che compaia un disturbo da stress post traumatico, bisogna adottare una serie di interventi di tipo cognitivo comportamentale, per aiutare i ragazzi a superare l’esperienza traumatica parlandone in situazioni coontrollate. Ma bisogna agire velocemente, per ridurre di un terzo il rischio di trauma da stress.

L’esperto sottolinea che il fatto di appartenere a una squadra, a un gruppo unito e di avere un adulto che ha svolto un ruolo importante nei momenti più drammatici ha aiutato i ragazzi a superare questa difficile prova. Mencacci sottolinea che proprio il giovane coach è stato in grado di

mettere in atto le strategie più adulte e di saper gestire la propria ansia per aiutare i ragazzi. Anche per lui servirà questo tipo di terapia.

Via | Ansa

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