L’esposizione prolungata agli schermi digitali può causare secchezza, affaticamento e disturbi visivi: ecco le strategie raccomandate
Nell’era digitale, trascorrere molte ore davanti a uno schermo è diventato la norma per chi lavora in ufficio o utilizza dispositivi elettronici per motivi personali. Secondo dati aggiornati, un lavoratore medio passa circa 1700 ore all’anno davanti al monitor del computer, senza contare il tempo dedicato a smartphone e tablet. Questa prolungata esposizione agli schermi digitali è correlata a un aumento significativo di fastidi oculari, tra cui secchezza, affaticamento visivo, mal di testa e disturbi del sonno.
La domanda più frequente riguarda il motivo per cui gli occhi si stancano maggiormente davanti al pc rispetto alla lettura tradizionale di carta stampata. Una delle ragioni principali è legata alla frequenza di ammiccamento: durante l’uso di dispositivi digitali, il numero di battiti di palpebra si riduce drasticamente, passando da una media di 15-20 volte al minuto a meno della metà. Questo fenomeno provoca un rapido inaridimento della superficie oculare, con conseguente sensazione di bruciore e irritazione.
Inoltre, la distanza e l’angolazione di visualizzazione spesso sono inferiori a quelle ideali: si tende a guardare lo schermo da troppo vicino o con lo sguardo troppo verticale, aumentando lo stress visivo. Anche la luminosità e i riflessi prodotti dai monitor contribuiscono a peggiorare la situazione.
Un recente studio pubblicato sulla rivista “Optometry and Vision Science” ha inoltre evidenziato che gli occhiali con filtri per la luce blu non risultano efficaci nel ridurre significativamente i sintomi di affaticamento rispetto a quelli con lenti neutre, smentendo così la convinzione diffusa sull’utilità esclusiva di questi dispositivi.
Consigli pratici per il benessere degli occhi davanti agli schermi
Per contrastare l’affaticamento visivo e prevenire i disturbi associati, gli esperti dello Studio Oculistico Spallino suggeriscono alcune semplici ma fondamentali abitudini da adottare:

Proteggi i tuoi occhi, se lavori tanto al computer – (benessereblog.it)
- Mantenere una distanza corretta dal monitor: idealmente pari alla lunghezza del braccio, circa 60 centimetri, con lo schermo posizionato leggermente più in basso rispetto al livello degli occhi, per ridurre la tensione muscolare.
- Ridurre i riflessi e la brillantezza dello schermo: utilizzare monitor con filtro opaco o antiriflesso e regolare la luminosità in modo che sia in equilibrio con l’illuminazione ambientale. Evitare che la luce diretta di finestre o lampade crei fastidiosi riflessi.
- Applicare la regola 20-20-20: ogni 20 minuti di lavoro, distogliere lo sguardo dallo schermo per almeno 20 secondi, focalizzando un oggetto distante almeno 6 metri, al fine di rilassare i muscoli oculari.
- Mantenere una buona umidità oculare: l’uso di lacrime artificiali può essere utile in caso di secchezza, soprattutto durante i mesi invernali quando i riscaldamenti tendono ad abbassare il tasso di umidità nell’aria. Anche l’impiego di umidificatori negli ambienti di lavoro può risultare vantaggioso.
- Limitare l’uso di dispositivi digitali prima di dormire: la luce blu emessa dagli schermi interferisce con il ritmo circadiano, compromettendo la qualità del sonno. Si consiglia di evitare l’uso di smartphone, tablet e computer almeno un’ora o due prima di coricarsi. Alcuni dispositivi offrono modalità “notturna” per ridurre l’emissione di luce blu.
- Sbattere consapevolmente le palpebre: dato che la frequenza naturale di ammiccamento diminuisce davanti agli schermi, è importante fare attenzione a questo gesto involontario, essenziale per mantenere la superficie oculare lubrificata e protetta.
L’incremento dell’uso di dispositivi digitali ha un impatto anche sulla salute visiva dei più piccoli. Recenti studi presentati al Congresso annuale dell’Accademia Americana di Oftalmologia hanno evidenziato un aumento significativo dei casi di miopia nei bambini, in particolare nei contesti urbani dove l’esposizione a schermi è maggiore e il tempo trascorso all’aperto spesso insufficiente.

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