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Psicologia, dieci studi che hanno segnato il 2011

Le scoperte del 2011 che ci hanno aiutato a conoscerci meglio, aggiungendo un ulteriore tassello alla comprensione della psiche umana.

Psicologia, dieci studi che hanno segnato il 2011


Difficile selezionare solo dieci studi tra le centinaia di ricerche rilevanti pubblicate nel 2011. Sono davvero tante le scoperte, i sondaggi e le sperimentazioni che ci hanno aiutato a conoscerci meglio, aggiungendo un ulteriore tassello alla comprensione dei meccanismi complessi della psiche umana.

L’importanza attribuita a queste scoperte, ovviamente, è soggettiva ma dovendo scegliere abbiamo scelto un punto di vista autorevole: la personale classifica stilata da David Di Salvo, redattore del Forbes e del Wall Street Journal, autore di What makes your brain happy and why you should do the opposite.

Un elenco non esaustivo, ovviamente, di alcune delle migliori pubblicazioni a firma di autorevoli psicologi, sociologi, neuroscienziati e ricercatori di tutto il mondo. Vediamole dopo il salto.

Le persone maleducate ci sembrano più potenti. Lo studio, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Social Psychological and Personality Science, ha rivelato che chi è scortese e non segue le regole per una convivenza civile viene immediatamente identificato come una persona dominante, in grado di prendere decisioni ed influenzare gli altri proprio perché non si piega al fare comune ed infrange le regole senza temere le conseguenze. Anche se giudichiamo maleducate e scorrette le persone trasgressive, inconsciamente crediamo che siano più forti, decise ed indipendenti perché non rispettano le regole comuni.

successo

Visualizzare il nostro successo è una chiave importante sì… ma del fallimento. Uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology ha sfatato la convinzione che le fantasie positive contibuiscano a farci raggiungere i nostri obiettivi. Al contrario, immaginarci già “arrivati” ci rilassa e non ci dà quella carica e quella tensione necessarie a sopportare gli sforzi ed arrivare all’apice. Il cervello, quando ci immaginiamo potenti e forti, reagisce come se il successo fosse stato raggiunto. Fisiologicamente questo si traduce nell’abbassamento della pressione sanguigna, del battito cardiaco, insomma ci demotiviamo.

Quando siamo rilassati spendiamo di più e meno consapevolmente. A rivelarlo uno studio pubblicato dall’American Marketing Association. Il nostro cervello, quando siamo rilassati, non percepisce il rischio e riesce a vedere solo vantaggi. Ad esempio, dell’acquisto di una nuova macchina fotografica intravede semplicemente il beneficio di possederla e non se vale effettivamente il prezzo indicato, se ne abbiamo davvero bisogno, le caratteristiche tecniche, più o meno funzionali.

spendere

La crisi finanziaria è legata al nostro desiderio di ottenere ricompense e benefici a breve termine. Walter Mischel nel 1972 effettuò un esperimento utilizzando dei marshmallows. I bambini che avrebbero resistito a mangiarli avrebbero ottenuto una ricompensa ancora maggiore. Uno studio pubblicato nel 2011 sulla rivista Psychological Science ha replicato l’esperimento sostituendo i dolci con ricompense in denaro. Chi non riusciva a tenere sotto controllo i propri desideri a breve termine era più incline ad investimenti sbagliati e problemi finanziari.

Le sigarette finte possono aiutarci a smettere di fumare. Una ricerca pubblicata sullo European Respiratory Journal ha scoperto che un oggetto come una penna tenuta in mano o una sigaretta finta tra le labbra aiutano a focalizzare l’energia sull’oggetto della dipendenza, allontanando lo spettro del fallimento e della mancanza di autocontrollo che frenano quando si tenta di smettere di fumare. La nostra dipendenza passa dalle sostanze chimiche ad una dipendenza fisica (abbiamo bisogno di quell’oggetto per stare bene) che non nuoce alla salute.

Le metafore influenzano, più o meno inconsciamente, il nostro modo di pensare. Uno studio della Stanford University ha scoperto che le parole influenzano le nostre reazioni e le nostre decisioni. Ad esempio, leggendo una relazione in cui il crimine viene definito come “una belva che divora la città”, siamo più propensi ad invocare misure più restrittive. Leggere gli stessi dati sulla criminalità, nudi e crudi, senza metafore, ci scatena reazioni più blande.

Due narcisisti rendono meglio di uno soltanto o di tanti. Il narcisismo influenza la creatività nel caso in cui in un gruppo ci siano due narcisisti competitivi. La presenza di più narcisisti e l’eccessiva competitività, al contrario, minano la produttività. A rivelarlo uno studio della Cornell University.

bambini adulti felici

Bambini felici diventeranno adulti felici. Uno studio della Cambridge University ha confermato che un’infanzia serena espone ad un rischio minore di disturbi psicologici da adulti. Bambini che accumulano diverse esperienze positive hanno inoltre maggiori probabilità di successo e realizzazione personale, anche se sono più inclini a divorziare ed a mettere fine ad un rapporto infelice, proprio perché cercano di mantenere l’equilibrio che hanno sempre avuto e non accettano compromessi che penalizzano la soddisfazione personale.

Avere più opzioni ci aiuta a scegliere meglio. A differenza di quanto si credeva sinora, avere più possibilità non ci crea una paralisi decisionale, tutt’altro. Secondo uno studio di Sheena Iyengar della London Business School, ci aiuta a scegliere più in fretta l’opzione migliore. rabbia Un prodotto di qualità, ad esempio un vino pregiato, spicca maggiormente in mezzo a tanti altri.

La rabbia ci aiuta ad essere più razionali e maggiormente obiettivi, contrastando la tendenza innata a cercare conferma delle nostre convinzioni nell’ambiente circostante. Un atteggiamento che a volte ci spinge a notare delle evidenze ed a trarre delle conclusioni azzardate dove in realtà ci sarebbe da adottare uno spirito più critico. Ebbene, quando siamo arrabbiati, tendiamo ad essere più critici e ad accettare meno passivamente anche quello che avevamo dato per assodato in precedenza. A rivelarlo uno studio della University of California.

Foto | lethaargic; Ian Lamont www.bikeworker.com; Steve Snodgrass; Robert Couse-Baker; 401K

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