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Malattie sessualmente trasmissibili: quali sono, come curarle, come proteggersi

Le malattie sessualmente trasmissibili sono patologie infettive che si trasmettono per via sessuale. Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Malattie sessualmente trasmissibili: quali sono, come curarle, come proteggersi

Fonte immagine: Unsplash / Womanizer Toys

Le malattie sessualmente trasmissibili sono infezioni che si trasmettono per via sessuale. Dalla gonorrea alla clamidia, dalla sifilide all’HIV, queste patologie sono sempre più diffuse e ogni giorno colpiscono più di un milione di persone in tutto il mondo, soprattutto tra i più giovani.

Non tutte le malattie sessualmente trasmissibili possono essere curate in via definitiva. In molti casi, come per l’HIV, le terapie permettono di tenere sotto controllo la malattia e di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita, ma non di guarire. Ecco perché la prevenzione è importantissima. E’ fondamentale evitare i rapporti sessuali non protetti e usare sempre il preservativo, soprattutto in caso di partner occasionali. Anche la vaccinazione, disponibile contro alcune malattie sessualmente trasmissibili come l’infezione da Papilloma Virus Umano, è un’arma importante per proteggersi.

Scopri tutto quello che c’è da sapere sulle malattie sessualmente trasmissibili: dai virus che le causano ai sintomi con cui si manifestano, dai test per diagnosticarle alle terapie più efficaci. Nella nostra guida troverai anche l’elenco e le schede di approfondimento delle malattie sessualmente trasmissibili più comuni.

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Fonte: Unsplash / Becca Tapert

Cosa sono

Le malattie sessualmente trasmissibili (MST), definite anche infezioni sessualmente trasmesse (IST) o malattie veneree, sono infezioni che si trasmettono per contagio diretto attraverso il contatto sessuale.

Si tratta di un ampio gruppo di malattie infettive che possono essere causate da batteri, virus, protozoi, parassiti e funghi, che si trasmettono da persona a persona con il passaggio, attraverso le mucose, di liquidi biologici infetti. Il contagio avviene tipicamente – ma non esclusivamente – per via sessuale.

Queste malattie possono colpire gli organi genitali o altri organi e provocare sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze anche a lungo termine, come sterilità e tumori, soprattutto se non sono tempestivamente diagnosticate e trattate.

Tra le principali malattie sessualmente trasmissibili ci sono gonorrea, sifilide, clamidia, Papilloma Virus umano, herpes genitale, HIV, epatite B e C, tricomoniasi, candida.

Epidemiologia

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riportati dal Ministero della Salute, l’incidenza delle malattie sessualmente trasmissibili nel mondo è in costante aumento.

Ogni giorno vengono contratte più di un milione di infezioni a trasmissione sessuale. Ogni anno, 1 su 4 dei circa 375.000 milioni di nuove infezioni è una malattia sessualmente trasmessa: clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi. La fascia di età più esposta a questo tipo di patologie è rappresentata dai giovani di età compresa tra 15 e 24 anni.

Le malattie sessualmente trasmissibili possono restare asintomatiche anche per lunghi periodi o presentare sintomi non facilmente attribuibili a una IST: questo aumenta la probabilità di contagio e di cronicizzazione della patologia.

Cause

Le malattie sessualmente trasmissibili possono essere causate da batteri, virus, protozoi, parassiti e funghi. Come ricorda il Ministero della Salute, oggi sono noti circa 30 quadri clinici di IST, causati da oltre 20 patogeni sessualmente trasmessi.

Vediamo quali sono i principali e quali patologie determinano.

Batteri

  • Clamidia (Chlamydia trachomatis)
  • Gonorrea (Neisseria gonorrhoeae)
  • Sifilide (Treponema pallidum)
  • Ulcera venerea o cancroide (Haemophilus ducreyi)
  • Donovanosi o Granuloma inguinale (Klebsiella granulomatis)
  • Infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali (come Gardnerella vaginalis, Mycoplasma genitalium, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum, Streptococco di gruppo B).

Virus

  • Infezione da HIV (Virus dell’immunodeficienza umana)
  • Herpes genitale (Herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1)
  • Papilloma Virus umano – HPV
  • Epatite B (virus dell’epatite B – HBV) e Epatite C (virus dell’epatite C – HCV)
  • Mollusco contagioso (Poxvirus)
  • Infezione da cytomegalovirus (Cytomegalovirus)

Protozoi

  • Infezione da trichomonas (Trichomonas vaginalis)

Parassiti

  • Pediculosi del pube (Phtirus pubis), volgarmente chiamata “piattole”
  • Scabbia (Sarcoptes scabiei)

Funghi

  • Candidosi (Candida Albicans).
malattie sessualmente trasmissibili come si trasmettono
Fonte: Unsplash / Toa Heftiba

Come si trasmettono

Le IST si trasmettono prevalentemente per via sessuale, attraverso qualsiasi tipo di rapporto (vaginale, anale, orale) per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva).

La trasmissione sessuale, tuttavia, non è l’unica possibilità di contagio. Queste malattie, infatti, possono diffondersi anche:

  • attraverso il sangue (per esempio a causa di trasfusioni, per contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing)
  • con i trapianti di tessuto o di organi (è il caso di HIV, epatite, sifilide)
  • per passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (è il caso di HIV, epatite B, herpes genitale, sifilide, gonorrea, clamidia).

Le malattie sessualmente trasmissibili non si trasmettono attraverso il bacio, né bevendo nello stesso bicchiere di una persona infetta o stringendole la mano. Anche condividere i sanitari, per esempio nel caso dei bagni pubblici, è considerato a basso rischio perché la maggior parte dei microorganismi che causano malattie veneree non sopravvive a lungo fuori dal corpo.

Sintomi

I principali e più frequenti sintomi di una malattia sessualmente trasmissibile sono:

  • secrezioni anomale dei genitali, come perdite vaginali (leucorrea), perdite vaginali ematiche o secrezioni dal pene
  • dolore pelvico, che può essere accompagnato da febbre persistente o diarrea
  • comparsa di prurito e/o di lesioni di qualunque tipo (per esempio piaghe) nella regione dei genitali, dell’ano o della bocca
  • stimolo frequente ad urinare
  • bruciore o dolore alla minzione
  • dolore e sanguinamento durante e/o dopo i rapporti sessuali
  • ingrossamento dei linfonodi, soprattutto nell’area inguinale
  • eruzioni cutanee su tronco, mani e piedi.

I sintomi possono comparire alcuni giorni dopo, ma anche alcuni anni dopo l’infezione, a seconda della malattia. Spesso le IST restano asintomatiche a lungo o si manifestano con sintomi molto lievi e scarsamente riconoscibili. Questo favorisce la trasmissione dell’infezione da parte di soggetti che, non essendo consapevoli di averle contratte, hanno rapporti sessuali non protetti. L’assenza di una sintomatologia severa o facilmente attribuibile a una IST, inoltre, fa sì che la malattia spesso non venga trattata in tempo e possa causare alterazioni funzionali anche gravi, come nel caso della clamidia, che può danneggiare le tube e provocare infertilità.

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Fonte: Unsplash / National Cancer Institute

Diagnosi

In alcuni casi, le malattie sessualmente trasmissibili possono essere diagnosticate con una semplice visita specialistica attraverso l’esame delle lesioni presenti a livello genitale.

Più frequentemente, però, i sintomi non sono così evidenti e inequivocabili e per la conferma è necessario un esame di laboratorio. Possono essere effettuati:

  • esame del sangue
  • esame delle urine o della saliva
  • tampone (rettale, faringeo, cervicale o vaginale per la donna, uretrale o sullo sperma per l’uomo).

I test per le malattie sessualmente trasmissibili possono essere eseguiti negli ospedali. In tutta Italia attivi sono attivi dei Centri malattie sessualmente trasmissibili specializzati nella diagnosi e cura delle infezioni a trasmissione sessuale. In alternativa è possibile rivolgersi a centri diagnostici, pubblici o privati, autorizzati ad effettuare questo tipo di esami.

Nel caso dell’HIV, esiste anche un autotest disponibile in farmacia e acquistabile senza prescrizione medica. Si tratta di un test che permette di rilevare un’infezione da HIV contratta almeno tre mesi prima. Per eseguirlo, basta prelevare dal polpastrello un piccolo campione di sangue che il test analizzerà.

E’ importante che la diagnosi sia il più possibile tempestiva, sia per poter intervenire con la giusta terapia, alleviare i sintomi e scongiurare le complicanze, sia per evitare la trasmissione dell’infezione ad altre persone.

Cure

Il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili varia a seconda del tipo di infezione. Le IST causate da batteri sono in genere più facili da curare, mentre quelle provocate da virus non sempre possono essere curate e devono essere tenute sotto controllo nel tempo.

Se la malattia sessualmente trasmissibile ha avuto origine da batteri e protozoi, di solito vengono somministrati antibiotici per uso locale o sistemico. È consigliabile evitare i rapporti sessuali finché il trattamento non si è concluso e le eventuali lesioni non sono scomparse.
Le infezioni virali possono essere trattati con terapie antivirali (come nel caso dell’Herpes) o trattamenti chirurgici locali (come nel caso dell’HPV).

Per l’HIV non esistono ancora terapie in grado di eliminare definitivamente il virus. Tuttavia, con le attuali cure, è possibile modularne il decorso e assicurare a chi è HIV positivo un’aspettativa di vita equiparabile a quella di un soggetto non infetto.
Nel caso dell’epatite B, i farmaci antivirali possono combattere il virus e rallentare l’insorgenza di danni epatici.

Complicanze

Il decorso e le eventuali complicanze delle malattie sessualmente trasmissibili dipendono dal tipo di patologia, ma anche dalla tempestività della diagnosi, che permette di trattare subito l’infezione migliorandone la prognosi.

Alcune infezioni non sono fonte di particolare preoccupazione e si risolvono nel giro di alcuni giorni o di qualche settimana, come la candida. In altri casi, come per l’HIV o la sifilide, il quadro clinico è più complesso e può essere soggetto a complicanze anche serie, o addirittura letali.

Inoltre, come abbiamo visto, non sempre le malattie sessualmente trasmissibili hanno sintomi, o presentano una sintomatologia che permette di identificarle velocemente, quindi possono restare a lungo sconosciute producendo, nel frattempo, danni funzionali anche gravi.

Tra le complicanze più gravi di una malattia sessualmente trasmissibile non adeguatamente trattata ci sono:

  • sterilità
  • problemi in gravidanza (parto prematuro, aborto, morte intrauterina)
  • infezioni neonatali (agli occhi, ai polmoni)
  • tumori (come il carcinoma della cervice uterina o il tumore al fegato).

La presenza di una malattia sessualmente trasmissibile, inoltre, rende l’organismo più vulnerabile a contrarre l’HIV e a trasmetterlo. Le IST, infatti, producono lesioni a livello dei genitali che favoriscono l’ingresso e l’uscita del virus dell’HIV, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’offerta del test HIV a tutte le persone risultate positive per una IST. Trattare tempestivamente le malattie sessualmente trasmissibili, quindi, è anche un modo per proteggersi dall’HIV.

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Fonte: Unsplash / Deon Black

Prevenzione

La prevenzione è l’arma migliore per evitare di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e passa soprattutto attraverso l’adozione di comportamenti sessuali responsabili e la vaccinazione, quando disponibile.

Sul fronte dell’attività sessuale, per proteggersi da tutte le IST è importante:

  • evitare rapporti sessuali “a rischio” con partner occasionali.
  • Utilizzare sempre il preservativo, che è lo strumento più efficace per prevenire la trasmissione delle IST, soprattutto in caso di rapporti promiscui. E’ essenziale usarlo ad ogni rapporto e farlo in modo corretto. Questo limita non solo la trasmissione dell’infezione attraverso i liquidi organici, ma anche il rischio di contrarre per semplice contatto l’herpes genitale, la sifilide o il Papilloma Virus.

Accanto alle precauzioni di natura strettamente sessuale, è importante anche adottare altre misure di protezione più generali, ovvero:

  • non condividere oggetti come forbici, aghi, spazzolini da denti, rasoi.
  • Prima di fare un tatuaggio, assicurarsi che il professionista scelto segua tutte le procedure per la disinfezione e sterilizzazione degli strumenti.

Per quanto riguarda la vaccinazione, è disponibile un vaccino contro il Papilloma Virus Umano (HPV), che in Italia è raccomandato e offerto in modo attivo e gratuito dal Servizio Sanitario Nazionale (Pnpv 2017-2019) a ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 12 anni. Questa vaccinazione protegge dall’infezione e dal tumore della cervice uterina, per cui l’infezione da HPV rappresenta un fattore di rischio, oltre a prevenire la formazione di condilomi e lo sviluppo di tumori della regione ano-rettale e faringea.

Esiste un vaccino anche contro l’epatite B (HBV). E’ consigliato agli individui con sospetta infezione e fortemente raccomandato ai soggetti con comportamenti considerati a rischio, come gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM), i consumatori di sostanze e le persone con l’HIV. In Italia fa parte del vaccino esavalente, obbligatorio per tutti i neonati nel primo anno di vita.

Le malattie sessualmente trasmissibili più comuni: elenco e schede

Clamidia

La clamidia è una delle più comuni infezioni sessuali. E’ causata dal batterio Chlamydia trachomatis e si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale).

Spesso è asintomatica oppure caratterizzata da sintomi lievi, che rendono difficile riconoscerla. Le manifestano cliniche, se presenti, compaiono dopo 1-3 settimane dall’infezione.  Nelle donne, la principale è la cervicite, che può causare secrezioni, sanguinamento, irritazione e talvolta uretrite, con presenza di pus nelle urine e dolore e bruciore alla minzione. Anche negli uomini la clamidia può provocare uretrite, con secrezioni, irritazione e prurito. A volte può causare infiammazione, ingrossamento e dolore ai testicoli.

La cura della clamidia prevede la somministrazione di antibiotici dietro prescrizione medica.

Se non trattata tempestivamente, questa infezione può progredire e causare complicanze molto severe a carico dell’apparato riproduttivo, specie nelle donne. Può infatti diffondersi dalla cervice al tratto riproduttivo superiore (utero, tube di Falloppio, peritoneo pelvico) causando la malattia infiammatoria pelvica (Mip), che può provocare sterilità.

Nelle donne in gravidanza, la clamidia può causare parto prematuro ed essere trasmessa al bambino, determinando problematiche come congiuntivite e polmonite. Per questo, in Italia è previsto lo screening per Chlamydia trachomatis nelle donne in gravidanza con fattori di rischio riconosciuti, alla prima vista prenatale e anche al terzo trimestre di gravidanza se i fattori di rischio permangono.

Nell’uomo, la clamidia non adeguatamente curata può raggiungere i testicoli e causare dolore e febbre, più raramente sterilità.

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Fonte: Unsplash / We Vibe Toys

Gonorrea

La gonorrea è causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae e, insieme alla clamidia, è una delle infezioni sessuali più diffuse. Si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale) ed è spesso asintomatica.

I sintomi, quando presenti, compaiono dopo 1-7 giorni dall’infezione. Tra le donne, le più comuni sono l’uretrite, con bruciori e difficoltà a urinare, oppure la cervicite, che causa dolore durante o dopo i rapporti sessuali, prurito vaginale e/o difficoltà a urinare. Agli uomini, la gonorrea può causare secrezioni, bruciori e difficoltà a urinare.

Questa infezione batterica viene generalmente curata con una terapia antibiotica. Le complicanze, in caso di diagnosi e trattamento non tempestivi, sono soprattutto a carico dell’apparato riproduttivo, in particolare quello femminile, perché come nel caso della clamidia l’infezione può diffondersi e causare la malattia infiammatoria pelvica, che ha tra le sue conseguenze la sterilità.

Se contratta in gravidanza, la gonorrea può causare rottura prematura delle membrane, ritardo di crescita intrauterina, parto pretermine e può essere trasmessa al neonato al momento del parto, provocando una congiuntivite (questa condizione è ormai scomparsa nei paesi industrializzati). In Italia, lo screening di routine per la gonorrea non è raccomandato in gravidanza, ma deve essere offerto alle donne a rischio di infezione.

Nell’uomo, la principale complicanza della gonorrea è l’epidididemite (infiammazione, ingrossamento e dolore ai testicoli).

Sifilide

Anche la sifilide è una delle malattie sessualmente trasmesse più diffuse nel mondo. E’ causata dal batterio Treponema pallidum. Si trasmette attraverso i rapporti sessuali e con il sangue, oltre a poter essere trasmessa dalla madre infetta al nascituro, durante la gravidanza, al momento del parto o con l’allattamento.

La sifilide si sviluppa in diversi stadi:

  • stadio primario: i sintomi compaiono tra 10 e 90 giorni dopo il contagio e si manifestano per lo più con un’ulcera (sifiloma) sui genitali, sull’ano, in bocca o in gola. L’ulcera guarisce spontaneamente nel giro 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo decorso.
  • Stadio secondario: è riconoscibile per la comparsa sulla pelle di macchie rosate di varia forma, che interessano prima il tronco e poi gli arti, mai il volto.  Anche senza terapia, i sintomi scompaiono, ma l’infezione continua a progredire.
  • Stadio latente: è uno stadio asintomatico in cui la malattia resta tuttavia presente. Può durare fino a due anni. Nello stadio latente, la sifilide può ancora essere curata: la maggior parte delle persone, se trattate correttamente, guarisce.
  • Stadio tardivo: si presenta molti anni (10-30) dopo il contagio se la sifilide non è stata trattata e comporta gravi manifestazioni che possono interessare qualsiasi organo, dall’apparato cardiovascolare al sistema nervoso centrale.

La terapia antibiotica prevalente in caso di sifilide consiste nella somministrazione di penicillina, in dosaggi e per periodi diversi a seconda dello stadio della malattia. Questo trattamento è efficace anche nel prevenire la trasmissione dell’infezione al feto in gravidanza. In Italia lo screening sierologico per sifilide è raccomandato a tutte le donne alla prima visita in gravidanza e alla fine della gestazione.

Scopri di più nel nostro articolo “Sifilide: sintomi, cause e cure della malattia sessualmente trasmissibile“.

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Fonte: Unsplash / We Vibe Toys

Infezione da HIV/AIDS

L’infezione da HIV è causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV, Human Immunodeficiency Virus), un virus a RNA della famiglia dei retrovirus.

Spesso asintomatica o non riconosciuta perché simile ad altre infezioni virali, l’infezione da HIV evolve in una forma cronica che, se non trattata, compromette progressivamente le difese immunitarie (immunodepressione). Il sistema immunitario, quindi, non riesce più a proteggere l’organismo da altri virus, batteri, parassiti o tumori. L’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome), o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione.

Come si trasmette l’HIV

Chi si infetta con il virus dell’HIV diventa sieropositivo e può trasmettere l’infezione ad altre persone. Tra il contagio e la positivizzazione intercorre un “periodo finestra” che può durare qualche settimana: in questo periodo, la persona infetta è già in grado di trasmettere l’infezione, anche se risulta ancora negativa al test.

La trasmissione può avvenire:

  • per via sessuale: è la modalità più diffusa al mondo.
  • Per via ematica, attraverso trasfusioni di sangue infetto o attraverso lo scambio di siringhe infette. La trasmissione attraverso trasfusioni è stata praticamente eliminata dagli anni Novanta grazie al controllo scrupoloso delle unità di sangue, ma resta la principale modalità di diffusione dell’infezione tra chi fa uso di droghe per via iniettiva, a causa dello scambio di siringhe.
  • Per via materno-fetale: l’infezione da HIV può essere trasmessa dalla mamma al bambino in gravidanza, durante il parto o con l’allattamento. Le attuali terapie con farmaci antivirali, somministrati alla donna in gravidanza e al neonato nelle prime 6 settimane di vita, hanno permesso di ridurre drasticamente questo rischio.

Il virus dell’HIV non si trasmette attraverso:

  • strette di mano, baci e abbracci
  • contatto con saliva, lacrime, sudore, muco, urina e feci della persona infetta
  • condivisione di posate, piatti, sanitari, asciugamani e lenzuola
  • punture di insetti
  • frequentazione di luoghi pubblici come palestre, piscine, bagni, scuole, ambienti di lavoro, ristoranti, bar, mezzi di trasporto.

I sintomi

L’infezione da HIV può restare per anni asintomatica e diventare evidente solo al manifestarsi di una o più malattie che vengono definite “indicative di AIDS”. Si tratta in molti casi di infezioni che normalmente non colpiscono le persone sane ma possono interessare chi ha un sistema immunitario indebolito dall’HIV, causando patologie come la pneumocistosi, un particolare tipo di polmonite, la toxoplasmosi e la tubercolosi, ma anche meningiti, encefaliti, retiniti, esofagiti.

Nella forma acuta, l’infezione da HIV può presentare un’ampia varietà di manifestazioni, come febbre, dolori muscolari, diarrea, cefalea, rash cutaneo, ingrossamento dei linfonodi. Nella forma cronica possono esserci sintomi come perdita di peso, astenia, candidosi orale o genitale.

Diagnosi e terapie

Il test per l’HIV è lo strumento principale per sapere se si è stati infettati dal virus: si effettua con un normale prelievo di sangue, nella maggior parte dei servizi sanitari viene eseguito senza ricetta medica, è gratuito e anonimo. La diagnosi tempestiva permette di usufruire di un’assistenza medica precoce e di sottoporsi alle cure, che oggi sono in grado di migliorare sia la qualità che l’aspettativa di vita.

La terapia si basa su diversi farmaci antiretrovirali con differenti meccanismi di azione, spesso somministrati contemporaneamente (terapia combinata). I trattamenti attualmente disponibili non permettono di guarire dall’infezione, ma consentono di tenerla sotto controllo. Accanto ai farmaci, da anni sono in corso studi per mettere a punto un vaccino che possa prevenire l’infezione o migliorare il decorso della malattia in chi è infetto.

Herpes genitale

L’herpes genitale rappresenta la più diffusa patologia ulcerativa a trasmissione sessuale nel mondo.

E’ un’infezione causata dall’Herpes simplex virus (HSV), di cui esistono due tipi: il tipo 2 (HSV-2), che provoca principalmente l’herpes genitale, e il tipo 1 (HSV-1), che per lo più è responsabile dell’herpes labiale ma a cui negli ultimi anni sono attribuibili sempre più casi di herpes genitale. In questo caso, l’infezione viene trasmessa durante un rapporto orale attraverso il contatto diretto dei genitali con le vescicole presenti sulle labbra o nella bocca di chi è infetto.

Si tratta di un virus molto contagioso, nella maggior parte dei casi asintomatico. Contro l’herpes genitale non esiste una cura perché, una volta contratta l’infezione, il virus resta latente nell’organismo per tutta la vita e può riattivarsi se le difese immunitarie si indeboliscono. Tuttavia, la fase attiva può essere trattata in modo efficace con farmaci antivirali.

Scopri di più su questa infezione nel nostro articolo: “Herpes genitale: sintomi, cure e prevenzione”.

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Fonte: Unsplash / Joanna Nix Walcup

Infezione da Papilloma Virus (HPV)

Si tratta di un’infezione causata dal Papilloma Virus Umano, o HPV (dall’inglese Human papilloma virus).

Di questo virus esistono oltre 100 sottotipi in grado di infettare l’uomo, quasi la metà dei quali può provocare patologie del tratto ano-genitale, sia benigne che maligne, come i tumori. I tipi di HPV a basso rischio di trasformazione neoplastica sono associati a lesioni benigne come i condilomi genitali.

L’infezione da Papilloma Virus, tuttavia, può anche progredire verso il carcinoma del collo dell’utero (cervicocarcinoma o carcinoma della cervice uterina), per cui rappresenta uno dei principali fattori di rischio, e causare anche altre tipologie di tumori (ano, vagina, pene, vulva).

Per prevenire il cervicocarcinoma sono disponibili programmi di screening, che inizialmente si basavano solo sul pap-test (in Italia raccomandato ogni 3 anni alle donne tra 25 e 64 anni). Poi è stato introdotto l’HPV test, un test molecolare per la ricerca del DNA di Papilloma Virus, che in Italia è offerto ogni 5 anni alle donne tra i 30 e i 64 anni.

Contro l’infezione da HPV è disponibile anche un vaccino, che in Italia è raccomandato e offerto gratuitamente a ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 12 anni. La vaccinazione è consigliata anche alle donne di 25 anni in previsione di una possibile gravidanza.

Nel nostro articolo, ti spieghiamo tutto sul “Papilloma virus: i sintomi, come si trasmette, come si cura e la prevenzione con vaccino”.

Epatite B

L’epatite B è un’infezione causata dal virus HBV e si trasmette per via sessuale, ma anche per via parenterale (attraverso trasfusioni di sangue o emoderivati contaminati) e perinatale, cioè da madre a figlio.

Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica, mentre quando evolve in malattia (epatite acuta) può presentare una sintomatologia vaga e poco specifica, con disturbi addominali, nausea, vomito, a volte ittero. La maggior parte delle persone adulte con epatite acuta, anche quando hanno sintomi severi, recuperano pienamente. In circa il 5-10% degli adulti, la malattia può cronicizzarsi: nel 10% dei casi, l’epatite cronica evolve in cirrosi epatica, che può portare a complicanze come insufficienza epatica e cancro al fegato (epatocarcinoma).

Per chi soffre della forma acuta di epatite, spesso non serve alcun trattamento, mentre quando l’epatite è diventata cronica la terapia prevede solitamente la somministrazione di antivirali. Nei casi in cui l’epatite ha compromesso la funzionalità del fegato è possibile valutare un trapianto.

Contro l’infezione da HBV esiste un vaccino che fornisce un’immunità di lunga durata. In Italia, dal 1991 la vaccinazione è obbligatoria per tutti i nuovi nati. Si effettua con il cosiddetto vaccino esavalente, che protegge anche da difterite, tetano, pertosse, polio e infezioni da Haemophilus influenzae tipo b e viene somministrato in tre dosi (al terzo, al quinto e al dodicesimo mese) nel primo anno di vita.

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Fonte: Unsplash / Ed Us

Epatite C

L’epatite C è un’infezione causata da un hepacavirus (HCV) che si trasmette per contatto diretto con il sangue infetto. I casi di trasmissione per via sessuale sono documentati ma meno frequenti rispetto al virus HBV. Anche il contagio madre-figlio è più raro che per l’epatite B.

L’infezione acuta iniziale è nella maggior parte dei casi asintomatica. Le manifestazioni cliniche della malattia includono anoressia, nausea, vomito, febbre, dolori addominali e ittero. Nella maggior parte dei casi, fino all’85%, l’epatite C si cronicizza e, nel 20-30% dei pazienti, nell’arco di 10-20 anni può causare cirrosi e successivo epatocarcinoma, con problematiche anche molto gravi a carico del fegato.

Nei pazienti asintomatici o con danni di lievissima entità al fegato, il trattamento non sempre è necessario: può essere sufficiente monitorare periodicamente i valori epatici. Nei casi più gravi, la terapia d’elezione è quella con antivirali che permettono di eliminare completamente il virus. In caso di fegato fortemente compromesso dalla malattia, è possibile valutare un trapianto.

Contro l’epatite C non è ancora disponibile un vaccino.

Tricomoniasi

La tricomoniasi è tra le infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse. E’ causata da un protozoo, il Trichomonas vaginalis, e si trasmette attraverso rapporti sessuali di ogni tipo.

Può decorrere senza sintomi oppure causare manifestazioni cliniche dopo 4-28 giorni dall’infezione. Nelle donne, i disturbi includono prurito o bruciore ai genitali esterni e perdite vaginali giallastre. Gli uomini possono soffrire di una modesta secrezione uretrale e di bruciori urinari.

Le complicanze sono poco frequenti e riguardano la tricomoniasi non trattata, che nelle donne, molto raramente, può causare sterilità.

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici specifici. La trasmissione da madre a figlio è rara, anche se sono stati segnalati casi di contagio del bambino durante il parto. Se contratta in gravidanza, questa infezione può portare a parto pretermine, ma lo screening di routine non è raccomandato.

Candida

Candida è un termine comunemente utilizzato come sinonimo di candidosi o candidiasi, un’infezione causata da un fungo. Secondo la comunità medica, la candida non può essere considerata una vera malattia sessualmente trasmissibile, anche se il contagio può avvenire per via sessuale, oltre che per l’uso promiscuo di oggetti infetti come gli asciugamani.

La maggior parte dei casi di candida sono attribuibili alla Candida Albicans, una specie di funghi che abita normalmente sulle mucose genitali e nel cavo orale. In particolari condizioni, per esempio se il sistema immunitario è indebolito, durante una terapia antibiotica o nelle donne che usano la pillola, questo fungo può crescere in modo più abbondante e causare infezioni a livello genitale, sia nell’uomo che nella donna (uretriti, prostatiti, vulvovaginiti).

Tra i sintomi tipici della candida vaginale ci sono prurito, secrezioni biancastre (dalla consistenza simile a quella della ricotta), bruciore e dolore alla minzione. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antimicotici, in genere sotto forma di ovuli e creme da applicare localmente.

Vuoi restare aggiornato sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulle misure di prevenzione, sulle terapie disponibili e sui progressi della ricerca? Leggi gli approfondimenti della sezione “Salute” di Benessereblog.

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