Benessereblog Salute Malattie Malattia di Graves: sintomi, cause e cura

Malattia di Graves: sintomi, cause e cura

La Malattia di Graves è una patologia che colpisce le ghiandole tiroidee. Vediamo come riconoscerla, quali sono i sintomi e i trattamenti per combatterla.

Malattia di Graves: sintomi, cause e cura

Fonte immagine: Pixabay

La malattia di Graves, anche nota con il nome di “Sindrome di Basedow-Graves” o “morbo di Basedow” è una malattia autoimmune che colpisce la funzionalità di una piccola ghiandola, la tiroide. Più esattamente, questa patologia rappresenta forse la più comune causa di ipertiroidismo, una condizione in cui la tiroide produce un eccessivo quantitativo di ormoni.

Normalmente, la funzionalità della ghiandola tiroidea dipende da un ormone che viene secreto da un’altra ghiandola, l’ipofisi, situata proprio alla base dell’encefalo. Quest’ultima produce l’ormone tireotropo (TSH), che a sua volta ha la funzione di stimolare la tiroide a produrre gli ormoni T3 e T4.

Nei pazienti con malattia di Graves, il sistema immunitario funziona in modo anomalo e produce degli anticorpi che, anziché difendere il corpo da agenti esterni patogeni, inducono la ghiandola tiroidea a produrre un quantitativo eccessivo di ormoni T3 e T4. Tutto ciò porterà, di conseguenza, allo sviluppo di una forma di ipertiroidismo caratterizzata soprattutto da disturbi oculari, gonfiore e altri sintomi.

Ma chi corre più rischi di soffrire di questa malattia? E quali sono i sintomi da sottoporre all’attenzione del medico? In questo articolo vedremo come riconoscere la Sindrome di Basedow-Graves, scopriremo come viene effettuata la diagnosi e come affrontare questa patologia.

Fattori di rischio

Fonte: Pixabay

La Sindrome di Basedow-Graves può colpire persone di entrambi i sessi, ma si manifesta con più frequenza nelle donne rispetto che negli uomini. Questa condizione rappresenta oltre il 50% dei casi di ipertiroidismo, e i suoi sintomi si manifestano generalmente fra i 40 e i 60 anni di età, ma possono esordire anche in età molto precoce (durante l’infanzia) o avanzata.

Corrono maggiori rischi di ammalarsi le persone che soffrono già di altre malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1 o il Lupus, o coloro che hanno dei familiari affetti da questa condizione.

Tra i fattori che possono aumentare il rischio di soffrire del morbo di Graves, nelle persone geneticamente predisposte rientrano anche lo stress, la gravidanza o il parto, il vizio del fumo e infezioni da Epstein-Barr virus.

Malattia di Graves: sintomi

I sintomi del morbo di Graves sono numerosi. Normalmente la malattia si sviluppa lentamente e i sintomi tendono a essere diversi da persona a persona. Questi ultimi sono riassunti nella cosiddetta Triade di Merseburg, e sono:

  1. Comparsa del gozzo tiroideo, un aumento del volume della tiroide
  2. Tachicardia
  3. Esoftalmo, sporgenza dei globi oculari, che appaiono fuori dalle orbite.

Naturalmente, dal momento che la malattia colpisce il funzionamento della tiroide, i sintomi che ne derivano sono molti di più, e possono comprendere:

  • Visione doppia
  • Difficoltà di concentrazione
  • Lacrimazione eccessiva
  • Disturbi allo stomaco
  • Frequente stanchezza
  • Tremore alle mani
  • Disturbi nella sfera sessuale
  • Eccessiva sensibilità alla luce (fotosensibilità)
  • Insonnia
  • Nervosismo
  • Alterazioni del ciclo mestruale
  • Sudorazione eccessiva
  • Perdita di peso apparentemente immotivata
  • Pelle più spessa e rossastra, condizione nota anche come dermopatia di Graves che può essere tenuta a bada grazie all’applicazione di creme specifiche e bendaggi.

La malattia di Graves nei bambini può causare anche un ritardo nella crescita e nello sviluppo, oltre che un ritardo nell’esordio del periodo puberale.

Malattia di Graves occhi

Fonte: Pixabay

Abbiamo visto che una delle principali manifestazioni della malattia riguarda proprio la salute degli occhi. La malattia di Graves può infatti provocare un disturbo noto con il nome di esoftalmo (oftalmopatia di Graves), che colpisce generalmente il 30% dei pazienti. Ciò può tradursi in sintomi come:

  • Palpebre gonfie
  • Sporgenza del bulbo oculare verso l’esterno
  • Occhi secchi
  • Disturbi alla vista
  • Dolore agli occhi
  • Fotosensibilità
  • Visione doppia
  • Irritazione oculare
  • Danneggiamento della cornea, con conseguente perdita della vista (evento che riguarda solo una piccola percentuale dei pazienti).

Si è osservato che i più gravi sintomi dell’oftalmopatia di Graves interessano i pazienti che fumano sigarette. La gravità dei sintomi dell’esoftalmo legato al morbo di Graves non è direttamente proporzionale alla gravità dell’ipertiroidismo.

Chi è affetto da simili sintomi potrebbe trarre giovamento da alcune modifiche nello stile di vita e nei comportamenti quotidiani. In particolare, può essere utile applicare degli impacchi sugli occhi con acqua fresca per alleviare bruciore e dolore, ed evitare di esporsi a luci troppo intense. Sarà inoltre utile ridurre la secchezza oculare applicando regolarmente delle gocce e lacrime artificiali, e naturalmente evitare il vizio del fumo che, come abbiamo visto, potrebbe aggravare la sintomatologia.

Le conseguenze della Sindrome di Basedow-Graves

Come ogni malattia, anche la Sindrome di Basedow-Graves può avere delle conseguenze per la salute, specialmente se non riconosciuta e se non trattata nel modo più opportuno. In particolar modo, se non curata, la malattia può aumentare il rischio di soffrire di:

  • Disturbi del ritmo cardiaco
  • Complicazioni in gravidanza, con un maggior rischio di parto prematuro, gestosi, aborto spontaneo, disfunzione tiroidea fetale
  • Osteoporosi: un’eccessiva esposizione a quantità anomale di ormoni tiroidei può provocare fragilità ossea nei pazienti.
  • Tempesta tiroidea (anche detta “crisi tireotossica”): si tratta di una condizione potenzialmente letale, che si verifica quando vi è un eccessivo e repentino aumento degli ormoni tiroidei. Questa condizione può provocare sintomi come nausea, vomito, febbre, diarrea, convulsioni, irregolarità del battito cardiaco, ittero, collasso e coma.

Malattia di Graves diagnosi

malattia di Graves
Fonte: Pixabay

Come si diagnostica il morbo di Graves? Per prima cosa, bisogna sapere che il medico di riferimento, in situazioni del genere, è l’endocrinologo. Quest’ultimo analizzerà i sintomi manifestati dal paziente, e richiederà l’esecuzione di alcune analisi di laboratorio, necessarie per verificare la funzionalità tiroidea.

Gli esami saranno volti a valutare i livelli di ormoni TSH, T4 libero, T3 libero e T3 totale, e verranno eseguiti mediante un semplice prelievo di sangue.

Malattia di Graves cura

Dopo aver appreso cosa è il morbo di Graves e quali sono le potenziali conseguenze, è importante individuare i trattamenti più adatti per affrontare e gestire la malattia. Obiettivo primario del trattamento sarà quello di regolarizzare il livello di ormoni tiroidei e alleviare i sintomi della patologia.

Per far ciò, il medico consiglierà una delle seguenti strategie.

Farmaci beta-bloccanti

La funzione di tali farmaci è quella di ridurre gli effetti dell’eccesso di ormoni tiroidei sull’organismo del paziente. Tale strategia non può essere adottata a lungo termine, ma risulta utile in attesa che venga stabilito il trattamento definitivo.

Farmaci antitiroidei

Trattamenti a base di medicinali antitiroidei vengono adottati per ridurre le funzionalità della tiroide e spingerla, quindi, a produrre meno ormoni.

Terapia con iodio radioattivo

Tale trattamento prevede la somministrazione di elevate dosi di iodio radioattivo (iodio131). Questo andrà a concentrarsi nella tiroide e ne distruggerà le cellule. In tal modo, si ridurrà il tessuto tiroideo e, di conseguenza, anche la quantità di ormoni tiroidei rilasciati risulterà ridotta. Questo trattamento non è indicato per le donne in gravidanza o durante i mesi dell’allattamento. In seguito a un simile trattamento, è richiesta una terapia apposita per normalizzare i livelli di ormoni tiroidei.

Intervento chirurgico

In alcuni casi può essere richiesto un intervento volto a rimuovere parte della ghiandola tiroidea (tiroidectomia). Anche in questo caso, un simile approccio comporta la necessità di seguire una terapia ormonale sostitutiva per compensare la mancanza di ormoni tiroidei.

In generale, i pazienti possono trarre giovamento dall’adozione di sane abitudini di vita, come lo svolgimento di regolare attività fisica, o l’adozione di una dieta sana e bilanciata.

Seguici anche sui canali social

Altri articoli su Malattie autoimmuni