Gli esperti sottolineano il legame tra equilibrio del microbiota intestinale e prevenzione di patologie croniche
L’attenzione verso un microbiota sano si conferma sempre più centrale nel dibattito medico-scientifico per il suo ruolo cruciale nel mantenimento della salute generale. L’insieme dei microrganismi che popolano il nostro organismo, in particolare quello intestinale, svolge infatti funzioni essenziali che vanno ben oltre la semplice digestione, influenzando il sistema immunitario, il metabolismo e persino la salute mentale.
Il microbiota rappresenta un ecosistema complesso costituito da batteri, virus e funghi che vivono in simbiosi con l’organismo umano. Pur essendo presente in vari distretti corporei come la pelle e l’apparato respiratorio, è quello intestinale a rivestire un’importanza primaria.
L’intestino fornisce nutrimento a questi microrganismi, i quali a loro volta svolgono funzioni fisiologiche imprescindibili per il benessere fisico e mentale. Tra queste, la digestione e la fermentazione delle fibre alimentari, la produzione di vitamine del gruppo B, la modulazione del sistema immunitario e la protezione contro patogeni. Inoltre, il microbiota contribuisce a mantenere l’integrità della mucosa intestinale, preservando così l’equilibrio complessivo dell’organismo.
Prevenzione di malattie e disturbi correlati a un microbiota alterato
Una disbiosi intestinale, ovvero uno squilibrio nella composizione dei microrganismi intestinali, è associata a diverse patologie. Uno squilibrio può favorire condizioni quali la sindrome dell’intestino irritabile, le malattie infiammatorie croniche intestinali e il tumore del colon-retto, dove alcuni batteri possono promuovere infiammazioni e mutazioni cellulari.

L’importanza della salute intestinale – (benessereblog.it)
Oltre a queste malattie gastrointestinali, il microbiota svolge un ruolo chiave nel metabolismo e quindi nella prevenzione di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, influenzando i livelli di zuccheri e lipidi nel sangue. Non meno rilevanti sono le connessioni emergenti tra microbiota e salute mentale: alterazioni nell’ecosistema microbico intestinale sono state collegate a disturbi come ansia, depressione e, più recentemente, a malattie neurodegenerative quali morbo di Parkinson e Alzheimer.
Il microbiota non opera isolatamente: dialoga costantemente con il sistema immunitario e il cervello attraverso un complesso sistema di segnali chimici, metabolici e nervosi. Circa il 70% delle cellule immunitarie si trova nell’intestino, dove viene educato a discriminare tra sostanze innocue e potenziali minacce, grazie all’interazione con i batteri.
Questa relazione è fondamentale per evitare risposte infiammatorie inappropriate e mantenere la tolleranza immunitaria verso l’organismo stesso. Parallelamente, l’asse intestino-cervello, mediato dal nervo vago e da vie immunitarie e ormonali, consente ai microrganismi intestinali di influenzare la produzione di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, regolatori dell’umore, del sonno e della percezione del dolore. Di conseguenza, un microbiota equilibrato è essenziale per l’equilibrio psicofisico dell’intero organismo.
Ogni individuo possiede un proprio microbiota unico, il cui equilibrio può essere alterato da molteplici fattori. Tra le cause più comuni di disbiosi vi sono una dieta povera di fibre e ricca di zuccheri, grassi e proteine animali, l’uso prolungato di antibiotici, lo stress cronico, la mancanza di sonno e uno stile di vita sedentario. Patologie croniche come il diabete o le malattie infiammatorie intestinali possono anch’esse contribuire a destabilizzare questo delicato ecosistema.
Per ripristinare la biodiversità microbica, si raccomanda innanzitutto un’alimentazione varia, ricca di fibre vegetali provenienti da frutta, verdura, legumi e cereali integrali. Accanto a questa, l’assunzione di probiotici (microrganismi vivi presenti in alimenti fermentati come yogurt e kefir) e prebiotici (fibre che favoriscono la crescita dei batteri benefici) può favorire il riequilibrio della flora intestinale. In casi più complessi, come nelle malattie infiammatorie croniche o dopo cicli antibiotici prolungati, si può ricorrere anche al trapianto di microbiota fecale, una procedura che consente di reintegrare direttamente una flora intestinale sana.

Per un microbiota sano - (benessereblog.it)












