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Fertilità maschile, vegetariani a rischio?

Un nuovo studio sembra puntare il dito contro un'alimentazione priva di carne, ma il vero problema associato alla dieta vegetariana sarebbe un altro

Fertilità maschile, vegetariani a rischio?

Quale approccio è migliore di quello dei vegetariani per garantirsi un’alimentazione ricca di frutta e verdura? Nessuno, verrebbe da rispondere, soprattutto alla luce dei benefici associati a una dieta vegetariana ben equilibrata. Oggi, però, un nuovo studio getta dei dubbi sulla salubrità di questa scelta. A presentarlo al 70mo convegno annuale dell’American Society for Reproductive Medicine di Honolulu sono stati i ricercatori della Scuola di Medicina della Loma Linda University, in California, secondo cui una dieta vegetariana potrebbe minacciare la fertilità maschile.

Gli scienziati hanno infatti scoperto che i vegetariani producono uno sperma meno concentrato e spermatozoi con ridotte capacità motorie. A svelarlo sono state le analisi di campioni di sperma raccolti tra il 2009 e il 2013, secondo cui nel caso dei vegetariani la concentrazione è di 51 milioni di spermatozoi per millilitro di sperma a fronte dei 70 milioni per millilitro nello sperma dei non-vegetariani. La motilità dello sperma è risultata invece del 33% afronte del 58% tipico dei non-vegetariani.

Parametri simili – che, precisano gli esperti, non ricadono comunque nei casi di infertilità – sono stati riscontrati anche nei vegani. E’ un problema di mancanza di carne? In realtà i ricercatori ipotizzano che il problema possa essere un altro: l’assunzione di composti estrogenici o di residui chimici attraverso i prodotti dell’orto.

Questa ipotesi troverebbe un riscontro nei risultati di un altro studio presentato allo stesso convegno dai ricercatori dell’Harvard School of Public Health e del Massachusetts General Hospital. Basandosi su questionari alimentari compilati da 155 uomini che si sono rivolti tra l’aprile del 2007 e il giugno del 2012 al centro per la fertilità del Massachusetts General Hospital e sui dati sui residui di pesticidi messi a disposizione dal Ministero dell’Agricoltura statunitense i ricercatori hanno scoperto che la motilità dello sperma di chi mangiava più frutta e verdura contaminata da pesticidi era inferiore del 70% rispetto a quella di chi mangiava meno prodotti contaminati. Non solo, un’elevata assunzione di pesticidi è stata associata a una riduzione del 64% del numero di spermatozoi con una forma normale.

Come ha sottolineato Paul Turek, presidente della Society for Male Reproduction and Infertility “gli uomini che vogliono ottimizzare la loro salute riproduttiva devono preoccuparsi di scegleire frutta e verdura coltivate con bassi livelli di pesticidi, che sono meno contaminati. La nutrizione”, ha ricordato l’esperto, “è importante per garantirsi una buona salute riproduttiva, ma il cibo che fa bene può contenere anche altre sostanze non altrettanto buone”. Meglio, insomma, stare attenti a quello che si mette nel piatto: un’alimentazione “sana” non è solo bilanciata in termini di nutrienti, ma anche libera da sostanze nocive per la salute.

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Via | American Society for Reproductive Medicine

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