Benessereblog Salute Malattie Disabili e malati di Sla al Ministero dell’Economia: no ai tagli

Disabili e malati di Sla al Ministero dell’Economia: no ai tagli

Chiedono che siano stanziati più fondi per l'assistenza domiciliare e sono disposti a lasciarsi morire

Disabili e malati di Sla al Ministero dell’Economia: no ai tagli

Si sono riuniti di fronte alla sede romana del Ministero dell’Economia, “pronti a morire”, i malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) e di altre gravi patologie disabilitanti che chiedono risposte circa la decisione del Governo Monti di ridurre il fondo per l’assistenza a domicilio, il cosiddetto “fondo Letta”.

Infatti nonostante le promesse di Elsa Fornero e Renato Balduzzi sul ripristino del fondo, ottenute grazie a uno sciopero della fame nello scorso mese di ottobre, sembra che i malati non autosufficienti debbano ancora fare i conti con il contenimento della spesa pubblica previsto dalla spending review. I 350 milioni destinati alla non autosufficienza sarebbero stati ridotti a circa 200 anche se Vincenzo Grilli, Ministro dell’Economia, aveva rassicurato sulla disponibilità dei fondi.

Le promesse, quindi, si starebbero traducendo in un “nulla di fatto”. Per questo Salvatore Usala, presidente del “Comitato 16 Novembre” a sua volta affetto da Sla, si è recato questa mattina davanti al Ministero, dove sono giunti anche altri malati (e i loro accompagnatori), alcuni, Usala incluso, senza portare con loro le batterie di scorta per il respiratore artificiale che li aiuta a rimanere in vita.

I malati, in sciopero della fame parziale già dalla scorsa settimana, iniziano oggi uno sciopero della fame totale per richiamare l’attenzione sulle loro richieste. Usala ha spiegato:

Non chiediamo elemosine, vogliamo diritti. Non vogliamo vivere a tutti i costi una vita indegna.

Oltre a migliorare la qualità di vita dei malati, secondo il Comitato lo stanziamento di fondi adeguati porterebbe anche a un risparmio per lo stato. Raffaele Pennacchio, membro del consiglio direttivo del Comitato, ha spiegato che

se si finanzia l’assistenza in casa lo Stato risparmia rispetto a quella nelle strutture. Vogliamo proposte concrete, ci hanno offerto un fondo di 200 milioni ma ne servono almeno il doppio.

Via | Corriere della Sera
Foto| Flickr

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