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Covid e infertilità: durante il lockdown meno coppie si sono rivolte all’andrologo

Durante il lockdown da Covid, meno coppie hanno chiesto lumi al medico sulla propria condizione di fertilità. I dati non sono incoraggianti.

Covid e infertilità: durante il lockdown meno coppie si sono rivolte all’andrologo

Prima della pandemia da Covid era una coppia infertile ogni quattro a trascurare diagnosi e terapie per trattare la propria condizione. Ma con il lockdown è peggiorato tutto e a dirlo è una fonte autorevole, la Società Italiana di Andrologia. La SIA ha infatti evidenziato come adesso il 50% delle coppie non si rivolga all’andrologo, spesso compromettendo del tutto la possibilità di avere figli.

In un documento, che verrà presentato il 2 e 3 luglio prossimi, durante la Conferenza di Consenso della SIA a Palermo, sono evidenziati invece i protocolli più efficaci in caso di infertilità maschile. Ma anche gli interventi diagnostici utili a comprendere la condizione in maniera più approfondita.

Anche in caso si desideri accedere alla PMA, o Procreazione Medicalmente Assistita, la strada del trattamento per l’infertilità va imboccata. Il documento della SIA evidenzia tutte le procedure diagnostiche, i tempi ed i modi per eseguire gli esami, come anche le modifiche allo stile di vita da attuare per lui.

È infatti necessario trattare il problema dell’infertilità maschile a 360°, parlando sì di cure e assunzione di integratori, ma anche di controlli e abitudini più salutari. Anche e soprattutto, come già detto prima, in vista di una PMA.

L’opinione della SIA sul problema infertilità maschile

Il professor Alessandro Palmieri, docente presso l’Università Federico II di Napoli, nonché Presidente della SIA, ha affermato:

Un maggior successo della PMA o una gravidanza naturale sarebbero possibili per molte delle coppie che si rivolgono ogni anno ai Centri per la fertilità, se solo si realizzasse una maggior sinergia fra ginecologi e andrologi nella prevenzione, diagnosi e cura dell’infertilità

Continua Palmieri:

Negli ultimi 30 anni l’infertilità maschile è raddoppiata e oggi si stimano 2 milioni di italiani ipo-fertili e oltre 250mila coppie ritenute infertili. Alcol, fumo, obesità, sedentarietà, alimentazione scorretta, infezioni trascurate, ma anche la diagnosi tardiva di patologie come il varicocele, sono tutti fattori che stanno compromettendo la fertilità maschile

È poi errato pensare che sia solo la donna ad avere un orologio biologico severo. Quello dell’uomo ha una maggiore indulgenza sui tempi, ma aspettare troppo per un figlio, può compromettere la possibilità di averne. E visto che la comunicazione e l’informazione sul tema sono fondamentali, chiedere aiuto per sciogliere ogni dubbio, è il primo passo.

Due chiacchiere con l’andrologo, possono aiutare a capire meglio la propria situazione e come affrontarla.

Via | ANSA

Foto | iStock

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