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Citomegalovirus: sintomi e cura

I sintomi del citomegalovirus, come si contrae e quali sono i rischi durante la gravidanza: ecco tutto ciò che bisogna sapere su questo virus

Citomegalovirus: sintomi e cura

Fonte immagine: Foto di Belova59 da Pixabay

Il citomegalovirus (o Cytomegalovirus) è un virus appartenente alla famiglia degli Herpes virus. Meno noto rispetto al virus dell’herpes simplex o a quello dell’herpes zoster, in realtà anche il citomegalovirus – detto anche Herpes virus umano 5 – è molto diffuso in tutto il mondo.

Esattamente come gli altri “membri” della famiglia degli Herpesvirus, questo tipo di infezione non abbandona mai il soggetto contagiato, ma rimane latente nell’organismo dell’ospite una volta avvenuto il contagio. Ciò significa che in presenza di determinate condizioni (come un abbassamento delle difese immunitarie) la malattia potrebbe riattivarsi.

In questo articolo vedremo come si contrae il citomegalovirus, quali sono i sintomi, le conseguenze e i trattamenti disponibili per combattere l’infezione. Ma vediamo innanzitutto chi corre un maggior rischio di contagio.

Chi è più a rischio?

In realtà il citomegalovirus può colpire letteralmente chiunque. L’infezione si contrae più spesso durante l’infanzia o durante l’adolescenza. Si stima che nel corso della vita addirittura l’80% della popolazione nei Paesi industrializzati sia stata esposta al citomegalovirus, mentre nei Paesi più poveri la percentuale sarebbe quasi del 100%.

Nella stragrande maggioranza dei casi questo virus non provoca però particolari sintomi. Il vero rischio, quello maggiore, è legato invece alla gravidanza. La trasmissione del CMV al feto può infatti provocare delle conseguenze molto gravi, mettendo persino in pericolo la stessa sopravvivenza del bambino.

Quali sono i sintomi del citomegalovirus?

Normalmente questa particolare infezione è asintomatica. I casi più gravi, come vedremo, riguardano in realtà i bambini neonati, ma anche le persone che hanno un sistema immunitario debole e compromesso, come i pazienti affetti da AIDS o chi si è sottoposto a un intervento per un trapianto d’organo.

I pazienti con compromissione immunitaria possono sviluppare ad esempio condizioni come:

  • Polmonite
  • Retinite, ovvero una grave alterazione della retina che può causare persino cecità.
  • Encefalite, un’infiammazione dell’encefalo dovuta a un virus che infetta direttamente questo organo.

In alcuni casi il CMV può causare un particolare tipo di mononucleosi infettiva, con sintomi come febbre e stanchezza eccessiva (scopri di più anche sul virus Epstein Barr). Negli individui sani tuttavia possiamo affermare che il cytomegalovirus non causa particolari sintomi, al punto da non accorgersi neanche che è in corso un’infezione. Quando presenti, questi si manifestano in genere durante il primo contagio, e consistono sostanzialmente in una serie di sintomi simil-influenzali come:

  • Febbre
  • Dolore ai muscoli
  • Eruzione cutanea
  • Ghiandole gonfie
  • Stanchezza eccessiva.

In caso di infezione da CMV, i sintomi dovrebbero sparire spontaneamente nell’arco di poche settimane.

Come si contrae il citomegalovirus?

La trasmissione del Cytomegalovirus può avvenire attraverso diverse modalità, che vanno tutte ricondotte al contatto con fluidi corporei come saliva, sangue, urina o feci, lacrime, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte.

Il virus può dunque essere trasmesso attraverso il trapianto di organi o delle trasfusioni di sangue, ma in quest’ultimo caso il rischio viene ridotto al minimo selezionando sempre donatori sieronegativi, che non sono stati mai infettati dal virus.

Per quanto riguarda i pazienti che hanno subito un trapianto di organo (e che sono quindi particolarmente suscettibili dal momento che devono assumere farmaci immunosoppressori per ridurre il rischio di rigetto), è previsto un trattamento con farmaci antivirali per prevenire il rischio di infezione.

Abbiamo visto che uno dei casi più gravi, quando si parla di Cytomegalovirus, riguarda il rischio di contagio in gravidanza oppure durante o dopo il parto. Vediamo quali rischi potrebbe correre il bambino in situazioni del genere.

Citomegalovirus in gravidanza: quali sono i rischi?

citomegalovirus
Fonte: Foto di veriserpa da Pixabay

Un’eventuale contagio da citomegalovirus in gravidanza può avere delle serie conseguenze per il bambino (proprio come contrarre l’herpes in gravidanza). Qualora la trasmissione dovesse avvenire durante la gestazione, il rischio potrebbe essere quello di aborto spontaneo e morte del neonato.

L’infezione nei neonati può inoltre provocare danni a vari organi, come il cervello e il fegato. Inoltre, i neonati che sopravvivono possono soffrire di gravi problemi uditivi (fino ad arrivare alla sordità) e di disabilità intellettive.

Andando più nello specifico, il cytomegalovirus in gravidanza viene definito “primario” se l’infezione è stata contratta per la prima volta durante il periodo di gestazione, e “secondario” se invece avviene una riattivazione del virus in una donna che già in precedenza aveva contratto l’infezione. I rischi maggiori per il feto si verificano in caso di infezione primaria, specie se il contagio avviene durante il primo trimestre di gravidanza.

Le possibili conseguenze

Alcuni dei problemi causati dal contagio da citomegalovirus in gravidanza, durante o in seguito al parto per il bambino sono:

  • Ingrossamento di fegato e milza (epatosplenomegalia)
  • Polmonite
  • Ittero
  • Petecchie
  • Basso peso alla nascita
  • Convulsioni.

Fra le disabilità permanenti – generalmente visibili al momento della nascita – vi sono invece:

  • Sordità neurosensoriale
  • Problemi alla vista
  • Ritardo mentale
  • Ritardo psicomotorio
  • Microcefalia: testa di dimensioni molto più piccole rispetto alla norma
  • Epilessia.

Come avviene la diagnosi?

Ma come si identifica la presenza del virus nell’organismo? E cosa significa essere positivi al citomegalovirus? La diagnosi di citomegalovirus avviene normalmente attraverso un esame del sangue per la ricerca di anticorpi anti-CMV.

In caso di infezione in corso, questi saranno indicati come “IgM”, mentre nel caso di un’infezione pregressa saranno indicati come “citomegalovirus IgG“.

Per stabilire se sia avvenuta o meno una trasmissione al feto, potrà essere richiesto un esame di amniocentesi e un prelievo di campioni di sangue fetale.

Trattamento

Nei casi meno gravi, ovvero nelle forme asintomatiche o più lievi, non è previsto alcun tipo di trattamento per l’infezione da citomegalovirus. I sintomi tendono infatti a sparire pian piano e in modo spontaneo nel corso di alcune settimane.

La situazione è certamente molto differente per i pazienti con un sistema immunitario debole e per le donne in gravidanza.

Al momento non esistono dei trattamenti efficaci per prevenire la trasmissione del virus dalla mamma al feto, ma in caso di contagio (infezione congenita da CMV) viene consigliato l’impiego di farmaci antivirali. Il trattamento sarà eseguito sotto stretto controllo da parte del medico per ridurre al minimo il rischio di eventuali danni per il bambino.

Per quanto riguarda i soggetti con sistema immunitario compromesso, in caso di infezione questi pazienti dovranno sottoporsi a un trattamento antivirale (con farmaci come ganciclovir e valganciclovir). Ricordiamo però che, trattandosi di un herpesvirus, il trattamento può indebolire il virus e ridurre il rischio di gravi conseguenze, ma non eliminerà radicalmente la presenza del citomegalovirus dall’organismo.

È possibile prevenire il contagio da citomegalovirus?

Fonte: Foto di Martin Slavoljubovski da Pixabay

Attualmente non esiste ancora un vaccino contro l’infezione congenita da citomegalovirus, ma i medici stanno lavorando per riuscire a svilupparlo. La strategia migliore di prevenzione consiste dunque nel ridurre al minimo il rischio di contagio, seguendo una serie di regole igieniche e sanitarie molto semplici ma importantissime. Vediamo quali sono:

  • Mantenere una buona igiene personale
  • Prima di mangiare e di toccare i cibi, lavare le mani con acqua calda e sapone
  • Lavare le mani dopo aver usato il bagno e dopo aver cambiato il pannolino ai bambini e dopo aver asciugato il naso
  • Lavare regolarmente i giocattoli o gli oggetti che potrebbero essere messi in bocca dai bambini
  • Mantenere pulita la casa (specialmente le zone in cui potrebbero esservi dei fluidi corporei).

Cosa bisogna sapere sul citomegalovirus

Il cytomegalovirus appartiene alla famiglia dei virus dell’herpes, alla quale appartengono anche i virus dell’herpes simplex (che causa herpes genitale, herpes oculare, herpes vaginale, herpes labiale, herpes al naso) o a quello dell’herpes zoster (che causa il Fuoco di Sant’Antonio, che ha come conseguenze la nevralgia post erpetica). E pure il più raro sarcoma di Kaposi. Nella maggior parte dei casi si tratta di un virus innocuo, ma talvolta può causare delle serie conseguenze. Ciò avviene, ad esempio, in caso di contagio di persone con un sistema immunitario compromesso o in caso di CMV in gravidanza, ovvero quando ad essere infettato è il feto durante la gestazione (citomegalovirus congenito) o anche durante o dopo il parto.

In tal caso, possono svilupparsi delle serie complicanze per il bambino, che potrebbe andare incontro a problemi gravi come deficit uditivi e alla vista.

Il citomegalovirus può essere trasmesso attraverso il contatto con i fluidi corporei con una persona infetta, quindi attraverso il contatto con la saliva, con le secrezioni intime, l’urina e le feci, il sangue, le lacrime e il latte materno.

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