Benessereblog Salute Canada, un selfie aiuta a diagnosticare un mini-ictus

Canada, un selfie aiuta a diagnosticare un mini-ictus

Protagonista della vicenda una donna di 49 anni cui era stato diagnosticato solo un po' di stress

Canada, un selfie aiuta a diagnosticare un mini-ictus

A volte un’immagine può salvare la vita. In passato a dimostracelo è stata la storia di Mark Knight, disegnatore che ha riconosciuto i sintomi del suo tumore alla lingua mentre stava lavorando alla grafica di un pacchetto di sigarette recante un’istantanea del cancro. Oggi, invece, ce lo ricorda l’avventura di Stacey Yepes, quarantanovenne canadese che grazie a un selfie video registrato con il suo smartphone è riuscita a mostrare ai medici i problemi da cui era colpita e ad aiutarli a diagnosticarle un mini-ictus.

Stacey ha cominciato ad avere a che fare con dei disturbi nello scorso mese di aprile: il volto le si era come congelato e aveva difficoltà a parlare. Ricordandosi dei sintomi dell’ictus descritti da campagne di sensibilizzazione pubblica che aveva avuto modo di vedere si è rivolta al pronto soccorso più vicino, ma i problemi erano ormai attenuati e gli esami cui è stata sottoposta non hanno rilevato nulla di preoccupante. Per questo la donna è stata dimessa con qualche consiglio su come ridurre lo stress, ritenuto la causa dei problemi con cui aveva avuto a che fare.

Non appena abbandonato l’ospedale la sensazione di intorpidimento è nuovamente tornata, per poi farsi viva nuovamente due giorni dopo, mentre stava guidando la sua auto. A quel punto Stacey si è fermata, ha afferrato il suo smartphone e ha iniziato a girare un video (quello che vi mostriamo in apertura di questo post) in cui mostrava cosa le stava succedendo descrivendo le sue sensazioni.

Ho pensato di doverlo far vedere a qualcuno, perché sapevo che non era solo associato allo stress

ha spiegato la donna in un’intervista.

E ho pensato che se avessi mostrato a qualcuno cosa stava succedendo avrebbe potuto capirlo meglio.

Una volta mostrato ai medici, il video li ha effettivamente convinti che ciò che avevano di fronte erano i sintomi di un attacco ischemico transitorio, chiamato anche mini-ictus. Una successiva risonanza magnetica ha potuto confermare la diagnosi.

Ora Stacey sta meglio e dovrebbe tornare al suo lavoro nel mese di luglio. Nel frattempo vi ricordiamo i cinque segnali che devono far sospettare un ictus:

  • la debolezza: perdita improvvisa di forze, intorpidimento del viso, delle braccia o delle gambe, anche se temporanei;
  • i problemi a parlare: difficoltà improvvise a parlare o a capire ciò che viene detto, anche se temporanee;
  • i problemi alla vista improvvisi, anche se temporanei;
  • il mal di testa: dolore improvviso forte o inconsueto;
  • i capogiri: perdita improvvisa dell’equilibrio, soprattutto se associata a uno dei sintomi precedenti.

Via | CBC news

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Quale attività fisica può praticare chi soffre di ernia del disco?
Fitness

L’ernia del disco viene definita come una fuoriuscita di materiale discale dai normali margini dello spazio del disco intervertebrale, che determina la comparsa di dolore, disturbi sensitivi e motori. Chi soffre di questo disturbo deve sapere che la migliore prevenzione delle alterazioni posturali del rachide è il movimento. Ma quale attività fisica può praticare in sicurezza chi soffre di questo disturbo? Lo abbiamo chiesto ad un ortopedico: ecco cosa ci ha detto.