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Vaccino esavalente, la Procura di Torino indaga

A fronte dei dubbi su sicurezza e dispendio economico avanzati dal Codacons, il Gip intende "vederci chiaro" sulle motivazioni che spingono il Ssn a somministrare 6 vaccini anziché i soli 4 obbligatori

Vaccino esavalente, la Procura di Torino indaga

A Gianni Macchioni, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, la risposta data dai Pm alle domande sulla sicurezza del vaccino esavalente non basta. Per questo il Gip ha accolto l’opposizione del Codacons all’archiviazione delle indagini, ordinando al Pm di proseguire con gli accertamenti del caso.

A renderlo noto è la stessa associazione dei consumatori, precisando che in seguito al rigetto della richiesta di archiviazione avanzata da Pm

ora la Procura avrà 6 mesi di tempo per rispondere ai quesiti posti dal Gip e dal Codacons.

I dubbi sulla sicurezza della somministrazione del vaccino esavalente erano stati sollevati da un dettagliato esposto del Codacons riguardante la consuetudine del Servizio Sanitario Nazionale di somministrare ai bambini 6 vaccini contro i 4 obbligatori per legge. Come sottolineato dalla stessa associazione, il Decreto Ministeriale del 7 aprile 1999 rende obbligatori solo 4 dei vaccini pediatrici attualmente disponibili: quello contro la difterite, quello contro il tetano, l’antipoiomielite e il vaccino contro il virus dell’epatite B. Da allora il Ssn ha continuato ad offrire attivamente anche gli altri vaccini, ma dal punto di vista del Codacons tale offerta si è trasformata in una sorta di imposizione.

Anziché informare correttamente i genitori in merito alla disciplina legislativa sui vaccini

si legge in una nota stampa dell’associazione

viene fornito ed iniettato ai piccoli un vaccino esavalente che contiene anche due vaccini facoltativi ossia pertosse ed infezioni da Haemophilus influenzale di tipo b.

I dubbi sollevati sulla questione riguardano in primis la sicurezza di tale pratica, che secondo il Codacons

può comportare danni da sovraccarico e choc del sistema immunitario nei bambini.

L’associazione mette inoltre l’accento sul lato economico, sottolineando che

la procedura comporta un evidente spreco di soldi pubblici a carico del SSN pari a 114 milioni di euro all’anno a vantaggio delle multinazionali dei farmaci.

A fronte della richiesta di archiviazione dell’esposto avanzata dalla Procura di Torino, Macchioni ha sottolineato che

gli accertamenti disposti dal P.M. rispondono direttamente ad un solo quesito, dando conto in termini esaustivi del fatto che la vicenda non abbia comportato un pericolo per la salute pubblica… la CT offre una risposta indiretta ed incompleta, limitandosi a spiegare che le vaccinazioni di massa producono un doppio beneficio, preservando dalla malattia coloro i quali vengono vaccinati e dando altresì luogo ad una drastica riduzione delle concrete possibilità di diffusione del morbo. Una argomentazione degna della massima considerazione anche e soprattutto nell’ambito delle funzioni di prevenzione devolute al SSN ma che non pare esaustiva, sia perché richiede di essere coordinata con la differente disciplina vigente, che distingue tra vaccini obbligatori e non, sia perché non spiega la scelta dei vaccini da associare a quelli obbligatori. D’altra parte, come condivisibilmente rileva il Codacons, occorre accertare se davvero sia in atto la prassi dallo stesso ente denunciata e se essa, nella misura in cui appare contrastare, in concreto, col diritto costituzionalmente garantito alla scelta delle cure, sia frutto di determinazioni da parte dell’autorità preposta impropriamente sensibili nei confronti di interessi privati.

Niente archiviazione, quindi, ma nuove indagini.

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Via | Codacons

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