Allergie autunnali o raffreddore? Come riconoscere i sintomi e intervenire correttamente. Ecco cosa non si deve mai sottovalutare.
L’autunno porta con sé paesaggi suggestivi, ma anche un aumento dei disturbi respiratori che colpiscono milioni di persone in Italia. Tra questi, le allergie autunnali e il raffreddore da fieno (rinite allergica) rappresentano le condizioni più diffuse, spesso confuse tra loro a causa della somiglianza dei sintomi. Per affrontare al meglio questa stagione, è fondamentale saper distinguere queste due realtà e adottare strategie efficaci per la gestione dei sintomi.
Differenze tra allergie autunnali e raffreddore comune
Le allergie autunnali sono una risposta eccessiva del sistema immunitario a specifici allergeni presenti in questa stagione, come pollini di piante autunnali, muffe e acari della polvere. Al contrario, il raffreddore comune è un’infezione virale che si manifesta con sintomi simili ma ha una causa differente.
I sintomi tipici delle allergie autunnali includono:
– starnuti frequenti e ripetitivi,
– naso che cola con secrezioni acquose,
– prurito agli occhi e lacrimazione,
– congestione nasale senza febbre,
– irritazione della gola.
Invece, il raffreddore comune si presenta spesso con:
– naso chiuso e congestione più marcata,
– presenza di febbre lieve o assente,
– sensazione di malessere generale e affaticamento,
– secrezioni nasali più dense e giallastre.

Distinguere allergia da raffreddore in base ai sintomi – benessereblog.it
Un elemento chiave per distinguere le allergie dal raffreddore è la durata: le allergie possono protrarsi per settimane o mesi, mentre il raffreddore tende a risolversi spontaneamente in pochi giorni.
In autunno, la proliferazione di allergeni come muffe e pollini di erbe e piante autunnali è particolarmente elevata. Inoltre, l’aumento dell’umidità favorisce lo sviluppo delle muffe domestiche e degli acari della polvere, responsabili di molte reazioni allergiche.
Per limitare l’esposizione agli allergeni è consigliato:
– mantenere le finestre chiuse nelle giornate ventose o molto soleggiate,
– evitare le uscite nelle ore di picco del rilascio pollinico, come la mattina presto,
– utilizzare purificatori d’aria con filtro HEPA in casa,
– lavare frequentemente biancheria e abiti a temperature superiori a 60°C per eliminare acari e polveri,
– pulire regolarmente tappeti, tende e condotti di aria condizionata o riscaldamento,
– contrastare l’umidità con deumidificatori e una buona ventilazione di bagni e cucine.
Gestione medica e rimedi per il raffreddore da fieno
Il raffreddore da fieno, noto anche come rinite allergica, è una reazione immunitaria a sostanze innocue come pollini, acari della polvere e derivati epidermici animali. Nonostante il nome, questa condizione non è provocata dal fieno e non causa febbre, ma comporta sintomi come naso che cola, prurito, congestione e starnuti.
La diagnosi si basa su un’attenta valutazione clinica e, se necessario, su test allergologici specifici, inclusi i test per le IgE specifiche, che individuano gli anticorpi prodotti contro determinati allergeni. Questi esami aiutano a personalizzare la terapia e a identificare le cause precise delle reazioni allergiche.
Le opzioni terapeutiche disponibili includono:
– antistaminici orali o nasali per bloccare l’azione delle istamine e ridurre prurito e starnuti,
– decongestionanti per alleviare la congestione nasale, da usare con cautela sotto controllo medico,
– immunoterapia allergene-specifica, un trattamento a lungo termine che espone gradualmente il sistema immunitario all’allergene per diminuirne la reattività,
– rimedi naturali e modifiche dello stile di vita, come una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e adeguato riposo, che possono contribuire a migliorare la risposta immunitaria.
Quando i sintomi allergici o da raffreddore persistono per settimane, peggiorano o interferiscono con la qualità della vita, è fondamentale consultare un medico specialista. Questa figura professionale potrà prescrivere test allergologici, valutare la presenza di condizioni associate come l’asma e indicare il percorso terapeutico più adatto, evitando l’autodiagnosi e l’automedicazione.

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