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Test Medicina 2019: aumento dei posti per gli studenti, ma l’esame rimane

Per quanto riguarda i test di Medicina 2019 di settembre, l'esame rimane, ma aumenta il numero dei posti.

Test Medicina 2019: aumento dei posti per gli studenti, ma l’esame rimane

Test di medicina 2019: a settembre ci saranno più posti per gli studenti, ma l’esame rimane. Il test di Medicina 2019 si terrà martedì 3 settembre e saranno messi a disposizione 11.500 posti, circa 1.800 in più rispetto a quelli dell’anno passato. Un aumento minimo, ma con cui il governo cerca di farsi perdonare l’annuncio dello scorso autunno relativo all’eliminazione del numero chiuso a Medicina. Il test c’è ancora, anche se in futuro potrebbe essere post non all’ingresso, ma alla fine del primo anno di Medicina, come succede nel modello alla francese. Questi i posti disponibili nello specifico:

  • 11.568 per Medicina e Chirurgia (contro i 9.779 dello scorso anno)
  • 1.133 per Odontoiatria (contro i 1.096 dello scorso anno)

Dopo aver strombazzato l’abolizione del test di ingresso a Medicina, qualcuno al governo deve essersi reso conto che mancavano le risorse per attuare un piano simile dall’oggi al domani: mancano le strutture per ospitare tutti gli eventuali aspiranti medici che, non più bloccati dal test, si sarebbero iscritti a Medicina (molte università sono già al limite massimo di capienza); mancano i docenti per gestire tutte le lezioni di un aumento tale del numero di iscritti; manca un sistema di selezione adatto per valutare chi possa o meno procedere in questo corso di studi.

Quello verso il quale ci si orienta è una sorta di tronco sanitario unico con sbarramento non prima, bensì alla fine del primo anno di studi. Possibilmente prediligendo la meritocrazia nella selezione. Questo vorrebbe dire che Medicina, Odontoiatria, Farmacia, Scienze Biologiche, Biotecnologie, Chimica e Tecnica Farmaceutica verrebbero tutte inserite in un unico tronco sanitario per un periodo di dodici mesi. Non solo: l’ipotesi di modifica prevede un apposito corso di 100 ore, suddiviso in tre moduli con prove di autovalutazione, da svolgere già durante l’ultimo triennio della scuola secondaria, obbligatorio per iscriversi al tronco sanitario (quindi chi decidesse di scegliere all’ultimo Medicina, sarebbe automaticamente tagliato fuori in mancanza della frequentazione di tale corso).

Tutti entrano e si seleziona dopo secondo il modello francese. In fin dei conti, durante il primo anno in queste facoltà si studiano più o meno tutte le stesse materie: biologia, chimica, statistica, biochimica, inglese e anatomia. Gli studenti dovrebbero raggiungere un numero minimo di crediti in modo da poter poi accedere a un test a soglia (si passa se si supera un certo punteggio, si pensa a un 70-75%). Chi passa si iscrive al secondo anno della facoltà prescelta, gli altri vedranno validati gli esami superati e si potranno iscrivere o ad altre facoltà a numero chiuso (con un massimo di tre preferenze) o a numero aperto, in modo da non perdere del tutto l’anno di studi.

Tutto questo però è solamente un progetto, un’idea di come potrebbe essere. Un altro sistema potrebbe essere quello dell’iscrizione libera fino ad esaurimento posti, con selezione alla fine del primo semestre basata sui voti ottenuti agli esami.

I problemi, però, sono tanti. Se è vero che la Sanità ha bisogno di medici, è anche vero che se non assumono e ci sono tagli continui alla Sanità, è perfettamente inutile continuare a sfornare orde di laureati che poi rimarranno a spasso. Inoltre c’è anche il problema dello sbarramento delle scuole di specializzazione: ci sono troppi pochi posti e se non vengono aumentate le borse per gli specializzanti e le risorse per poi assumerli, non ha senso non sbarrare all’inizio o avere troppi medici specializzati che poi si ritrovano senza un posto (mentre chi lavora negli ospedali o nella pubblica sanità è oberato di lavoro perché, con i continui tagli alla spesa sanitaria, si trova a dover fare il lavoro di tre persone).

Foto | iStock

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