Benessereblog Salute Terapie e Cure Smettere di fumare? Un test del sangue ci dice come fare

Smettere di fumare? Un test del sangue ci dice come fare

Un nuovo test del sangue ci aiuterà a smettere di fumare dicendoci in quanto tempo il nostro organismo metabolizza la nicotina

Smettere di fumare? Un test del sangue ci dice come fare

Se siete dei tabagisti incalliti e avete cercato di smettere di fumare più volte senza, però, riuscire nell’impresa, forse ciò dipende dal fatto che metabolizzate troppo in fretta la nicotina.

Un interessante studio pubblicato sulla rivista Lancet e basato su test sperimentali condotti su un campione di 1240 fumatori ha infatti dimostrato che le strategie più in uso per aiutare a disintossicarsi dalle sigarette – ovvero il cerotto alla nicotina e la vareniclina (un farmaco usato per trattare la dipendenza dalla nicotina che va prescritto dal medico), oltre al classico placebo – possono risultare più o meno efficaci in base alla rapidità con cui la nicotina viene assorbita dal sangue.

Tutti i partecipanti alla sperimentazione, effettuata dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania (USA), sono infatti stati sottoposti ai diversi trattamenti per smettere di fumare e al contempo è stata misurata, attraverso esami del sangue, la loro velocità nel metabolismo della nicotina. Risultato?

I “metabolizzatori normali” (ovvero quelli che metabolizzano con rapidità la nicotina) riuscivano a perdere il vizio più rapidamente usando la vareniclina (che è un farmaco privo di nicotina), mentre per i “metabolizzatori lenti” la strategia vincente era piuttosto costituita dal cerotto alla nicotina. Spiega Caryn Lerman, una delle autrici dello studio:

Per alcune persone con un normale metabolismo della nicotina le probabilità di successo (nello smettere con le sigarette n.d.r.) possono essere inferiori usando il cerotto, ma possono invece raddoppiare usando il farmaco, mentre per un terzo della popolazione con metabolismo più lento della media i cerotti possono essere la soluzione ideale

Questo perché il loro corpo reagisce meglio agli effetti collaterali del dispositivo rispetto agli altri. Secondo recenti studi compiuto a livello mondiale oltre il 60% dei tabagisti che cercano di smettere di fumare desiste dal buon proposito entro la prima settimana, e del resto appartiene all’esperienza di chiunque sia o sia stato fumatore il ricordo dei mille tentativi falliti per smettere con le “bionde”.

Per tale ragione il metodo usato nell’esperimento potrebbe in effetti essere inserito all’interno di una più efficace strategia per combattere la dipendenza dal fumo in chi voglia (davvero), dire stop alle sigarette.

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Foto| via Pinterest
Via | bbc.com

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