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Quali sono i sintomi lievi del Covid

Quando si parla di sintomi lievi del Covid che cosa si intende con l'esattezza? Ecco cosa dicono gli esperti.

Quali sono i sintomi lievi del Covid

Quando si parla di sintomi lievi del Covid, che cosa si intende? La sintomatologia provocata dal virus Sars-Cov-2 è davvero molto ampia e varia. Studio dopo studio, ricerca dopo ricerca gli esperti hanno delineato una serie di segnali che possono spingere a credere di aver contratto l’infezione da Covid-19. In questo caso consigliano ovviamente di mettersi subito in isolamento e di contattare il medico curante, per eseguire il protocollo sanitario previsto che prevede un tampone molecolare per stabilire se è coronavirus oppure no.

Ma quali sono i sintomi considerati lievi, che non devono destare troppa preoccupazione e che di solito non richiedono nemmeno l’ospedalizzazione, ma le cure a domicilio sotto la stretta supervisione del medico di base e della Asl di competenza? E quali, invece, i sintomi più gravi, che di solito si manifestano in persone già malate di altre patologie o immunodepresse (anche se non mancano le eccezioni)?

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L’elenco dei sintomi lievi del Covid

I primi sintomi del Coronavirus compaiono di solito dai 5 ai 7 giorni, con un minimo di 2 e un massimo di 14, dopo aver avuto un contatto con una persona positiva.

  • Febbre superiore a 37,5° o brividi
  • Tosse
  • Naso che cola o congestione nasale
  • Sensazione di mancanza di respiro
  • Mal di gola
  • Diarrea
  • Nausea
  • Vomito
  • Stanchezza
  • Mal di testa
  • Dolori articolari
  • Mal di stomaco
  • Dolori muscolari
  • Scarso appetito
  • Perdita del senso dell’olfatto
  • Perdita del senso del gusto

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L’elenco dei sintomi gravi del Covid

Se questi sintomi peggiorano, se la febbre è molto alta e non scende con i normali farmaci antipiretici, se la mancanza di respiro diventa una difficoltà a respirare ben più grave (insufficienza respiratoria acuta grave), allora si parla di un’infezione più grave, che andrebbe monitorata costantemente in ospedale. Alcuni pazienti potrebbero infatti sviluppare polmonite.

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Foto Getty

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