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Salute mentale, gli psichiatri chiedono un nuovo piano di azione

L'appello degli psichiatri per una maggiore tutela e un potenziamento dei servizi di salute mentale in Italia: ecco cosa spiegano gli esperti

Salute mentale, gli psichiatri chiedono un nuovo piano di azione

In Italia è necessario un nuovo piano sulla salute mentale. Lo sostengono i medici psichiatri e psicologi che si sono riuniti in occasione della recente Conferenza nazionale del Coordinamento dei direttori dei Dipartimenti di salute mentale, dalla quale è emerso il profondo bisogno di un cambiamento, la necessità di dare maggiore importanza a un settore – quello del benessere psicologico e mentale – che è incredibilmente trascurato nel nostro Paese.

Da tempo sosteniamo che la pandemia avrà delle profonde ripercussioni psicologiche su una grande fetta della popolazione mondiale. Quello che stiamo attraversando è un evento che non mancherà di lasciare il segno. E’ anche per questa ragione che servizi come quelli dedicati al benessere psicologico dovrebbero essere non solo tutelati, ma senza dubbio potenziati.

L’appello degli psichiatri per una maggiore attenzione per la salute mentale

Lo spiegano anche Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società italiana di psichiatria (SIP). In un appello congiunto, gli esperti chiedono al Ministro della Salute Speranza un incontro urgente, per presentare le nuove proposte:

Vorremmo far sentire la nostra voce come servizi che trattano i concreti problemi della salute mentale, e contribuire in questo momento delicato a portare avanti progetti con una più forte adesione alle evidenze scientifiche, tralasciando ideologie antiche su battaglie che oggi non hanno più alcuna utilità, anche in considerazione degli eventi pandemici.

Gli esperti spiegano che da più di 20 anni la quota di spesa per i Dsm (i Dipartimenti di salute mentale), è bloccata al 3,5% del Fondo sanitario regionale. Ciò significa che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro. Oggi più che mai tale quota dovrebbe essere rivista e aumentata. Solo in questo modo si potrà consentire un’integrazione dei servizi e sarà possibile soddisfare le richieste da parte dei cittadini appartenenti a tutte le fasce di età.

Ricordiamo che sia nel nostro privato, sia a livello nazionale, non esiste davvero “salute” se non c’è “salute mentale”.

via | Ansa
Foto di Tumisu da Pixabay

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