Benessereblog Salute Ritirato lo Zinbryta, il farmaco per il trattamento della sclerosi multipla

Ritirato lo Zinbryta, il farmaco per il trattamento della sclerosi multipla

L'EMA annuncia il ritiro dello Zinbryta: ecco le motivazioni della scelta dell'ente e dell'azienda produttrice.

Ritirato lo Zinbryta, il farmaco per il trattamento della sclerosi multipla

L’Ema, l’Agenzia Europea dei Farmaci, ha sospeso l’autorizzazione alla vendita del medicinale Zinbryta, il farmaco usato per il trattamento della sclerosi multipla, disponendo anche il richiamo di tutti i lotti presenti nelle farmacie e negli ospedali in Europa. Il medicinale a base di daclizumab beta, somministrato sotto cute per una volta al mese, è stato ritirato dopo che sono stati certificati 12 casi di gravi infiammazioni cerebrali, con encefalite e meningoencefalite. Purtroppo tre casi hanno portato alla morte dei pazienti.

Secondo quanto riportato dai primi dati resi noti, le reazioni immunitarie che si sono scatenate in questi pazienti affetti dalla patologia possono essere riconducibili proprio al trattamento con Zinbryta, che in Italia è utilizzato da circa 50 malati di sclerosi multipla, come riportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

L’Ema ha chiesto ai medici di contattare subito i pazienti che seguono questo trattamento, proponendo loro altre cure, ma anche seguendoli con degli esami fino a sei mesi dopo l’interruzione della terapia, dal momento che la maggior parte dei casi di gravi reazioni riscontrati è avvenuta a 8 mesi dall’inizio della cura. Chi prende questo farmaco, deve subito mettersi in contatto con il proprio medico curante per sospendere l’assunzione, riportando ogni sintomo notato durante il trattamento (come ad esempio febbre, mal di testa, vomito, nausea, ittero).

La Biogen Idec Ltd, l’azienda farmaceutica che produce il farmaco, ha chiesto volontariamente il ritiro, informando l’Ema sulla decisione di interrompere gli studi clinici. Il farmaco era stato autorizzato nel 2016 e nel mondo si stima che sia utilizzato da 8mila pazienti. In Italia è presente da poco più di un anno, prima in fascia C, quindi a carico del cittadino, e da luglio 2017 in fascia A, con la copertura del servizio sanitario nazionale. In Europa il paese che ne fa il maggior utilizzo è la Germania.

Via | Ansa

Foto iStock

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