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Reni e dialisi, l’attività fisica migliora la vita dei pazienti

Svolgere attività fisica migliora le condizioni psicologiche e fisiche del paziente il emodialisi. Ecco cosa emerge da una nuova ricerca.

Reni e dialisi, l’attività fisica migliora la vita dei pazienti

Le strutture di dialisi potrebbero migliorare sensibilmente la salute dei loro pazienti in emodialisi, semplicemente organizzando dei programmi per svolgere esercizio fisico. A renderlo noto sarebbe stato il Clinical Journal of the American Society of Nephrology (CJASN), che riporta un nuovo studio secondo cui l’attività fisica può effettivamente fornire una serie di benefici per i pazienti in dialisi. Per giungere a tale conclusione, Antonio Alberto Lopes e Ronald Pisoni hanno esaminato un campione di 5.763 pazienti arruolati nel Dialysis Outcomes and Practice Patterns Study.

I pazienti sono stati classificati in diverse categorie in base alla quantità di attività fisica aerobica (mai, raramente, attivo e molto attivo) e in base alla forza muscolare e alla flessibilità.

Dopo un periodo di follow-up durato 1,6 anni, sarebbe emerso che l’attività aerobica avrebbe migliorato la salute e la qualità della vita dei pazienti, ed avrebbe anche favorito una diminuzione dei sintomi depressivi e del rischio di morte prematura.

Nei pazienti in dialisi che soffrivano di insufficienza cardiaca, l’attività aerobica non avrebbe migliorato la speranza di sopravvivenza per i soggetti, ma sarebbe stata comunque associata ad un miglioramento della qualità della vita, e ad una diminuzione dei sintomi depressivi.

In linea generale, possiamo dunque affermare che i pazienti che avevano svolto più alti livelli di attività aerobica, avrebbero beneficiato degli effetti positivi sia a livello psicologico che a livello fisico. I miglioramenti sarebbero stati più evidenti nei casi di pazienti trattati in cliniche di dialisi che offrivano dei programmi di esercizio fisico.

“Inoltre, i livelli di attività fisica sono risultati più elevati per i pazienti trattati nelle unità di dialisi che offrono un programma di esercizio, rispetto alle unità che non offrono un programma di esercizi, – spiegano infatti gli autori della ricerca – e ciò indica la possibilità di migliorare i livelli di attività fisica del paziente attraverso una maggiore disponibilità di tali programmi”.

Detto ciò, altri due studi pubblicati sul CJASN, hanno anche fatto emergere che i pazienti sottoposti a dialisi con sintomi depressivi avrebbero corso un maggiore rischio di essere ricoverati in ospedale, e che nei soggetti di età superiore ai 75 anni con disfunzione renale, si sarebbero registrati anche diversi altri sintomi come deficit cognitivo, sintomi depressivi, stanchezza, problemi di mobilità, ed in generale un maggior rischio di morte prematura, ricoveri e visite al pronto soccorso.

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via | Eurekalert.org

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