
Multicultural friends group using smartphone with coffee at university college break - People hands addicted by mobile smart phone - Technology concept with connected trendy millennials - Filter image
Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, e l’immancabile Whatsapp. È qui che i giovani di oggi vivono e si connettono ogni giorno con i loro amici e conoscenti. Un mondo virtuale che, però, vede gli adolescenti e i giovani sempre più scollegati dal loro prossimo. A spiegarlo è stato Domenico Barrilà, autore del libro “I superconnessi, come la tecnologia influenza le menti dei nostri ragazzi e il nostro rapporto con loro“, che in un’intervista rilasciata all’ANSA ha sottolineato che il problema non è causato esclusivamente dai giovani, ma anche e soprattutto dai loro genitori e da noi adulti in generale.
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Sono infatti gli stessi adulti ad essere quasi sempre incollati ai loro dispositivi digitali, e a perdere quindi la loro credibilità, quando cercano di correggere questo comportamento nei loro figli. Del resto si sa, i figli imparano dai genitori osservando i loro comportamenti, più che ascoltando le loro parole.
È impossibile portarli dove noi stessi non sappiamo arrivare, dunque un genitore che utilizzi in modo immaturo gli strumenti digitali perde autorevolezza e lede le sue chance di correggere i figli.
L’esperto aggiunge che non bisogna mettere sotto accusa tecnologia e social network, quanto piuttosto la sempre più dilagante incapacità di comunicare con i figli.
I giovani nell’ansia di voler essere costantemente ‘connessi’, trasferiscono il bisogno di “legami”. Quindi più che mettere sotto accusa le nuove tecnologie, dovremmo preoccuparci di munire i figli di solidi sentimenti comunitari”.
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via | Ansa
Foto da iStock