Benessereblog Salute Terapie e Cure Polmonite a Brescia, la Regione: “In 12 casi si tratta di legionella”

Polmonite a Brescia, la Regione: “In 12 casi si tratta di legionella”

Sono stati accertati quasi 150 casi di polmonite in pochi giorni nella provincia di Brescia

Polmonite a Brescia, la Regione: “In 12 casi si tratta di legionella”

Aggiornamento 11 SettembreGiulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha parlato in consiglio regionale fornendo un aggiornamento sull’epidemia di polmonite che sta interessando il bresciano: “A ieri fino alle ore 20 vi sono stati 235 accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella“. L’assessore ha aggiunto che sono “12 i casi, sul numero totale, nei quali è stato accertato che si tratti di legionella“, specificando però che “la legionella non si propaga bevendo l’acqua o per contagio tra persone“, motivo per il quale “non vi è alcun motivo per chiudere le scuole“.

Il caso più preoccupante riguarda un giovane bresciano di 29 anni, ricoverato nel reparto di terapia intensiva del San Gerardo di Monza. I medici lo stanno trattando utilizzando la tecnica “Ecmo” (Ossigenazione Extracorporea a Membrana), che consiste nel far circolare il sangue attraverso un “polmone artificiale” allo scopo di depurarlo e rifornirlo di ossigeno. I medici lo considerano in condizioni gravi, anche se stabili. Fino a questo momento si tratta del primo caso in cui la legionella ha colpito in modo grave una persona in giovane età.

La Procura di Brescia, intanto, ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa.

Polmonite a Brescia, 148 casi e 3 morti in pochi giorni

10 settembre 2018

In provincia di Brescia, tra Montichiari e Calvisano, sono stati accertati quasi 150 casi di polmonite. Una situazione allarmante secondo l’ATS, l’agenzia di tutela della salute, che sta indagando per capire le cause di questa epidemia. A quanto riferito da ATS entrambe le morti (tre persone di 85, 95 e 69 anni) sono difficili da collegare all’epidemia in corso.

La legionella resta la prima sospettata, anche se il batterio incriminato non è stato ancora individuato. A collegare tutti i comuni interessati, ipotizzano i sindaci, è il fiume Chiese e probabilmente l’infezione parte proprio dalle sue acque. Anche se va detto che in un Comune colpito, Calvisano con 18 casi, l’acquedotto non è presente. Negli ultimi due giorni si sono registrate anche due morti sospette.

I tecnici delle Ats hanno effettuato 52 campionamenti sia sulla rete idrica che nella case di 28 malati finiti in ospedale. Si procede a tentativi perché non c’è un comune denominatore in questa storia: diverse le reti e diversi i gestori. Gli esami medici hanno dimostrato la presenza di legionella in due dei 138 pazienti che si sono presentati in Pronto soccorso. Le loro condizioni sarebbero serie, ma stabili. Carmelo Scarcella, il direttore generale di Ats Brescia, che sta lavorando ininterrottamente per trovare una causa comune ai casi di polmonite della bassa bresciana. Carmelo Scarcella, il direttore generale di Ats Brescia, ha dichiarato:

È una situazione anomala rispetto ai tradizionali casi di legionellosi. Al momento non parlerei di epidemia, ma di situazione anomala, con casi molto superiori a quelli normalmente attesi

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