Benessereblog Salute Nella dieta mediterranea i folati che combattono i tumori

Nella dieta mediterranea i folati che combattono i tumori

A studiare le potenzialità di queste vitamine naturalmente presenti nei cibi sono i ricercatori dell'Università di Catania, secondo cui nell'alimentazione tipica del Bel Paese si nascondono preziose armi contro il tumore alla cervice uterina

Nella dieta mediterranea i folati che combattono i tumori

Uno studio epidemiologico molecolare per chiarire il ruolo dei folati di cui è ricca la dieta mediterranea nella lotta contro i tumori: è una delle ricerche attualmente in corso al Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e Tecnologie avanzate “Gian Filippo Ingrassia” dell’Università di Catania. Qui un gruppo di ricercatori guidati da Antonella Agodi, professore associato di Igiene generale ed applicata, intende verificare come un’alimentazione sana e ricca di alcune vitamine del gruppo B naturalmente presenti negli alimenti – i folati, appunto – possa contrastare gli effetti dannosi di uno stile di vita poco salutare e dell’inquinamento atmosferico, in particolare in termini di prevenzione del carcinoma alla cervice uterina.

Già in passato alcuni studi europei hanno dimostrato che la dieta mediterranea protegge dal rischio di cancro. Questo nuovo studio epidemiologico molecolare permetterà di analizzare di centinaia di casi per studiare gli effetti a breve termine dell’alimentazione in termini di biomarcatori molecolari.

In una prima fase le informazioni donne reclutate nei centri studio forniranno attraverso la compilazione di appositi questionari informazioni sul loro stile di vita e sulle loro abitudini alimentari. I dati raccolti, inseriti in un database, permetteranno di valutare la dieta nel suo complesso e di calcolare il Mediterranean Diet Score, parametro attraverso cui ogni donna sarà classificata in base all’aderenza alla dieta mediterranea.

Gli studi molecolari prevedono invece l’analisi qualitativa e quantitativa della metilazione di sequenze di Dna altamente ripetute. Il motivo per cui i ricercatori si concentreranno su questo tipo di modificazione del Dna è che i folati, portando con loro un gruppo metile, sono i principali micronutrienti attraverso cui si realizza la metilazione del Dna.

Di queste molecole è noto però anche altre, in particolare la loro capacità di proteggere dal cancro, incluso il cervicocarcinoma, secondo cancro femminile più frequente. I folati infatti intervengono e modificano la storia naturale dell’Hpv, virus associato proprio al cancro alla cervice uterina. Assumere folati attraverso l’alimentazione e gli integatori, spiega Agodi, aiuta a ridurre il rischio di infezione nelle donne non infette, ad aumentare la rapidità eliminazione naturale del virus nelle donne infette, a diminuirne l’integrazione nel genoma delle cellule dell’ospite e a ridurre sia la trasformazione neoplastica delle cellule infettate sia il passaggio da fase pre-neoplastica a neoplasia in sito.

I folati sono presenti nella dieta

spiega Agodi

in particolare nei vegetali a foglia verde, come i broccoli, gli spinaci, la lattuga. Sono presenti nella frutta – le arance, i limoni, le fragole – sono presenti nei cereali.

Per questo seguire un’alimentazione improntata ai principi della dieta mediterranea potrebbe essere un’efficace strategia preventiva nei confronti del tumore alla cervice uterina. Lo studio di Agodi e collaboratori permetteà di chiarire meglio questa possibilità.

La prima parte di questo progetto terminerà nell’ottobre 2015 con la fine del reclutamento delle donne

precisa Agodi, concludendo sottolineando che con questo progetto

sarà possibile realizzare una biobanca dei campioni biologici ben caratterizzati dal punto di vista epidemiologico che ci consentiranno di effettuare nuove ricerche e nuovi passi avanti nella prevenzione dei tumori femminili.

Per scoprire più dettagli del progetto di ricerca potete guardare il video in apertura di questo post.

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Via | Zammù multimedia

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