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La povertà si legge anche nel dna?

La povertà attraversa generazioni e colpisce persino il Dna. Ecco cosa rivela un nuovo studio.

La povertà si legge anche nel dna?

La povertà potrebbe colpire anche il Dna. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio condotto dai membri della Northwestern University, secondo cui l’indigenza è un fattore che lascia dunque un segno sui geni, e nello specifico influenzerebbe un gene su 10.

Lo studio, recentemente pubblicato sulle pagine della rivista American Journal of Physical Anthropology, ha rilevato che esistono evidenze del fatto che la povertà può essere incorporata in vaste aree del genoma.

Uno status socioeconomico più basso sarebbe dunque associato a livelli di metilazione del Dna (ovvero un processo di modificazione epigenetica del DNA, che ha dunque il potenziale di modellare l’espressione genica) in più di 1.500 geni. Insomma, la povertà può lasciare un segno su quasi il 10% dei geni nel genoma, ma al momento non è ancora chiaro quale possa essere il meccanismo alla base di questo fenomeno.

I nostri risultati suggeriscono ora che la metilazione del Dna può svolgere un ruolo importante. Questo modello evidenzia un potenziale meccanismo attraverso il quale la povertà può avere un impatto duraturo su una vasta gamma di sistemi e processi fisiologici.

Gli esperti sottolineano che in futuro dovranno essere condotti ulteriori studi per determinare le conseguenze sulla salute della metilazione differenziale nei siti identificati, e aggiungono anche che molti dei geni evidenziati sono associati a processi connessi con le risposte immunitarie alle infezioni, allo sviluppo scheletrico e a quello del sistema nervoso.

via | AdnKronos
Foto da Pixabay

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