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La legge sulla fecondazione assistita torna alla Consulta

Il Tribunale di Firenze ha rimandato la legge sulla fecondazione assistita in analisi presso la Consulta

La legge sulla fecondazione assistita torna alla Consulta

La legge sulla fecondazione assistita torna alla Consulta. E non è la prima volta. Sono stati i giudici del Tribunale di Firenze a rinviare la legge 40/04 sulla procreazioni consulta, dopo aver analizzato il caso di una coppia fiorentina assistita da un legale che sostiene che le norme attualmente vigenti non siano costituzionali, in particolare riferimento all’articolo 13.

Sono in molti a sostenere che così come è stata realizzata la legge sulla fecondazione assistita in Italia non funziona. I giudici di Firenze hanno accolto le rimostranze di questa coppia, che, affidandosi al loro avvocato, hanno spiegato che il divieto di ricerca scientifica sull’embrione esclusivamente finalizzata alla tutela della salute contenuto nell’articolo 13 e l’irrevocabilità del consenso del paziente dopo la fecondazione dell’ovocità vanno contro la nostra costituzione.

La coppia aveva richiesto di non procedere con il trattamento di Pma, perché solamente un embrione era sano, richiedendo anche che gli embrioni non utilizzati potessero essere usati per la ricerca scientifica. L’avvocato Gianni Baldini, che li difende, spiega come il giudice Patrizia Pompei abbia sollevato eccezione di costituzionalità sulla legge, rimandandola alla Corte Costituzionale, proprio su questo delicato tema. Per il giudice le norme sarebbero irragionevoli.

Secondo i giudici la legge 40 violerebbe l’articolo 2 sui diritti inviolabili dell’uomo, l’articolo 9 sulla promozione della ricerca scientifica e l’articolo 32 sulla tutela della salute e non obbligatorietà per alcun trattamento sanitario se non per disposizione di legge della nostra Costituzione.

Il giudice ha spiegato che le norme non risultano adeguate e proporzionate rispetto ai valori di cui costituiscono la sintesi costituzionale, in merito alla libertà di ricerca scientifica e alla possibilità di revoca del consenso per la donna.

Ora la legge ritorna ai giudici della Consulta: cosa succederà? Come cambieranno, se cambieranno, le cose?

Foto | Flickr

Via | L’Unità

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