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Infezioni sessualmente trasmissibili, sifilide e gonorrea colpiscono ancora

Insieme a loro anche la clamidia continua a colpire, ma grazie a test e screening le sue complicazioni sono sempre più evitabili

Infezioni sessualmente trasmissibili, sifilide e gonorrea colpiscono ancora

Quelle da Hiv (il virus dell’immunodeficienza umana) e da Hpv (il papilloma virus) sono le due infezione sessualmente trasmissibili di cui si sente più spesso parlare. In realtà i microrganismi da temere sono anche altri. A ricordarlo è il documento pubblicato nel luglio 2014 dall’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) con il titolo “Sexually transmitted infections in Europe 2012” per descrivere le principali caratteristiche epidemiologiche delle infezioni sessualmente trasmesse monitorate in Europa: quella da Chlamydia trachomatis, la gonorrea, la sifilide, la sifilide congenita e il linfogranuloma venereo.

I dati resi noti dall’Ecdc non lasciano scampo a dubbi: fra le cinque analizzate, l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in Europa, con un tasso nel 2012 di 184 infezioni ogni 100 mila abitanti, è quella da Chlamydia trachomatis, il cui numero di casi aumenta ogni anno. Seguono la gonorrea, con 15,3 casi ogni 100 mila abitanti nel 2012, e la sifilide, con 5,1 casi ogni 100 mila abitanti. Nello stesso anno la sifilide congenita ha fatto registrare 3,4 casi ogni 100 mila nati, mentre i casi di linfogranuloma venereo sono stati 830 in 8 stati dell’Unione e dello Spazio economico europeo, con un aumento del 17% rispetto al 2011 e un’associazione con l’infezione da Hiv nel 79% dei casi.

Fra clamidia, gonorrea e sifilide la prima è l’unica ad essere più frequente fra le donne che fra gli uomini.

La bassa incidenza di sifilide e gonorrea fra le donne è incoraggiante se si considera l’obiettivo di eliminare la trasmissione della sifilide da madre a figlio e i rischi per la salute riproduttiva associati alla gonorrea

si legge nel rapporto dell’Ecdc. Cosa dire, invece, degli alti tassi di clamidia fra le giovani donne? Secondo gli esperti europei sono un indizio delle sempre migliori capacità di diagnosi e di trattamento in alcuni paesi, capacità che riducono la probabilità di complicazioni dell’infezione a livello riproduttivo. Tuttavia, questa elevata incidenza indica che le attuali attività di controllo non hanno un effetto significativo sulla frequenza dell’infezione.

Il rapporto svela anche differenze nelle fasce d’età più colpite.

Mentre i giovani adulti rappresentano solo il 14% di tutti i casi di sifilide, il loro contributo è più consistente per la gonorrea (42%) e la clamidia (68%)

spiega il rapporto.

Secondo gli esperti questi dati non sono significativi solo dal punto di vista dello studio della frequenza delle infezioni sessualmente trasmesse, ma anche della diffusione dei test e degli screening, soprattutto nel caso della clamidia.

Anche se i dati di sorveglianza presentati in questo rapporto sono fortemente influenzati dall’eterogeneità nei sistemi sanitari e di sorveglianza in Europa, alcuni punti chiave sono chiari

concludono gli autori.

La clamidia continua ad essere l’infezione sessualmente trasmessa più prevalente, con alti tassi nell’Europa occidentale e settentrionale, dove i paesi si concentrano nei test sui giovani adulti per ridurre il numero di complicazioni dell’infezione. Le tendenze dei tassi di gonorrea e di sifilide sono diversi nei vari paesi, ma l’aumento dei tassi nella maggior parte dei paesi europei sono in gran parte dovuto a un aumento del numero di diagnosi fra i maschi che fanno sesso con maschi. Mentre è probabile che l’aumento dei test sia in aorte responsabile dell’incremento, il contemporaneo aumento dell’Hiv fra i maschi che fanno sesso con maschi e i dati che mostrano altri livelli di comportamenti a rischio suggeriscono che anche un aumento nella trasmissione abbia giocato un ruolo.

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Via | ECDC; Epicentro

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