
Chi vive al freddo potrebbe correre un maggior rischio di avere a che fare con la forma più pericolosa di infarto, il cosiddetto STEMI. A ipotizzarlo sono gli autori di uno studio presentato al congresso dell’European Society of Cardiology che si concluderà oggi a Londra. Secondo lo studio, infatti, ad ogni diminuzione della temperatura giornaliera massima di 10 °C corrisponde un aumento del rischio di questo tipo di infarto del 7%.
[related layout=”big” permalink=”http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/519378/lo-smog-aumenta-il-rischio-di-infarto”][/related]
Abbiamo dimostrato che c’è una chiara relazione tra la temperatura giornaliera e il rischio di STEMI
ha spiegato Liu Shuangbo Liu, esperta di cardiologia della canadese University of Manitoba di Winnipeg, città del Canada fra le più fredde al mondo, dove è stato condotto lo stduio.
Questo rischio può essere predetto fino a 2 giorni prima l’effettivo attacco cardiaco.
L’aumento della consapevolezza pubblica e la ricollocazione delle risorse potrebbero aiutarci in futuro a rispondere a questo rischio stagionale di infarto prevedibile.
[related layout=”big” permalink=”http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/539974/infarto-le-cause-e-i-sintomi-da-riconoscere”][/related]
Via | ESC