
Doctor talking to his female senior patient
[blogo-video id=”557148″ title=”Il potere curativo della parola” content=”” provider=”youtube” image_url=”http://media-s3.blogosfere.it/scienzaesalute/c/cba/hqdefault-jpg.png” thumb_maxres=”0″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=lqY2ZKvcPrA” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fNTU3MTQ4JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjM3NSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9scVkyWkt2Y1ByQT9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzU1NzE0OHtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fNTU3MTQ4IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fNTU3MTQ4IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Giovani medici a scuola di empatia e umanità nella propria professione. E’ quello che succederà al Dipartimento di Oncologia dell’Università Statale di Milano, dove il rapporto con il paziente diventa una materia di esame. Il 2 dicembre, alla Facoltà di Medicina dell’Università Statale, si parlerà di medicina della persona e si insegnerà agli aspiranti medici come instaurare un rapporto con il malato, per comprenderlo e curarlo meglio.
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Gabriella Pravettoni, insegnante di Psicologia dei Processi Decisionali dell’Università degli studi e direttore dell’unità di Psicologia dello Ieo, spiega:
[quote layout=”big”]Un buon medico non deve solo fare diagnosi corrette e indicare le cure giuste. Deve anche saper parlare ai pazienti, capire la sofferenza e avere la capacità di ascoltare. [/quote]
L’obiettivo è proprio quello di formare una nuova generazione di dottori e di oncologi che oltre alle competenze professionali possano anche ascoltare il paziente e relazionarsi con lui e non solo dal punto di vista medico. Gli studi, infatti, indicano che un rapporto empatico tra medico e paziente rende più efficaci le cure in caso di malattie del cuore, di dolore cronico, di diabete. Ma sono ancora pochi i dottori che ascoltano davvero i pazienti.
Via | Ansa