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Epatite B: i sintomi da riconoscere

L'epatite B è l'infezione epatica grave più comune al mondo. È causata dal virus HBV e colpisce il fegato con sintomi facilmente riconoscibili seppur comuni a molte altre patologie nonché ad altre forme di epatite. Le sue manifestazioni comprendono nausea, vomito, dolori addominali e perfino ingiallimento della pelle. Approfondiamoli nel dettaglio soffermandoci sui modi di trasmissione ed sul periodo di incubazione.

Epatite B: i sintomi da riconoscere

Fonte immagine: Pixabay

L’epatite B è un’infezione del fegato, causata dal virus HBV, i cui sintomi possono essere più o meno gravi. Se in alcune persone permangono per poche settimane (è il caso dell’epatite B acuta) in altre la malattia progredisce fino a diventare una patologia grave e permanente nota come epatite B cronica. Si stima che, in tutto il mondo, siano circa 300 milioni di persone quelle che ci convivono. Ma come ci si accorge di avere l’epatite B? E come si guarisce? Andiamo con ordine.

Cos’è l’epatite B

Come anticipato, è una malattia infettiva contagiosa del fegato causata dal virus dell’epatite B, un virus a DNA appartenente al genere degli Orthohepadnavirus della famiglia degli Hepadnaviridae. Non esiste un trattamento specifico per la sua cura, pertanto i trattamenti sono finalizzati a mantenere uno stile di vita il più confortevole possibile e un adeguato equilibrio nutrizionale. Soprattutto la reintegrazione dei liquidi persi a causa del vomito e della diarrea.

Se nella maggior parte dei vasi è a breve termine (dura meno di sei mesi), in altri diventa cronica e un potenziale fattore di rischio per malattie ben più gravi che interessano il fegato. Nonostante non vi sia una cura specifica una volta che se ne viene infetti, esiste un vaccino utile per prevenire l’epatite B.

Epatite B: i sintomi da riconoscere
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Come si prende il virus dell’epatite B?

Tale malattia si diffonde quando sangue, saliva, sperma o altri fluidi corporei vaginali infetti dal virus dell’epatite B entrano nel corpo di una persona che non è infetta o che non è stata vaccinata. Può quindi diffondersi da madre a figlio alla nascita o attraverso esposizione a sangue infetto, tramite ferite da aghi, tatuaggi, piercing. La trasmissione del virus può avvenire anche attraverso il riutilizzo di aghi e siringhe contaminati o oggetti taglienti sia in ambito sanitario, nella comunità o tra persone che si iniettano droghe. La trasmissione sessuale è più diffusa nelle persone non vaccinate e con più partner sessuali.

Epatite B sintomi

L’epatite B, come abbiamo detto, può essere acuta o cronica. Nel primo caso i sintomi possono essere lievi o anche molto gravi. La maggior parte delle persone guarite dall’infezione acuta rimane immune per il resto della vita. L’infezione cronica invece, si verifica quando il sistema immunitario non è riuscito a sconfiggere completamente il virus e, quindi, permane nel tempo. Così come si legge sul sito dell’ISS, nella maggior parte dei casi l’epatite B (sia acuta, sia cronica) non provoca disturbi, cosicché chi è portatore del virus spesso non ne è neanche a conoscenza e scopre di averla anche a distanza di anni. E’ importante chiarire come alcune persone, il 65-70% dei casi, seppur infette, non presentino sintomi. Il problema più importante legato alla malattia è la sua cronicizzazione.

Sintomi dell’epatite B possono includere quelli elencati di seguito che, per la verità, sono piuttosto comuni non solo ad altre malattie, ma anche ad altre epatiti causate da un altro virus.

  • Dolore addominale
  • Urina scura
  • Feci chiare, grigiastre
  • Febbre e sintomi influenzali
  • Dolori articolari
  • Perdita di appetito
  • Nausea e vomito
  • Diarrea
  • Debolezza e stanchezza

Sintomi sulla pelle comprendono l’ingiallimento di questa e del bianco degli occhi (ittero). Sintomi iniziali dell’epatite sono quelli che abbiamo appena approfondito. Non è raro che nei bambini la patologia sia quasi del tutto asintomatica. Ciò può avvenire anche negli adulti. In casi come questo ci si accorge di essere affetti quando le funzioni del fegato sono già piuttosto compromesse. Un cenno, infine, riguarda il prurito tra i possibili sintomi dell’epatite B. Questo fastidio rientra tra le complicanze della malattia di fegato, e può accadere che lo si sperimenti.

Epatite B fulminante, sintomi

L’epatite fulminante si verifica quando il fegato inizia a cedere molto rapidamente in pochi giorni o settimane, a seconda della causa. E’ una condizione molto grave che va subito trattata. Sintomi, in questo caso, possono comprendere stanchezza, nausea, mal di stomaco o dolore e sonnolenza, confusione mentale, irritabilità e sensazione di disorientamento.

Epatite B bambini, sintomi

Nel caso dei bambini, l’epatite b può essere trasmessa ai piccoli tramite il latte materno o un parto vaginale. L’incubazione è in media 90 giorni, ma può variare tra i 30 e i 180. Sintomi nei bimbi comprendono malessere, febbre, ittero, nausea, vomito. Così come riportato sul sito dell’Ospedale Bambin Gesù, la presenza o meno dei sintomi dipende dall’età. Meno dell’1% dei bambini al di sotto dell’anno di età è sintomatico. La percentuale sale a 5-15% tra 1 e 5 anni, e a 30-50% al di sopra dei 5 anni di età. I piccoli pazienti possono inoltre manifestare dolori articolari, tumefazione e arrossamento di una articolazione ed ancora alterazioni cutanee, problemi ai reni e abbassamento del numero delle piastrine.

L’OMS raccomanda che tutti i neonati ricevano il vaccino contro l’epatite B il prima possibile dopo la nascita, preferibilmente entro 24 ore, seguito da 2 o 3 dosi di vaccino a distanza di almeno 4 settimane per completare la serie di vaccinazioni.

Epatite B: i sintomi da riconoscere
Fonte: Pexels

Epatite B sintomi, dopo quanto tempo

Il periodo di incubazione dei sintomi dell’epatite B varia fra 45 e 180 giorni, ma si attesta solitamente fra 60 e 90 giorni. Nella norma, infatti, i primi sintomi iniziano a manifestarsi dopo 1-3 mesi dall’infezione, anche se non è raro ravvisarli già dopo sole due settimane.

Complicazioni dell’Epatite B

Sintomi di epatite b cronica sono correlati ad un maggior rischio di ammalarsi di cirrosi epatica e di sviluppare un tumore del fegato (epatocarcinoma). Queste sono infatti le maggiori e più comuni complicazioni.

Cirrosi epatica

La cirrosi epatica è uno stadio avanzato di cicatrizzazione del fegato causata da diverse malattie a carico dell’organo. E l’epatite rientra tra queste. Con il progredire della cirrosi, nel fegato si forma via via una sempre maggiore quantità di tessuto cicatriziale, che ne rende difficile il suo funzionamento. Se diagnosticata precocemente, si può evitare che peggiori irrimediabilmente.

Epatocarcinoma (tumore del fegato)

Il carcinoma epatocellulare è la forma più comune di cancro al fegato e rappresenta circa il 90% dei casi. L’epatite B e C sono i principali fattori di rischio per il suo sviluppo. Si stima, infatti, che ogni anno 1 persona su 20 colpite da cirrosi causata dall’epatite B cronica si ammali di questo tumore.

Che tipo di epatite è la più pericolosa?

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le epatiti virali rappresentano uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello mondiale. I dati OMS relativi al 2020 hanno evidenziato come siano 325 milioni di persone nel mondo a vivere con un’infezione cronica da epatite B o C. Il numero dei decessi ammonta invece a 1.300 mila persone, che muoiono ogni anno a causa delle complicazioni causate dalle infezioni a livello epatico. A tal proposito, l’OMS promuove ogni anno una Giornata Mondiale contro l’epatite al fine di far conoscere la malattia, in modo da prevenirne la diffusione e promuovere un corretto trattamento.

Secondo l’istituto superiore di Sanità la forma di epatite più pericolosa è la coinfezione da HDV-HBV, ovvero da Epatite Delta ed Epatite B. Ciò per via della sua più rapida progressione verso un danno epatico grave, con le complicazioni che abbiamo già affrontato sopra, ovvero la comparsa di cirrosi epatica e tumore del fegato.

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