Benessereblog Alimentazione Dieta sana Dieta per dimagrire velocemente: esiste davvero?

Dieta per dimagrire velocemente: esiste davvero?

L'intervista alla dietista Alessandra Parisi di MioDottore per capire se esista davvero una dieta che fa dimagrire velocemente.

Dieta per dimagrire velocemente: esiste davvero?

Dimagrire e perdere peso, due argomenti davvero molto delicati, sui quali caschiamo sempre tutti impreparati. Crediamo che esista una dieta per dimagrire velocemente. O che un regime alimentare che ha funzionato per un’amica o un collega possa fare lo stesso per noi per ritornare in forma. Ma quanto c’è di vero in queste credenze che spesso accompagnano le nostre scelte alimentari quotidiani?

Lo abbiamo chiesto a un’esperta del settore, la Dottoressa Alessandra Parisi, dietista, di MioDottore, che ha aderito al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma, per consulenze anche a distanza.

Quando si deve perdere peso?

Si deve perdere peso quando ci si allontana troppo dal proprio peso ideale,. Ovvero quello per il quale statisticamente un organismo ha minori probabilità di ammalarsi. Non si tratta infatti di un mero rapporto tra peso e altezza. Questo può di certo dare delle indicazioni di massima. Ma per sapere se il peso è davvero il quello ideale, bisogna valutare diversi fattori, primo tra tutti la composizione corporea.

Il numero sulla bilancia, i kilogrammi, è fatto dalla somma di massa magra, massa grassa e acqua. E ognuno di questi componenti deve essere in un determinato rapporto con gli altri per ottenere un reale benessere. Due persone dello stesso peso e della stessa altezza, possono essere metabolicamente molto diverse. Addirittura una delle due potrebbe essere “obesa” pur essendo normopeso, se la sua massa corporea fosse composta prevalentemente da massa grassa a discapito di acqua e muscolatura.

Perdere peso è importante come prevenzione nei confronti di tutte le patologie

Siano esse direttamente connesse con l’alimentazione o meno. Essere sovrappeso indebolisce la muscolatura vescicale e favorisce così il rischio di incontinenza. L’incidenza di patologie oncologiche è maggiore nei soggetti obesi e così via.

Nel caso in cui la persona sia normopeso, ma l’analisi della massa corporea (bioimpedenziometria, plicometria) evidenzi che la massa grassa è rappresentata in percentuale troppo elevata, si dovrà lavorare non tanto per perdere peso, quanto per ridurre la massa grassa a favore di un incremento di massa muscolare e acqua. Parleremo quindi di ricomposizione corporea. Bisognerà:

  • scegliere con cura gli alimenti
  • assicurare la giusta idratazione
  • praticare una moderata attività fisica, sia aerobica che anaerobica

Perdere peso in caso di intervento chirurgico

Un altro caso frequente in cui è necessario perdere peso, è l’eventualità di dover subire un intervento chirurgico. I rischi legati all’anestesia aumentano con il sovrappeso, poiché aumenta il dosaggio del farmaco in caso di anestesia generale. Per questo motivo, si cerca di ricorrere all’anestesia locale, ma ciò non sempre è possibile.

Laddove gli interventi vengano programmati con anticipo, il medico suggerirà al paziente di intraprendere una terapia adatta per perdere peso e affrontare meglio l’operazione e il decorso post-operatorio.

Perdere peso prima di programmare una gravidanza

Nel caso in cui una donna sovrappeso decida di programmare una gravidanza, è importante farle capire la reale necessità di perdere peso prima di restare incinta. Nelle donne sovrappeso/obese c’è una maggior incidenza di:

  • diabete gestazionale
  • preeclampsia (gestosi)
  • ipertensione
  • rischio di feto macrosomico
  • probabilità più elevata di parto cesareo.

Se la gravidanza non è programmata, sarà fondamentale essere seguiti da un professionista durante tutta la gravidanza e l’allattamento (ma anche successivamente), per garantire al feto tutti i nutrimenti necessari. E al contempo limitare le calorie in eccesso per la madre. Suggerendo una moderata attività fisica (passeggiate a passo lento ma continuo per 45-50 minuti tutti i giorni preferibilmente la mattina).

In conclusione, sono molti i casi in cui è necessario perdere peso, l’importante è decidere di iniziare a cambiare le proprie abitudini.

dimagrire
Fonte: Foto di silviarita da Pixabay

Cosa deve sapere una persona che ha deciso di dimagrire?

Chi decide di intraprendere un percorso nutrizionale volto alla perdita di peso, deve sapere che la durata del percorso è variabile, molto dipenderà dalla tenacia del paziente, dalla sua costanza e dalla voglia di cambiare determinate abitudini, come la sedentarietà.

Attenzione alla fase di mantenimento

Soprattutto è importante non abbandonare il percorso appena raggiunto l’obiettivo. Infatti, il mantenimento è la fase più delicata, forse più “noiosa” perché statica, ma consolidare la perdita di peso e far proprie le corrette abitudini acquisite, è ciò che farà sì che il peso perso non venga più recuperato.

È quindi bene che chi vuole perdere peso ne sia convinto, che sappia che ci saranno delle rinunce da fare, ma che ne varrà di certo la pena, perché oltre a dimagrire ci si sentirà meglio in generale e la vita migliorerà sotto molti punti di vista.

Mettersi a dieta senza rinunciare alla convivialità: istruzioni per l’uso

Uno dei maggiori detrattori della forza di volontà di chi si mette a dieta è la socialità. Si è soliti abbinare i momenti di socialità ai pasti e ne abbiamo davvero tanti da poter condividere, dal brunch all’aperitivo al dopo cena. In queste occasioni è difficile rispettare la dieta, perché non possiamo decidere cosa mangiare, ma dobbiamo attenerci a quanto proposto. E  anche se trovassimo qualcosa che possa rientrare nei cibi concessi, di certo non saranno cucinati o conditi come facciamo noi a casa.

Un’alternativa è quella di portarsi il pasto da casa, ma non è una soluzione adatta a tutte le persone né a tutte le occasioni. In particolar modo per le persone che devono perdere molto peso, casi cioè in cui il percorso può durare anche più di un anno, è impensabile rinunciare a tutte le occasioni che si presentano per tutta la durata del percorso.

Dunque, bisogna imparare a gestire le occasioni. In alcuni casi, si può raggiungere il gruppo di amici dopo aver mangiato. Mentre in altri concedersi un pasto libero sempre nel rispetto delle indicazioni generali del dietista.

Esempi per andare a cena o pranzo fuori quando si è a dieta

Ad esempio, se a pranzo la dieta prevede pasta, si potrà mangiare un piatto di linguine allo scoglio e abbinarlo alla verdura, evitare fritti e dolci e concedersi un bicchiere di vino. In altri casi ancora, se c’è la possibilità di scegliere (ristorante con menù à la carte), si potrà riprodurre il pasto previsto dalla dieta, ad esempio laddove era prevista carne, si potrà mangiare una tagliata di manzo con della verdura e pane se previsto.

Se gli altri mangiano il dolce e non si vuole restare a guardare, si può scegliere della frutta.

Per perdere peso bisogna fare attività fisica

Un’altra informazione fondamentale da dare a chi vuole perdere peso, è che è assolutamente necessario fare attività fisica. Non vuol dire che da oggi a domani si deve iniziare a fare sport a livello agonistico, anzi. Significa invece abituarsi a camminare di più, se ci sono le possibilità è opportuno iscriversi in palestra. Ma la cosa fondamentale è acquisire delle buone abitudini da continuare poi nel tempo, come ad esempio fare le scale o parcheggiare non proprio sotto l’ufficio, qualcosa che si inserisca nel quotidiano e inizi a farne parte.

Chirurgia estetica per rimuovere la pelle in eccesso

Nel caso in cui il paziente che decide di dimagrire debba perdere una quantità consistente di chili, bisogna anche prepararlo all’eventualità di dover ricorrere a un intervento di chirurgia estetica per eliminare la pelle in eccesso. Il consiglio è di parlare apertamente con il professionista esponendo eventuali dubbi o paure e di iniziare il percorso con convinzione e determinazione.

Dieta per dimagrire
Fonte: Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Esistono diete per dimagrire velocemente?

Sì, esistono alcuni protocolli dietetici che consentono in tempi relativamente brevi di perdere una quantità di chili considerevole o comunque maggiore di altre. Queste diete escludono prevalentemente i carboidrati e/o i grassi oppure limitano gli alimenti a una sola categoria (ad es. solo proteine, per cui la dieta sarà composta prevalentemente da carne/pesce/uova).

Le diete per dimagrire velocemente sono protocolli di breve durata

Non si tratta infatti di una sana e corretta alimentazione o di una semplice dieta ipocalorica, ma di vere e proprie terapie alimentari da intraprendere solo se ci si affida a un professionista. Le diete spesso sponsorizzate sui social che promettono di far perdere 4 kg in una settimana, o le diete fai da te calcolate usando le app, possono far raggiungere gli obiettivi desiderati, ma a discapito della salute, di solito il peso perso si riacquista appena terminata la dieta e con gli interessi.

Nel soggetto sano che deve unicamente perdere peso, non è di per sé sbagliato farlo velocemente. Il problema principale di questi approcci è che, apprezzando ottimi risultati in poco tempo, la persona non ha il tempo di capire le basi della sana e corretta alimentazione, non ha il tempo di imparare ad abbinare correttamente gli alimenti tra di loro. Inoltre, non impara il concetto di porzione ne riesce a orientarsi con le quantità perché queste diete essendo molto restrittive per qualità di alimenti, sono spesso molto più libere nella grammatura.

Cosa accade quindi una volta persi i chili desiderati?

Nella maggior parte dei casi, il paziente interrompe il percorso senza consolidare la perdita di peso o seguire il successivo mantenimento, e senza iniziare/proseguire l’attività fisica. Dopo qualche mese, il peso perso inizia a ripresentarsi e così si innesca il famigerato e tanto odiato effetto yo-yo.

Allora le diete che fanno perdere peso velocemente sono da considerarsi “sbagliate”?

No, ma per non incorrere in un circolo vizioso, è importante specificare bene le proprie esigenze al professionista a cui ci si affida e soprattutto capire che una volta perso il peso voluto, in realtà non si è nemmeno a metà del percorso, anzi la parte più ostica inizia proprio qui. Ovvero quando la perdita di peso va consolidata, quindi per diverse settimane o mesi il paziente dovrà fare controlli, mangiare correttamente, ma senza che il peso scenda ulteriormente.

Questo periodo a volte viene vissuto con insofferenza, come se fosse inutile, fatica sprecata, perché si ha l’impressione di sforzarsi senza ottenere risultati, poiché il peso resta costante. Invece il grande risultato è proprio questo, la costanza del peso!

Mentre il peso resta costante, si impara a mangiare, a gestire gli eventi, ad abbinare i cibi, ad avere una vita più attiva e tutto questo determina un grande successo nel lungo periodo.

In pratica, si impara a mangiare ciò di cui si ha bisogno, senza eccedere se non una volta ogni tanto in occasioni particolari, si impara ad adottare una sana e corretta alimentazione e a fare attività fisica, fondamentale per la prevenzione di molte altre patologie.

Perché si dice che la dieta deve essere sempre personalizzata?

Non esistono due individui perfettamente identici, nemmeno i gemelli omozigoti sono identici al 100%. È improbabile che due persone abbiano le stesse esigenze nutrizionali e la stessa situazione metabolica e medica di partenza. Inoltre, nell’elaborazione di una dieta contano anche i gusti personali, lo stile di vita, le abitudini pregresse, le necessità lavorative, la religione, lo status, la disponibilità a modificare il proprio stile di vita e molto altro.

Appare quindi evidente che la stessa dieta non possa andar bene per più di una persona, anche se due soggetti fossero della stessa altezza, stesso peso, stesso sesso ed età, non sarebbe comunque possibile far seguire a entrambi lo stesso percorso.

Cos’è la bioimpedenziometria

Un esame importante per spiegare questo ancor più nel dettaglio, è l’analisi della massa corporea, cioè la bioimpedenziometria. Si tratta di un esame non invasivo, molto rapido, che non richiede nessuna preparazione da parte del paziente.

Si svolge come un elettrocardiogramma, ma gli elettrodi vengono posizionati su mano e piede dalla stessa parte del corpo. Questo descrive in modo preciso la composizione della massa corporea del paziente, cioè identifica la quantità di massa magra, massa grassa, acqua e il rapporto tra loro.

In tal modo è possibile preparare una dieta che tenga conto di questi fondamentali parametri, soprattutto a seconda di qual è il fine del piano dietetico.

Modificare la propria composizione corporea

Supponiamo che, sempre le stesse due persone di prima siano normopeso e che vogliano modificare la propria composizione corporea:

  • in uno dei due riscontriamo una percentuale di massa muscolare molto ridotta e una presenza importante di massa grassa
  • l’altra persona invece ha una bioimpedenza che mostra un corretto rapporto tra le masse.

Non si può dare la stessa dieta a due persone così diverse, sebbene entrambe vogliano modificare la propria composizione corporea e abbiano una situazione di partenza che potrebbe sembrare simile.

A uno bisognerà dare un’alimentazione con fonti proteiche adeguate per il ripristino della massa muscolare, eliminare i grassi saturi, inserire carboidrati a basso indice glicemico e suggerire un’attività fisica mirata alla perdita di grasso, ma anche volta a ricostruire la muscolatura. L’altro soggetto invece dovrà avere un’alimentazione volta all’incremento e al potenziamento della massa muscolare, magari con una ciclizzazione dei carboidrati all’interno della settimana, in base agli allenamenti.

La dieta personalizzata guida  chi deve dimagrire

Un dato importante da considerare è che la dieta personalizzata indica le giuste quantità, gli abbinamenti, il menù settimanale ed è bilanciata in ogni sua parte.

Non bisogna infatti dimenticare l’apporto delle vitamine e dei sali minerali. Una dieta “standard” tiene conto del fabbisogno medio di questi micronutrienti per la popolazione a seconda del sesso e della fascia di età, ma non può sapere se la persona che deciderà di seguire quella dieta è carente magari di ferro o calcio o se deve prestare attenzione a non eccedere con gli zuccheri semplici poiché ha familiarità per il diabete di tipo 2.

In conclusione, è bene diffidare della “dieta dell’estate” e invece rivolgersi a professionisti che sapranno individuare le personali esigenze, elaborando un corretto piano.

Colazione sana
Fonte: Pixabay

Diete vegane e vegetariane sono utili per dimagrire?

Le diete che escludono le fonti animali hanno spesso motivazioni etiche, difficilmente si adottano diete di questo tipo solo per dimagrire se si è onnivori. Naturalmente è possibile dimagrire con una dieta vegetariana o vegana, bisogna anche considerare che sono diete che prevedono l’introduzione di altre fonti di proteine, spesso derivati della soia e con sapori molto diversi da quelli a cui siamo abituati; in un certo senso, bisogna essere “pronti”.

Non è utile però eliminare le fonti animali se lo scopo è solo quello di dimagrire, anzi sono proprio queste le fonti che di solito si consiglia di consumare in regimi ipocalorici volti al dimagrimento.

E privarsi del glutine se non si è intolleranti o allergici?

Privarsi del glutine se non si è intolleranti o allergici (o “sensibili”) provoca nei primi tempi un dimagrimento solo se gli alimenti che lo contengono non vengono sostituiti con equivalenti senza glutine (ad esempio le patate o il riso al posto della pasta, biscotti con farina di riso al posto di biscotti classici).

Il dimagrimento però non deriva tanto dall’aver eliminato il glutine, quanto dal fatto che il glutine è contenuto nei carboidrati; se si eliminano tutti i carboidrati senza sostituirli con equivalenti privi di glutine, si perde peso. Non è però un modo sano per perdere peso, perché eliminando i carboidrati è probabile che per essere sazi si aumentino gli altri macronutrienti (grassi e proteine) anche inconsapevolmente e questo potrebbe provocare dei danni a lungo termine. Oltre al fatto che i carboidrati sono fonte preziosa di energie, fibre e molto altro.

Se invece si eliminano gli alimenti che contengono glutine e si sostituiscono con prodotti privi di glutine, per dimagrire sarà necessaria una dieta bilanciata e personalizzata, dove saranno inseriti i prodotti senza glutine.

Togliere una categoria di alimenti completamente (ad esempio i carboidrati) può essere utile a perdere peso e stare in salute?

Eliminare completamente una categoria di alimenti può aiutare a perdere peso se si parla di eliminare i  carboidrati. Una dieta priva di grassi e proteine non è pensabile, a meno che si tratti di particolari patologie, come ad esempio quelle renali, dove le proteine vanno ridotte, ma comunque non eliminate. O delle dislipidemie severe, dove si limitano i grassi, ma anche qui una quota giornaliera va assolutamente preservata.

Eliminare i carboidrati provoca una rapida e spesso consistente perdita di peso, specie se non si attua ad esempio un protocollo chetogenico ad alti grassi, ma ci si limita all’eliminazione del macronutriente.

Non è un modo sano di dimagrire se “fai da te”

Se si elimina completamente un macronutriente occorre essere monitorati e fare integrazione mirata, oltre a bilanciare correttamente i due macronutrienti rimasti, le fibre e i micronutrienti. Di solito in questi protocolli ci si deve occupare anche della salute del microbiota.

Inoltre, una dieta che prevede l’eliminazione di un macronutriente, è necessariamente una dieta che avrà una durata circoscritta, perché il fine ultimo deve sempre essere quello di insegnare alla persona come alimentarsi in modo corretto e bilanciato, cercando di assumere tutti i micro e macro nutrienti di cui si ha bisogno, senza dover ricorrere agli integratori.

La dieta mediterranea fa dimagrire?

La dieta mediterranea è un riferimento per tutti, è stata dichiarata patrimonio dall’UNESCO nel 2010. Non è solo un protocollo alimentare, ma un vero e proprio stile di vita che, se adottato nella sua interezza, darà di certo ottimi risultati come forma di prevenzione da malattie cardiovascolari, diabete ecc.

Non si tratta di una dieta dimagrante di per sé. Il dimagrimento è sempre dato da un introito di kcal minore rispetto al dispendio energetico giornaliero. Questa dieta affonda le radici nel passato, comprende alimenti sani come:

  • pesce
  • cereali non raffinati
  • legumi
  • verdure fresche di stagione
  • frutta
  • olio extravergine di oliva
  • una quasi totale assenza di grassi saturi (burro, carne rossa, formaggi con molta moderazione)
  • una presenza limitata di carne bianca

Il tutto distribuito durante la giornata, di solito in due pasti principali più uno o due spuntini. È l’ideale per prevenire tutte le patologie cardiovascolari. Il protocollo funziona (sia come prevenzione dal rischio di sviluppare malattie cardiovascolari che per il dimagrimento) se “adottato nella sua interezza”.

Cosa significa seguire la dieta mediterranea?

Erroneamente si pensa che la dieta mediterranea consista nel mangiare carboidrati a ogni pasto, frutta o cracker a metà mattina, un bel piatto di pasta al pomodoro a pranzo spesso senza le verdure, di nuovo frutta o cracker a merenda, carne o pesce o uova a cena, con una fetta di pane o delle patate.

I carboidrati che oggi si introducono sono raffinati. La verdura non è di stagione e anche la frutta è di serra. Spesso non si fa più caso a cosa sarebbe giusto consumare in base al periodo. Le porzioni di pasta e pane consumate oggi sono rimaste le stesse di 60 anni fa. Porzioni tipiche di pescatori e pastori che lavoravano dall’alba al tramonto, nonostante il dispendio calorico collettivo si sia invece attualmente dimezzato.

Molti oggi trascorrono la maggior parte della giornata seduti, camminano solo 20 minuti,. Spesso saltano il pranzo. Si siedono a tavola alle 21 per cenare e alle 23 crollano stanchi sul divano non prima di aver mangiato due biscotti e/o un pezzetto di cioccolata.

Cos’è veramente la dieta mediterranea

Questa non è la dieta mediterranea. La nostra amata dieta mediterranea prevedeva che i pasti venissero consumati entro le 18 circa. Il piatto principale da consumare anche quattro o cinque volte a settimana era composto da un cereale più un legume per assicurare il corretto apporto proteico. La carne rossa una volta al mese. Mentre la carne bianca una volta a settimana. Uova più volte a settimana magari crude per colazione. Il pesce a seconda della località, due o tre volte a settimana. La sera si andava a letto al calar del sole, ci si svegliava alle 5, si percorrevano molti km durante la giornata o comunque il lavoro da svolgere comportava un importante dispendio di energie.

In conclusione, la dieta mediterranea che possiamo consigliare oggi, anche a scopo dimagrante, va imprescindibilmente abbinata all’attività fisica. E, se adottata come stile di vita, darà ottimi risultati.

Seguici anche sui canali social