
Diabetes
Il diabete ha spesso numerose complicanze, alcune molto gravi, come l’ infarto del miocardio, l’ ictus e l’insufficienza renale. Lo studio Leader1, un lavoro internazionale (condotto in 32 paesi, Italia inclusa), ha portato buone notizie. Sembrerebbe che il farmaco antidiabete liraglutide – appartenente alla classe degli agonisti del recettore del GLP-1 (glucagon-like peptide-1) e protagonista dello studio LEADER – riduca del 22 per cento il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 15 per cento la mortalità per tutte le cause nelle persone con diabete tipi 2.
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Non è l’unica novità: liraglutide sembra ridurre il rischio di peggioramento della malattia renale, anche in questo caso del 22 per cento, nelle persone a elevato rischio cardiovascolare. Giuseppina Russo, Ricercatore Universitario e Responsabile dell’Ambulatorio di Medicina delle Malattie Metaboliche, D.A.I. di Medicina Interna, AOU Policlinico Universitario di Messina, ha commentato:
“Si tratta di risultati particolarmente importanti per la pratica clinica quotidiana. I dati, infatti, mettono in evidenza come liraglutide, oltre all’effetto atteso da parte di un farmaco antidiabete di riduzione della glicemia, contribuisca a prevenire, nel diabete tipo 2, le complicanze cardiovascolari, la mortalità e a ridurre le malattie renali. Senza dimenticare che ha anche un significativo impatto sulla perdita di peso, un dato non indifferente in quanto molto spesso diabete, sovrappeso e obesità convivono, sostenendosi a vicenda”.