Lo studio dei ricercatori, pubblicato sulla rivista Science Advances, spiega che combinando diversi principi attivi dentro la stessa nanoparticella si può ottenere un trattamento che può agire sui processi infiammatori più gravi, che possono provocare malattie molto gravi, anche letali. Al momento non esistono molti trattamenti adatti a queste situazioni e alcuni già usati comportano effetti collaterali non indifferenti.
Grazie alla loro ricerca e alla scoperta che queste infiammazioni gravi acute sono provocate da infiammazione e stress ossidativo, i ricercatori hanno trovato un modo per rallentare questo meccanismo, attraverso la nanomedicina. Lo studio in vivo su modello animale in shock settico ha dato ottime speranze per migliorare la situazione, ma c’è ancora bisogno di studi clinici. Anche per quello che riguarda la dura battaglia contro l’infezione da Covid-19 che si sta combattendo in tutto il mondo: la speranza è quella di sviluppare un farmaco che sia in grado di contrastare l’infiammazione grave e fuori controllo. Potendo così anche contrastare le reazioni infiammatorie provocate dall’infezione da Coronavirus.
Via | Panorama
Foto di Pete Linforth da Pixabay














