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Agopuntura, la qualità degli aghi può essere migliorata

Agopuntura e qualità degli aghi, uno studio rivela che bisogna ancora migliorare

Agopuntura, la qualità degli aghi può essere migliorata

La qualità degli aghi per l’agopuntura dovrebbe essere universalmente migliorata, in modo da aumentare il livello di sicurezza del paziente. A renderlo noto sarebbero stati i ricercatori della RMIT University, i quali avrebbero fatto sapere che aumentare la sicurezza ed evitare potenziali problemi come il dolore e reazioni allergiche è a dir poco importante per coloro che si rivolgono a questo genere di terapia. Per giungere a tale conclusione, i ricercatori avrebbero preso in esame le qualità di due dei più famosi tipi di aghi per agopuntura usati nel mondo, ed avrebbero constatato che, sebbene la realizzazione di questi aghi sia nettamente migliorata negli ultimi anni, ancora altri passi avanti vano fatti per aumentarne la qualità.

“In Cina, l’agopuntura rappresenta il 40% di tutte le cure mediche, – spiegano gli autori della ricerca, pubblicata sulle pagine della rivista ‘Acupuncture in Medicine‘ – mentre nei paesi occidentali è una delle terapie complementari impiegate più di frequente”. Proprio per questa ragione, spiegano i ricercatori, sarebbe necessario che gli aghi con cui questa pratica viene attuata, venissero adeguatamente realizzati, affilati e puliti, in modo da poter “migliorare la sicurezza dei pazienti sottoposti a trattamento di agopuntura in tutto il mondo”.

Come dicevamo, gli autori della ricerca avrebbero preso in considerazione due particolari marche di aghi per agopuntura, e tramite delle immagini al microscopio a scansione elettronica ne avrebbero analizzato 10 a caso per ciascun marchio. Ebbene, le immagini avrebbero evidenziato significative irregolarità superficiali e incongruenze localizzate nelle punte degli aghi, in particolare negli aghi di uno dei marchi.

Inoltre, dopo aver simulato un processo di agopuntura, alcuni piccoli pezzi osservati sulle punte degli aghi sarebbero scomparsi. Il che, farebbe supporre che se tali aghi fossero stati usati su pazienti in carne e ossa, i piccoli pezzi si sarebbero alla fine depositati proprio sul tessuto umano.

Ciò potrebbe naturalmente comportare reazioni potenzialmente allergiche come ad esempio la dermatite, ma anche sanguinamento, lividi o dolore, come spiegano giustamente i ricercatori.

“Anche se nessuno di questi potenziali problemi comporterebbe lesioni gravi o di lunga durata, l’esperienza del paziente e la sua sicurezza sono di primaria importanza e la qualità di aghi per agopuntura deve essere migliorata in maniera più rigorosa”.

Non rimane che augurarci che la produzione di tali aghi possa avvenire in futuro in maniera più adeguata!

via | Sciencealert
Foto | da Pinterest di SuoiCerp OCnicnat

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