Lo studio, reso possibile con il sostegno della Fondazione AIRC, è fondamentale per capire come i tumori possono resistere alle terapie antitumorali. Nel dettaglio, la ricerca ha analizzato i tumori del colon, andando a individuare una serie di cellule che possono rimanere nello stato di quiescenza e che non possono moltiplicarsi attivamente, a differenze delle altre cellule tumorali. Però hanno un maggiore potenziale cancerogeno e una maggiore resistenza alle terapie.
Grazie all’individuazione delle cellule dormienti si possono fare passi da giganti nella ricerca sul tema della chemio resistenza e delle cellule staminali tumorali, su cui si basa oggi la ricerca degli esperti nella battaglia contro i tumori.
[related layout=”big” permalink=”https://scienzaesalute.blogosfere.it/post/535260/cancro-al-colon-lolio-doliva-lo-previene”][/related]Ann Zeuner spiega:
Le cellule tumorali quiescenti si possono paragonare ai semi delle piante, in quanto possono rimanere inattive a lungo e resistere a condizioni ambientali avverse per poi risvegliarsi e rigenerare un tumore a distanza di molti anni. Per questo è molto importante studiarle e capire i loro punti deboli, in modo da eliminarle mentre si trovano nello stato dormiente o almeno impedire loro di risvegliarsi.
Alle sue parole si aggiungono quelle di Silvio Brusaferro, presidente ISS:
Questo studio mostra come la tutela e la promozione della salute per un Istituto come il nostro debba necessariamente passare anche attraverso l’inscindibile legame tra la ricerca e i programmi di sanità pubblica.
Foto Pixabay
Via | Ansa














