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Pubblicità dei cibi spazzatura, l’OMS dice basta

Pubblicità dei cibi spazzatura addio? Ecco quali sono le nuove proposte dell’OMS.

Pubblicità dei cibi spazzatura, l’OMS dice basta

Pubblicità di cibi spazzatura ed obesità infantile sono strettamente collegate, e questo è ormai un dato di fatto. Spesso e volentieri vengono reclamizzati prodotti che attirano irrimediabilmente l’attenzione dei bambini, prodotti che, nonostante siano chiaramente poco salutari e ricchi di inutili calorie e null’altro, vengono descritti come “buoni, sani e genuini”. Chi presta un minimo di attenzione a ciò che mangia, ma anche ai prodotti che applica su corpo e capelli, non può non chiedersi come si possano reclamizzare ed esaltare prodotti che lasciano onestamente a desiderare per quanto concerne, in questo caso, il loro reale valore nutritivo.

Come se non bastasse, la scienza ha già ampiamente dimostrato come il junk food danneggi tutti gli aspetti della nostra salute, alterando ad esempio l’olfatto, favorendo l’insorgenza di svariate malattie, e mettendo a rischio addirittura la salute del cervello!

Ebbene, a cercare di arginare la situazione, per salvaguardare i più piccoli, ci penserebbe adesso la sezione europea dell’Oms, che ha finalmente detto “basta” agli spot di prodotti spazzatura, prodotti come Energy drink, patatine fritte, gelati, prodotti a base di cioccolata, ma anche succhi di frutta (che nulla hanno a che vedere con la sana frutta fresca), biscotti carichi di zuccheri, cereali per la colazione, piatti pronti, burro di arachidi, creme spalmabili e così via.

A finire nel mirino dell’OMS non sono peraltro solamente i dolciumi, ma anche gli snack salati: quelli che conterranno più dello 0,1% di sale non potranno infatti essere reclamizzati.

Proprio per mettere un freno alla dilagante epidemia di obesità infantile che colpisce innegabilmente anche il nostro Paese, sarebbero state dunque da poco stilate delle nuove tabelle, grazie alle quali sarà chiaro quali prodotti alimentari possono essere reclamizzati, basandosi sulle sostanze in essi contenuti, e quali no.

Data l’epidemia di obesità in Europa, non c’è giustificazione per continuare a promuovere prodotti che hanno uno scarso valore nutrizionale e contribuiscono a diete non salutari.

avrebbe giustamente dichiarato Gauden Galea, direttore della sezione che ha realizzato queste nuove linee guida, e noi non possiamo che essere d’accordo.

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via | Ansa

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