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Vaccino antinfluenzale 2017, quale scegliere e perché?

Sono numerosi i vaccini antinfluenzali, ma quali sono più adatti ai giovani e agli anziani e come si classificano?

Vaccino antinfluenzale 2017, quale scegliere e perché?

La stagione influenzale è partita, come dimostrano i primi dati. In pochi giorni, sono già tantissimi i casi e, come ci ricorda da agosto il Ministero della salute, l’unico strumento realmente valido per difendersi dall’infezione è il vaccino.

Quali vaccini sono disponibili?

I vaccini sono trivalenti perché contengono due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B o quadrivalenti, in questo caso proteggono da due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e due virus di tipo B (Victoria e Yamagata). Esiste poi una classificazione:

  • vaccino split (contenente virus influenzali frammentati);
  • Vaccino a subunità (contenente solo gli antigeni di superficie);
  • Vaccino adiuvato (contenente gli antigeni di superficie con un adiuvante oleoso);
  • Vaccino intradermico (del tipo split), confezionato in una siringa particolare che consente di inoculare la dose nel derma.

Quale scegliere?

Il vaccino quadrivalente (tipo split) è indicato per l’immunizzazione degli adulti e dei bambini dai 3 anni di età (i virus tipo B sono più aggressivi verso la popolazione giovane). Gli adiuvati sono più indicati per chi ha 65 anni o più, mentre l’intradermico è ad ampio spettro. . Per immunizzarsi i vaccini slip e a subunità vanno bene per tutti; In linea di massima una sola dose è sufficiente, tranne per i bambini con meno di nove anni che non sono mai stati immunizzati prima (in questo caso due dosi a distanza di 4/6 settimane)

Per chi è gratuito?

Tutti coloro che hanno 65 anni o più, gli operatori sanitari (inclusi veterinari), familiari di pazienti ad alto rischio, categorie socialmente utili (polizia, vigili del fuoco), allevatori, addetti al trasporto di animali e macellatori, le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, bambini di età superiore ai 6 mesi e adulti con patologie che aumentano il rischio di complicanze (tra cui malattie respiratorie, cardio-circolatorie, diabete e obesità, insufficienza renale, tumori, malattie infiammatorie croniche, malattie del fegato, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV ).

Chi non rientra in queste categorie deve pagarsi il vaccino che costa circa 10 euro.

Via | Corriere

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