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Depressione, aspirina e ibuprofene aiutano a combatterla?

Farmaci di uso quotidiano come l'aspirina e ibuprofene potrebbero aiutarci a combattere la depressione?

Depressione, aspirina e ibuprofene aiutano a combatterla?

Farmaci comuni come aspirina e ibuprofene potrebbero essere utili per combattere la depressione, stando a quanto riportato dai ricercatori dell’Università di Cambridge. Secondo quanto emerso da una recente ricerca, pubblicata sulla rivista JAMA Psychiatry, sembrerebbe infatti che a giocare un ruolo determinante nell’insorgenza di malattie mentali come appunto la depressione, possa essere l’infiammazione. Il sistema immunitario svolge infatti un ruolo importante nella salute mentale, ed in tal senso, i farmaci per combattere l’infiammazione potrebbero fornire un validissimo aiuto per curare anche problemi di questo genere.

“Il nostro sistema immunitario si comporta come un termostato, orientato verso il basso per la maggior parte del tempo, ma innalzato quando abbiamo un’infezione. In alcune persone, il termostato è sempre impostato leggermente più in alto rispetto al normale, comportandosi come se fosse in corso una persistente infezione di basso livello. Queste persone – spiegano gli autori della ricerca – corrono un rischio maggiore di sviluppare depressione e psicosi. E’ troppo presto per dire se questa associazione è causale, e per questo stiamo effettuando ulteriori studi”.

Detto questo, i ricercatori sottolineano che i bambini che sono esposti ad alti livelli di infezione durante l’infanzia, potrebbero correre maggiori rischi di depressione e psicosi in età adulta. Nello specifico, gli esperti hanno scoperto che i bambini che presentano persistenti alti livelli di una proteina rilasciata nel sangue in risposta alle infezioni, correrebbero un maggior rischio di malattie depressive da grandi.

Per giungere a tale conclusione, gli scienziati della Cambridge University hanno analizzato i campioni di sangue di 4.500 volontari all’età di nove anni e li hanno poi seguiti fino all’età di 18 anni, per scioprire se si presentavano episodi di depressione o psicosi. Inoltre, gli scienziati hanno esaminato eventuali segni di infezione precedente, cercando la presenza di particolari marcatori di infiammazione.

Il team ha scoperto che i bambini con alti livelli quotidiani di marcatori di infiammazione hanno corso un rischio quasi due volte maggiore di soffrire di depressione o psicosi rispetto a coloro che invece presentavano livelli più bassi. Alla luce di quanto emerso, l’assunzione di farmaci anti-infiammatori potrebbe rappresentare un buon metodo per trattare questo genere di malattia, dal momento che tali farmaci portano i marcatori infiammatori alla normalità.

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via | DailyMail

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