Benessereblog Salute Il linfonodo reattivo ascellare cos’è, e quali rischi comporta se ingrossato

Il linfonodo reattivo ascellare cos’è, e quali rischi comporta se ingrossato

Quando il linfonodo ascellare si ingrossa, può diventare sensibile e dolorante, e in tal caso lo si definisce reattivo. Vediamo cosa significa questo

Il linfonodo reattivo ascellare cos’è, e quali rischi comporta se ingrossato

I linfonodi, o linfoghiandole, sono dei punti di raccolta della linfa che scorre nel nostro sistema linfatico, ma soprattutto sono le ghiandoline in cui si formano gli anticorpi, proteine che fanno parte del nostro sistema immunitario.

Quando nel corpo si verificano infezioni dei qualunque tipo, che a loro volta provocano febbre e infiammazione generale (ad esempio in caso di influenza), anche i linfonodi si ingrossano, e possono diventare visibili sottopelle, proprio come accade al linfonodo ascellare.

Questo fatto in sé è piuttosto normale e anzi, positivo, perché significa che il sistema immunitario sta reagendo ad un attacco patogeno di natura infettiva. A seconda dell’area dove si verifica l’infiammazione, il linfonodo corrispondente può gonfiarsi, diventando “reattivo“. Cosa significa questo e, soprattutto, è un pericolo? La risposta è no: certo, se accade nel cavo ascellare vedere una ghiandolina che si ingrossa e che al tatto appare dolente, può spaventare e far pensare a qualcosa di grave, ma in linea di massima significa solo che stiamo “combattendo” contro qualche bacillo, come virus e batteri.

La definizione “reattivo” è, infatti, legata proprio a questo compito importante dei linfonodi all’interno del processo di difesa del nostro organismo. Quando ci sia una massiccia produzione di anticorpi, logicamente queste ghiandole si gonfiano reagendo (ecco perché “reattive”) all’attacco patogeno. Quindi, se ci rendiamo conto di percepire un rigonfiamento nell’area ascellare, e se questo ingrossamento dei linfonodi si associa ad altri sintomi come febbre e malessere generale, dobbiamo semplicemente scoprire contro quale tipo di germe stiamo combattendo e stabilire se sia necessaria una terapia antibiotica oppure no.

In linea generale le infezioni batteriche necessitano di cure farmacologiche, mentre quelle virali (soprattutto se benigne, quindi legate alle classiche epidemie stagionali), no. Tuttavia, un rigonfiamento del linfonodo ascellare va sempre indagato quando sia repentino e provochi un notevole innalzamento della temperatura, se sia associato, ad esempio, ad un trauma dell’arto corrispondente (il braccio) o ad un dolore della mammella nella donna. In quest’ultimo caso, probabilmente, non c’è comunque nulla di cui spaventarsi, perché in molti casi il dolore al seno e all’ascella è un sintomo di ovulazione o un disturbo legato al ciclo mestruale.

 

 

Foto| via Pinterest

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