La riscoperta delle verdi-azzurre
La riscoperta delle microalghe per uso alimentare è iniziata negli anni Settanta del secolo scorso con due alghe di acqua dolce, Chlorella e Spirulina. Purtroppo, mentre in passato queste microalghe nascevano in maniera del tutto naturale (gli Aztechi, ad esempio, raccoglievano la Spirulina selvatica che proliferava nel lago Texcoco), oggi le zone d’acqua in cui […]
La riscoperta delle microalghe per uso alimentare è iniziata negli anni Settanta del secolo scorso con due alghe di acqua dolce, Chlorella e Spirulina.
Purtroppo, mentre in passato queste microalghe nascevano in maniera del tutto naturale (gli Aztechi, ad esempio, raccoglievano la Spirulina selvatica che proliferava nel lago Texcoco), oggi le zone d’acqua in cui vivono sono state distrutte dalla desertificazione e dall’inquinamento.
Le microalghe di lago, normalmente reperibili, hanno dunque tutti i limiti dei cibi prodotti dall’uomo in condizioni artificiali. Ciò ha costituito un grave ostacolo a una loro piena valorizzazione.
Ora, però, le cose stanno cambiando grazie a una fortunata eccezione, quella del lago Upper Klamath, in Oregon. Si tratta di uno specchio d’acqua incontaminato nel quale cresce da millenni una microalga selvatica, l’Aphanizomenon flos aquae, conosciuta con il nome di alga Klamath.
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