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Coronavirus: quali sono le superfici più contaminate?

Coronavirus: quali sono le superfici più contaminate? Ecco cosa emerge da un recente studio.

Coronavirus: quali sono le superfici più contaminate?

Quali sono le superfici più contaminate dal coronavirus?

Secondo quanto emerso da un recente studio effettuato a Singapore e pubblicato sulle pagine della rivista JAMA, sembra che alcune superfici possano essere più contaminate dal coronavirus rispetto ad altre.

Per il loro studio, gli autori hanno cercato di stabilire l’entità della contaminazione in presenza di un paziente infetto (con sintomi importanti e ospedalizzato). Per far ciò, hanno dunque prelevato dei campioni dalle superfici di stanze sterili, dai dispositivi protettivi indossati dai medici e dall’aria nella stanza.

Lo studio ha preso in esame tre pazienti gravi, e le loro stanze sono state esaminate prima della pulizia di routine e dopo la pulizia giornaliera. In primo luogo, sarà utile sapere che dopo la pulizia – che ricordiamo, va fatta con alcol etilico, acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%) – le superfici erano prive di virus.

Coronavirus: le superfici più contaminate

Dallo studio sarebbe emerso che alcuni posti nella stanza sono risultati positivi alla presenza del virus, ed in particolar modo si trattava del water, del lavandino, le maniglie, le sponde del letto, le sedie, interruttori e campanelli d’allarme, il pavimento e i vetri.

I campioni dell’aria sarebbero invece risultati negativi, e lo stesso vale per i dispositivi di protezione dei medici (fatta eccezione per la punta di una scarpa, che presentava però una carica virale molto bassa).

Naturalmente saranno necessari ulteriori studi con campioni più grandi per poter trarre delle conclusioni più concrete, ma la ricerca conferma che le norme di decontaminazione che sono state consigliate per ridurre il rischio di contagio sono adeguate, e rivela inoltre che i campioni nell’aria erano puliti e non contenevano le famose “goccioline” che trasportano il virus (in assenza di starnuti o tosse nei pazienti), e che quindi poco dopo queste si poserebbero.

via | Corriere
Foto di Silvia Tormo da Pixabay

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