Benessereblog Salute Stamina, chiusa l’inchiesta: 20 indagati per truffa

Stamina, chiusa l’inchiesta: 20 indagati per truffa

E' terminata l'inchiesta della Procura di Torino in merito al Metodo Stamina: sono 20 le persone indagate a vario titolo e con ipotesi di diversi reati. E tra le 20 persone coinvolte c'è anche Davide Vannoni.

Stamina, chiusa l’inchiesta: 20 indagati per truffa

Dopo tre mesi è terminata l’inchiesta della Procura di Torino in merito al Metodo Stamina: i primi accertamenti erano stati chiusi nell’agosto del 2012, ma alla fine del 2013 la Procura di Torino aveva richiesto nuovi controlli, che sono terminati con la richiesta di iscrivere tra gli indagati 20 persone, tra le quali anche Davide Vannoni, ideatore del Metodo Stamina oggi candidato alle Elezioni Europee 2014 con il movimento “Io cambio – Maie”.

Oltre a Davide Vannoni per il metodo Stamina risultano indagati il vice Mario Andolina, ma anche neurologi, biologi e otto medici degli Spedali di Brescia, dove il sistema ideato dal professore veniva iniettato ai suoi pazienti. Tra gli indagati anche un membro dell’Aifa, l’Agenzia Italiana per il Farmaco.

Le accuse per loro sono di associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione delle norme della privacy. Ora tutti gli indagati hanno 20 giorni di tempo dalla ricezione della notifica per chiedere di essere interrogati o per presentare documenti o memoriali difensivi per poter dare la loro versione dei fatti.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha così commentato la notizia:

Non sono molto stupita, vedremo l’esito del processo. E’ una vicenda che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso, e me, con molte preoccupazioni e ansie. L’importante è che ne esca chiarezza, perchè qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura.

A carico di Vannoni è in corso anche un altro processo per tentata truffa alla Regione Piemonte, avendo tentato di ottenere 500mila euro per una sua onlus per aprire un laboratorio che, secondo l’accusa, non avrebbe avuto i requisiti necessari.

Via | Repubblica

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