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Fumo di terza mano, a correre più rischi sono i bambini

Le sostanze presenti nel fumo di sigaretta interagiscono con gli inquinanti domestici formando composti che depositandosi sui giocattoli e su altri oggetti mettono in serio pericolo la salute dei più piccoli della famiglia

Fumo di terza mano, a correre più rischi sono i bambini

Quando si parla dei danni del fumo ci si riferisce soprattutto ai rischi corsi dai fumatori e da chi inala il cosiddetto fumo passivo. Da un po’ di anni a questa parte alcuni ricercatori hanno però concentrato la loro attenzione anche sul cosiddetto fumo di terza mano, quello che impregna i tessuti, i muri e gli arredi dei luoghi in cui i fumatori accendono le loro sigarette. Secondo uno studio presentato durante il congresso nazionale dell’American Cancer Society, in corso in questi giorni a Dallas, questa forma di fumo passivo potrebbe essere ancora più pericolosa di quanto si pensasse e a correre i rischi maggiori derivanti dalla sua presenza sarebbero i bambini.

Presentati da Bo Hang, ricercatore del Lawrence Berkeley National Laboratory, i risultati di questo studio dimostrano che l’NNA, una delle sostanze che si formano dall’interazione dei composti presenti nel fumo passivo con gli inquinanti tipici dell’ambiente domestico (come l’ozono e l’acido nitroso), si lega al DNA, creando una situazione favorevole all’insorgenza di mutazioni. Come se non bastasse, l’NNA può anche causare rotture nel DNA con una frequenza simile all’NNK, un noto derivato della nicotina le cui potenzialità cancerogene sono già note agli esperti. In altre parole, il fumo di terza mano potrebbe promuovere lo sviluppo del cancro.

E’ stato lo stesso Hang a sottolineare che a correre i maggiori rischi sono i bambini, che tendono molto spesso a portare alla bocca giocattoli e altri oggetti che possono essere contaminati da composti come l’NNA. Le loro dimensioni corporee e la loro giovane età li rende più vulnerabili alle minacce ambientali rispetto agli adulti. Il modo migliore per proteggerli è non fumare negli ambienti domestici e negli altri luoghi frequentati dai bambini. Ma cosa fare nel caso degli ambienti già contaminati? Hang propone una soluzione drastica: cambiare gli arredi e ritinteggiare le pareti. Tuttavia, consapevole che questa operazione non è propriamente economica, il ricercatore ha rassicurato che anche passare con l’aspirapolvere e lavare abiti, tende e biancheria può essere d’aiuto.

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Via | newswise

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